La sconfitta in una partita a scacchi può essere una grande opportunità per migliorare. Il Maestro Internazionale Bela Toth era solito dire che per passare di categoria occorreva perdere almeno 100 partite. Perdono i grandi giocatori e perdono i principianti, ma questi ultimi sono sovente impreparati a gestire un risultato negativo, tanto che molti abbandonano il gioco perché frettolosamente convinti che “non fa per loro”.
In questo articolo il soggetto è il giocatore dilettante, anche di ottimo livello; a differenza del professionista, si dà per scontato che non ci sia una carriera da difendere o ingenti premi in denaro da conquistare. Come vedremo, la sconfitta è analizzata dapprima dal punto di vista psicologico e poi da quello tecnico. È necessario che ci sia una sequenzialità nelle valutazioni perché apparirà chiaro che un’errata valutazione psicologica porta a un’analisi tecnica veramente approssimativa.
La valutazione psicologica
Il punto fondamentale da comprendere è che se noi poggiamo la nostra autostima sul risultato della partita difficilmente riusciremo ad analizzarla tecnicamente in modo oggettivo. In caso di vittoria ci soffermeremo solo sulle nostre mosse senza “vedere” gli errori dell’avversario che hanno facilitato i nostri piani. In questo caso è utilissimo analizzare le nostre vittorie con il computer per capire che molto spesso non siamo noi a vincere quanto l’avversario a perdere!
In caso di sconfitta, è necessario che l’analisi tecnica sia attuata senza che la delusione del risultato negativo ci condizioni; deve cioè scattare la fruizione dell’esperienza negativa, quasi fosse una lezione che ci è stata impartita gratuitamente. Purtroppo in molti scacchisti l’autostima si poggia sul risultato, anziché sul rapporto positivo con il gioco (amore per gli scacchi, indipendente dall’esito di una partita). Per motivare quest’ultima affermazione supponiamo che un giocatore di categoria nazionale giochi contro Carlsen e perda; probabilmente non si sentirà frustrato, in fondo Carlsen è fortissimo! Supponiamo che però perda contro un bambino che ha appena imparato le regole del gioco; se, a differenza della sconfitta contro Carlsen, il suo morale crollasse, avremmo la prova lampante che egli si stima a seconda del risultato ottenuto anche se, in fondo, sia contro Carlsen sia contro il bambino era sempre lui che giocava! Giustificazioni come “sono deluso perché ho giocato male” non sono accettabili perché di fatto è nella natura stessa del gioco degli scacchi non giocare sempre allo stesso livello, ma avere una forza di gioco variabile (su tale concetto si basa anche la curva alla base del punteggio Elo). Più produttivo è non intaccare la propria autostima (che, ripeto, deve fondarsi sull’amore per il gioco) e dirsi “ho giocato male, vediamo perché”.
Una volta eliminata ogni frustrazione, l’analisi psicologica della sconfitta non è terminata perché deve ancora portare in evidenza caratteristiche della personalità limitanti nel gioco: muovo troppo in fretta? M’innamoro del mio piano, disinteressandomi di cosa fa l’avversario? Ho un gioco troppo difensivo? Gioco approssimativamente quando sono in grande vantaggio? Eseguo sempre attacchi scriteriati solo per il gusto della “bella mossa”? Ecc.
Le domande possono essere moltissime, ma rispondono all’esigenza di capire se dietro a un errore, più che una scarsa preparazione, non ci sia una motivazione psicologica. Una volta trovata, occorre ovviamente lavorare per minimizzarne in futuro gli effetti.
La valutazione tecnica
Se il giocatore azzera o comunque minimizza la negatività psicologica della sconfitta, può utilizzarla come grande arma di miglioramento. L’analisi tecnica passa attraverso tutte le componenti che influenzano il risultato della partita e ovviamente non può prescindere dal livello di chi analizza. Oggi per fortuna i migliori software sono in grado di assistere il giocatore di circolo che non può avvalersi dell’aiuto di giocatori di notevole forza (diciamo almeno oltre i 2300 punti Elo), indicandogli sicuramente i punti deboli più evidenti. Può essere buona cosa avere un elenco di partenza di aspetti da verificare in modo da non tralasciare nulla. Per esempio, ecco una lista molto semplice e adatta a tutti (le domande che seguono sono solo spunti per riflettere).
Gestione del tempo – Si muove troppo in fretta? Troppo lentamente? Certi tipi di posizione ci mandano in crisi? Si gioca male in zeitnot?
Apertura – L’apertura scelta è intrinsecamente buona? La gioco bene? È adatta al mio gioco?
Strategia del mediogioco – Qui le domande sarebbero infinite, ma partono tutte dal quesito generale: che cosa mi ha fatto deviare dalla linea migliore? Si deve cioè porre massima attenzione alle mosse dubbie (?) o probabilmente non buone (?!) piuttosto che valutare alternative quando si è giocato la mossa migliore o una delle migliori.
Colpo d’occhio – Sono solito a considerare il vecchio concetto di tattica scindendolo in colpo d’occhio (la capacità di indicare come prima mossa candidata la mossa migliore, un po’ come la prima palla nel tennis) e capacità d’analisi. Non avere colpo d’occhio fa giocare male in zeitnot, fa sprecare tempo nel mediogioco e spesso conduce a un gioco senza un piano preciso. Perché non si ha colpo d’occhio? Per una comprensione insufficiente del gioco (per il principiante tutte le mosse legali sono candidate!)? Per scarsa familiarità con la posizione? Per un’importanza eccessiva data alla difesa o all’attacco? Ecc.
Capacità d’analisi – Qui è necessario capire se esistono motivi tattici che ci sono ostici, se non riusciamo a visualizzare alla cieca ecc. Sono stati scritti moltissimi libri sull’arte di imparare a calcolare e l’ultima parola è lungi dall’essere detta, ma è importante che ognuno conosca i propri difetti peggiori in materia.
Finale – Al di là di spingerci a imparare pedissequamente centinaia di esercizi, una nostra partita può essere utile per “vivere” una regola dei finali. Infatti molto spesso la chance sprecata è riassumibile in una regola o in una semplice manovra.
Segue l’analisi di una mia sconfitta.
Albanesi (1989) – De Santis (2314)
Cremona, 2009
Gioco il primo turno contro un forte Maestro Fide. Per avere un atteggiamento realistico, sono solito calcolare le possibilità. Poiché ho ripreso da poco a giocare e sono in rapida ascesa, stimo il mio punteggio Elo reale attorno ai 2050-2070 punti, cioè circa 250 in meno di Alessio. Dal punto di vista dell’Elo, dovrei realizzare circa 0,2 punti. Considerando però che ho il Bianco con un’apertura normale il divario può scendere di 60-80 punti; considerato che Alessio gioca spesso aperture non irresistibili che conosco bene, posso pensare che il divario Elo si riduca a non più di 50-100 punti, cioè potrei giocare con un punteggio atteso di circa 0,4.
Iniziamo.
1.e4 b6
In effetti 1… b6 non mi sembra un’apertura fortissima. Giocabile, ma di solito usata per evitare la preparazione dell’avversario.
2.d4 Ab7 3.Ad3 g6 4.f4
Alessio è l’autore di una monografia sull’apertura Ippopotamo. Tale apertura è giocabilissima con il Nero purché il Bianco non abbia la possibilità di mettere in moto velocemente tre pedoni centrali (per esempio, c4-d4-e4 oppure d4-e4-f4). Gioco 4. f4 per evitare il possibile rientro nell’Ippopotamo; fra l’altro scopro che nel mio database di partite fra giocatori con Elo superiore a 2300 in questa posizione è la mossa che ha la percentuale migliore.
4…f5 5.De2 fxe4 6.Axe4 Axe4 7.Dxe4 Cc6 8.Cf3 Cf6 9.De2 Ag7 10.0–0 0–0 11.c3!?
N
Fin qui avevamo seguito, senza che io lo sapessi, la Bologan-Martin, 2005, 1–0, nella quale il Bianco continuò con 11.Td1. Il Bianco poteva conservare un leggero vantaggio con 11.Cc3 e6 12.a3; poiché non mi piaceva giocare una mossa come a3, ho preferito spingere il pedone c, perdendo la naturale casa del Cavallo che ora dovrà andare in d2. Per inversione di mosse rientro in due partite (Darga-Keene, 1971, e Kokkinos-Alexopoulos, 1979), entrambe finite patte.
11…e6 12.Ce5 N
A me sembra migliore di 12. Cbd2 o di 12. Ca3, la mossa giocata nelle due partite nel database.
12…Ce7 13.Cd2 Ced5 14.Ce4?!
Una mossa troppo pavida, nell’ottica della semplificazione. Migliore appare 14. Cdf3 dopo la quale i Cavalli neri non hanno molte case. Il Bianco qui doveva vedere che, dopo Ad2 e c4, il Cavallo in d5 deve tornare in e7, tanto che dopo 14. Cdf3 Fritz consiglia di giocare subito 14… Ce7.
14…d6 15.Cd3?!
Una mossa debole che taglia la diagonale alla Donna bianca, giocata con l’ingenuo piano di controllare b4 per un’eventuale c4 per scacciare il Cd5. Si nota comunque che con qualche imprecisione il Bianco sopravvive senza problemi, visto che l’apertura scelta dal Nero non è certo aggressiva.
15…Cxe4 16.Dxe4 Dd7
Ovvia, vista la mancanza dell’Alfiere campochiaro.
17.Ad2
Devo essere contento di questa mossa, visto che in una posizione apparentemente calma si confondono spesso mosse di semplice sviluppo con mosse francamente deboli. Qui lo sviluppo dell’Ac1 è la priorità maggiore e la modesta casa d2 è la più solida scelta.
17…Tae8 18.Tae1 Cf6 19.De2 Db5
Ecco che si dimostra che 14. Cdf3 era migliore.
20.Ac1?
Troppo passiva, sicuramente migliore 20. Cb4 che non ho giocato perché non mi piaceva la posizione del Cavallo. Queste posizioni sono molto difficili da analizzare per un giocatore della mia forza perché di fatto a ogni semimossa le candidate sono molte. 20.Cb4 Dxe2 21.Txe2 c5 22.dxc5 bxc5: questa è la variante che avevo calcolato, ritenendola equivalente alle mosse del testo. Peccato che probabilmente il Nero avesse di meglio che la spinta in c5 che, chissà perché aveva polarizzato la mia attenzione (e probabilmente anche quella di Alessio).
20…c5?!
20… Cd5, portando il Cavallo in posizione più minacciosa o uno spostamento aggressivo della Donna erano piani da considerare. In questa posizione chissà che pensieri passerebbero nella mente del Nero se fosse un forte over 2700 (se fosse nei panni del Bianco per come ha giocato finora andrebbe subito a farsi un check-up)?
21.dxc5 bxc5 22.Cf2
Coerente con 20. Ac1, ma forse era meglio giocare prima 22. b3.
22…Dc6 23.Ce4?!
I computer bocciano come un piccolo errore questa mossa, suggerendone diverse altre; evidentemente la mia comprensione del gioco non è sufficiente a capire perché il Cf2 debba essere considerato migliore del Cf6 e non vada cambiato.
23…Cxe4 24.Dxe4 d5 25.Dc2 e5?!
Questa mossa era molto più forte dopo aver migliorato la posizione della Donna (25…Da6 26.b3 e5!). D’altro canto, è quella più spontanea con il pedone e arretrato.
26.fxe5 Txf1+ 27.Txf1 Axe5 28.Ah6
N
Con questa mossa finalmente il Bianco ha un po’ d’iniziativa, cercando di sfruttare le debolezze delle case f7 e f8.
28…c4?!
La mossa del testo è un errore perché di fatto non porta al controllo di nessuna delle due case deboli del Nero. La collocazione migliore dei pezzi neri sembra Ad6 e Dd7.
9.Df2! Db6
Unica, ma sufficiente.
30.Dxb6
Alessio ha criticato questa mossa, preferendo 30. Ae3 dopo la quale il Bianco può forzare il pari: 30.Ae3 Axh2+ 31.Rxh2 Dxe3 32.Df7+ e patta. Il calcolo non è difficile, ma io temevo che Alessio avrebbe voluto evitare la patta con 30…Dc7 31.g3 a6; 30.Te1 è una terza alternativa 30…Dxf2+ 31.Rxf2 Rf7 32.Ae3 con posizione equilibrata.
30…axb6 31.Td1
N
Il finale è oggettivamente pari, ma non è facile pareggiarlo giocando con un giocatore più forte.
31…Td8 32.Ae3 b5 33.Ad4 Axd4+ 34.Txd4 Rf7 35.Rf2 Re6 36.Re2
L’inizio del piano sbagliato. Il Bianco vuole portare la Torre in e3, via h4-h3. Il piano è insensato perché di fatto cede, senza motivo, una traversa al Nero. La posizione è ancora patta, ma più difficile da giocare.
36…Ta8
Fissa i pedoni bianchi.
37.a3 Te8 38.Th4 h5 39.Th3 Rd6+ 40.Te3 Te4 41.Rf3 Re5 42.h4 Rf5 43.g3 Re5 44.Rf2 Re6 45.Rf3 Rf5 46.Rf2 Rg4 47.Tf3 d4 48.cxd4 Txd4 49.Tf6 Td2+ 50.Re1 Txb2 51.Txg6+ Rf3 52.Tg5 Re3 53.Rd1 Rd3
N
Fin qui il Bianco ha giocato in difesa, ma la posizione è ancora patta. Ora segue un errore tipico dei tanti mezzi punti che ho sprecato quando mi mancano meno di 10′ sull’orologio: gioco una mossa meccanica, senza che il colpo d’occhio mi avverta che lo scacco in d5 è più forte.
54.Rc1? Rc3?
Il Nero mi restituisce il favore (54… Tg2! 55. Td5+ Rc3 56. Rd1 b4 e vince), ma ora non vedo che si doveva giocare 55. Tf5 per trasferire la Torre poi in f3 e tutto è difeso: 55.Tf5 Tg2 56.Tf3+ Rd4 57.Tf5 Rd3 58.Tf3+ Re4 59.Tf4+.
55.Txh5?
55…Tg2 56.Rd1 b4! Al costo di un pedone ostruisce la colonna a impedendo alla Torre di attaccare il Re nero che sosterrà il pedone c. 57.axb4 Rb2 58.Tc5 c3 59.h5 c2+ 60.Txc2+ Txc2 61.b5 Rc3 62.b6 Tb2 63.b7 Txb7 64.Re2 Rd4 0–1.