Con il pensiero romantico, l’architettura dell’800 venne identificata come l’arte capace di esprimere lo spirito nazionale e l’identità di un Paese. Furono poi condotti studi scientifici su antichi monumenti, i più iconici, per poter procedere al restauro seguendo precise direttive. Tutto ciò avviene nel neogotico, movimento architettonico di inizio secolo che si radicò soprattutto in Inghilterra e in Francia. In Inghilterra si manifestò nelle richieste a stampo etico-sociale di Pugin che insieme a Barry si occupò dei lavori per la sede del Parlamento londinese. A lui va riconosciuto il merito di aver stabilito una connessione tra architettura (neogotico) e società.
In Francia, Viollet-le-Duc, restauratore di Notre-Dame, della cattedrale di Reims e dell’abbazia di Saint-Denis, prese il neogotico come strumento utile allo sviluppo della tecnologia.
In Italia il neogotico si diffuse poco poiché la tradizione classica e rinascimentale era ancora fortemente radicata.
Nella seconda metà dell’800, l’architettura subì non pochi cambiamenti, in particolare legati all’utilizzo di nuovi materiali, ovvero cemento, ferro e vetro che sino a quel momento erano stati impiegati solo nell’ingegneria civile.
In Inghilterra, già nel ‘700, era presente una forma di architettura che andava di pari passo con lo sviluppo dell’industria siderurgica e che già progettava ponti e padiglioni in ferro e acciaio. Famoso il Palazzo di Cristallo di Paxton realizzato in occasione dell’Esposizione Universale del 1851.
In Francia, invece, sono isolati i casi in cui i “nuovi” materiali, ferro, acciaio e vetro vengono sfruttati per le loro potenzialità. La Tour Eiffel, costruzione in acciaio alta 300 m e realizzata per l’Esposizione Universale del 1889 da Alexandre-Gustave Eiffel, è uno dei pochi esempi di “architettura del ferro”.

La Tour Eiffel, esempio di architettura dell’800 che rappresentò l’ingresso nella modernità, per l’uso massiccio del ferro, infatti inizialmente fu derisa e non apprezzata
In Italia, Giuseppe Mengoni, che costruì la galleria Vittorio Emanuele a Milano, fu uno dei pochi a cogliere le potenzialità estetiche e funzionali della combinazione ferro–vetro.
A Torino, Alessandro Antonelli, con la realizzazione della Mole Antonelliana, decise il recupero del neogotico aggiornato da innovazioni tecnologiche (per esempio, le nervature in ferro).
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