Canestra di frutta è un dipinto di una natura morta di Caravaggio, realizzato tra il 1597 e il 1600, che si trova oggi nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. La committenza fu probabilmente del cardinale Federico Borromeo, che in quel periodo si trovava a Roma e portò poi il dipinto a Milano, dove fece costruire la Pinacoteca una volta diventato arcivescovo.
Il fatto che il dipinto risalga alla giovinezza del pittore è confermato anche dal fatto che Caravaggio lo realizzò su una tela di recupero, già usata da lui o da un altro pittore, perché era in ristrettezze economiche: è emerso dalle indagini radiografiche effettuate sull’opera.

Canestra di frutta di Caravaggio
Questo quadro è considerato il modello per eccellenza delle nature morte da quel momento in poi. Il tema della natura morta si affermò negli anni della Controriforma per il riconoscimento della capacità degli elementi naturali di stimolare la devozione religiosa con la loro immediatezza. L’opera di Caravaggio, però, fu tra le prime a dare un posto così da protagonista alla natura morta, senza che sia presente alcun elemento umano nel dipinto, e per questo subì molte critiche.
Il cestino di vimini rappresentato contiene una selezione di frutta estiva che non è raffigurata in un’idealizzata perfezione, ma presenta tutti i segni di maturazione o deperimento tipici delle cose vive: il decadimento e la caducità di tutte le cose erano temi caldi nella cultura di fine Cinquecento e del Seicento. Anche le foglie sono in parte verdi e forti, in parte rinsecchite. Il cesto è posizionato su un piano leggermente rialzato rispetto a chi lo osserva, ma sembra barcollare sul bordo dello spazio pittorico, rischiando di cadere fuori dal dipinto e nello spazio dello spettatore. Anche questa precarietà è un richiamo alla caducità dell’esistenza umana. La precisione nella realizzazione dei dettagli, non solo della frutta ma anche degli intrecci del cesto, ricorda la pittura fiamminga, e lo sfondo chiaro e luminoso fa risaltare i frutti nelle loro diverse sfumature di colore. Il realismo, però, non è totale, infatti nel cesto sono presenti frutti di stagioni diverse, che non potrebbero convivere sulla tavola.
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