L’arte greca si diffuse a partire da un periodo di poco successivo a quella egizia (fine del II millennio a.C) e ben oltre i confini territoriali della Grecia, fino all’Asia Minore e all’Italia meridionale. Le manifestazioni artistiche si allontanarono dalle tematiche strettamente religiose e spirituali e gli oggetti d’arte divennero anche beni di scambio.
Arte greca arcaica
Della città di Micene, importante centro politico e culturale del Peloponneso sorto nel 1600 a.C., sono celeberrime le mura e la porta dei Leoni. In concomitanza con il decadimento della civiltà micenea e lo sviluppo di quella greca prese piede un nuovo stile artistico che fece ampio utilizzo delle figure geometriche per decorare oggetti, soprattutto vasellame. Il termine greca deriva infatti dagli ornamenti realizzati con la linea, angoli retti e geometrie di vario genere. Alle decorazioni artistiche sono seguite quelle che poi vennero riprodotte da gran parte delle popolazioni del Mediterraneo, ovvero sagome scure applicate su uno sfondo color avorio.
Tra il VI e il IV sec. a.C. comparvero le più importanti tipologie di templi, circondati interamente da colonne o con un colonnato posto davanti all’ingresso. I sacerdoti erano gli unici a poter accedere al tempio e i riti pubblici erano svolti all’esterno, motivo per il quale le attenzioni maggiori furono dedicate a questa parte. Tre sono gli stili architettonici (chiamati più precisamente ordini) ideati per le decorazioni delle strutture: in ordine cronologico, dorico, ionico e corinzio.
La prima arte scultorea greca arcaica, risalente al mitico Dedalo, fu caratterizzata dalla semplificazione e dalla stilizzazione dell’immagine, ma questi tratti vennero gradualmente abbandonati in favore di uno stile più verosimile. Le sculture furono realizzate in bronzo (il cui uso venne però abbandonato relativamente presto), marmo e pietra.
In epoca arcaica, poi, ebbe un importante sviluppo l’arte della ceramica (diversamente da quanto accadde per la pittura), in particolare con la produzione di vasi raffiguranti dapprima figure nere e successivamente rosse.
Arte greca classica
Il periodo più florido dell’arte greca fu quello classico, dal V al IV sec. a.C., in cui si affermarono anche nuovi principi estetici, quali la proporzione, l’equilibrio e altri con il ricorso ai quali si definì un canone di bellezza e di perfezione. Soggetto principale erano le divinità rappresentate con sembianze umane. Assunse poi la funzione di luogo di ritrovo e di svolgimento delle assemblee cittadine l’agorà delle città, che si arricchì di templi ed edifici pubblici.
I principali scultori che definirono la classicità dell’arte greca furono Policleto, Fidia e Mirone.
Policleto riuscì a conferire grazia ed eleganza ai corpi degli atleti che rappresentava in sculture per lo più bronzee, che ci sono giunte solo in copie romane, come la maggior parte delle opere d’arte in bronzo. Un esempio è il celebre Doriforo, che mette in pratica la tecnica della ponderazione per distribuire i pesi del corpo ed equilibrare la postura e le proporzioni.
Fidia realizzò statue dalle dimensioni monumentali, anche di 14 m, come l’Atena Parthenos e lo Zeus Olimpio, entrambe in oro e avorio, purtroppo andate perdute; fu a capo dei lavori di costruzione del Partenone.
Anche Mirone era specializzato nella statuaria in bronzo, perciò le sue opere non ci sono pervenute, ma ne abbiamo copie in marmo romane, per esempio il noto Discobolo.
Una delle poche statue in bronzo dell’età classica conservate fino a noi è l’Auriga di Delfi.

Copia del Discobolo di Mirone
In ambito pittorico si affrontarono questioni quali la resa prospettica e realistica delle scene (per esempio tramite studi approfonditi sulle ombre).
Durante il governo di Pericle, età d’oro, venne affidato a Fidia il compito di sovraintendere i lavori di ricostruzione dell’Acropoli di Atene, i cui edifici furono rasi al suolo dai persiani. A questo periodo risale la costruzione del Partenone, tempio votivo ad Atena, la protettrice della città, e il tempietto di Atena Nike. Di pregio anche i teatri, eretti con particolare perizia tecnica, anche per ciò che concerne l’acustica, in vista di un’ottimale diffusione del suono; ricordiamo, per esempio, il teatro di Dioniso ad Atene.
Arte greca ellenistica
Ultimo periodo di sviluppo dell’arte greca fu quello ellenistico, dal 323 a.C. sino al dominio indiscriminato dei romani. In questa fase furono introdotte rettifiche alla pianta dei templi, che divenne circolare, e l’ordine architettonico corinzio si affiancò a quello ionico. Venne pensato poi un nuovo spazio monumentale destinato ai sacrifici per gli dei, l’ara, costituita da un’ampia base, scalinate e colonnati. Alcuni esempi si trovano a Pergamo e a Siracusa.
Si sviluppò nella scultura il cosiddetto stile “semplice” o “sobrio” in contemporanea a un approccio più plastico che ricorse anche al chiaroscuro per sfruttare gli effetti delle ombre tipici della pittura e creare figure sensuali e drammatiche. Un esempio celebre è la Nike di Samotracia, attribuita a Pitocrito. Nell’ultima fase dell’ellenismo, la scultura riprese con il nuovo stile temi classici, tanto da arrivare a riprodurre copie di pezzi famosi, quali la Venere di Milo o il gruppo del Laocoonte.

Venere di Milo
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