Scegliere un’apertura da aggiungere al proprio libro delle aperture è un’operazione fondamentale per chi vuole razionalizzare il proprio gioco. In realtà, il libro delle aperture parte dalla scelta della prima mossa sia che si giochi con il Bianco sia con il Nero (in questo caso, esisterà una prima mossa per ogni apertura che il Bianco propone).
La prima mossa
A meno di non essere professionisti, il consiglio migliore è di
giocare sempre le stessa aperture e le stesse difese.
Ricordiamo che il termine apertura si usa quando la scelta è fatta dal Bianco, mentre il termine difesa quando è fatta dal Nero. Per esempio apertura Spagnola, difesa Pirc, difesa Breyer dell’apertura Spagnola ecc.
Come visto in Come studiare le aperture, non si può prescidnere da uno studio mnemonico quando il giocatore ha l’ambizione di superare i 2.000 punti Elo. Scegliere diverse prime mosse (“posso aprire 1.e4 oppure 1.d4”) non permette uno studio approfondito e preciso, a meno di non dedicare tantissimo tempo agli scacchi, senza contare che scelte di questo tipo sono spesso incoerenti (rispetto al tipo di gioco richiesto dall’apertura).
Riguardo alla prima mossa per il Bianco esistono di fatto quattro possibili scelte:
- 1.e4
- 1.d4
- 1.c4 o Cf3
- Aperture “irregolari” (1.b3, 1.f4 ecc.)
La prima scelta è quella privilegiata da chi vuole giochi aperti o semiaperti in cui le varianti squisitamente posizionali sono meno frequenti, accettando che la battaglia si sviluppi abbastanza presto.
La seconda scelta è tipica di chi vuole giochi più manovrati, in cui il Nero, a meno di non scegliere varianti dubbie, abbia meno possibilità di controgioco precoce.
La terza scelta è tipica di chi vuole far prevalere le proprie capacità nel gioco posizionale.
La quarta scelta è chairamente tipica di chi… non vuole studiare le aperture e, in questa sede, non è da promuovere.
Ad alti livelli (sopra 2.200 punti Elo) le percentuali di scelta sono rispettivamente 45%, 35%, 18% e 2%.
Attenzione ai rientri
Cosa cambia per un giocatore sotto ai 2.200 punti Elo? La cosa più importante è capire che, rispetto a un professionsita, sa gestire molto peggio i rientri, le interazioni fra le varie linee. Due linee possono unificarsi, cioè convergere nella stessa posizione, tanto più probabilmente quanto meno il gioco è forzante. In questo dedalo di possibili rientri, il giocatore medio o debole si perde e, fra l’altro, lo studio mnemonico diventa molto più complesso perché molte linee sembrano “uguali”.
Per questo motivo, un giocatore di medio livello dovrebbe orientrasi verso 1.e4 oppure 1.d4 perché la terza scelta è quella che produce più facilmente rientri. Scegliere 1.e4 oppure 1.d4? La scelta deve essere fatta in base a quanto detto sopra e, a questo punto, non dovrebbe essere difficile.
Le mosse successive: la scelta delle “proprie” linee
A questo punto intervengono il database e il motore. Il primo ci dice quali sono le linee più giocate e i risultati. Per esempio nella difesa Pirc il database ci dice che ci sono quattro linee del Bianco che ottengono un vantaggio di almeno 50 punti Elo; la scelta di una di esse dipende poi dallo stile del giocatore: se è posizionale sceglierà il sistema dei due Cavalli, se è più tattico, aggressivo, una delle altre tre linee. Ovviamente, si potrebbero scegliere anche altre linee minori come 4.g3 o 4.f3, ma ciò rivela solo una propensione a non studiare.
Non è necessario scegliere sempre la variante più giocata, anzi
l’abilità nella scelta per un giocatore dilettante consiste appunto nel scegliere un’ottima variante non estremamente comune.
Si devono cioè fondere i due concetti di frequenza e di profondità. Se scelgo linee molto giocate, sarà molto più complesso arrivare a una profondità voluta e quindi lo studio diventerà molto più difficile e lungo.
La frequenza dell’apertura
Se si prende in esame un classico database di partite (tipo quelli forniti da ChessBase o da Chess Assistant), si scopre che la percentuale delle varie aperture nelle partite del database è praticamente indipendente dal periodo. In altri termini, sia che si selezioni il periodo 1970-oggi o 2000-oggi le variazioni sono minime. Per esempio, questa è la situazione delle risposte a 1.e4 su oltre 3,5 milioni di partite dal 2000 a oggi (l’ultima colonna indica la frequenza dell’apertura dove 0,408 indica un 40,8%).
c5 | 784277 | 0,408 |
e5 | 468597 | 0,244 |
e6 | 250949 | 0,130 |
c6 | 140483 | 0,073 |
d6 | 86192 | 0,045 |
d5 | 81808 | 0,043 |
g6 | 50086 | 0,026 |
Cf6 | 39758 | 0,021 |
Cc6 | 13396 | 0,007 |
b6 | 6616 | 0,003 |
Si potrebbe pensare che le cose varino scegliendo una certa fascia Elo. Ecco i dati per la risposta a 1.e4 per la fascia Elo 1800-2200 selezionata sulle partite dal 2000 a oggi.
c5 | 196687 | 0,404 |
e5 | 109510 | 0,225 |
e6 | 66202 | 0,136 |
c6 | 37343 | 0,077 |
d6 | 23375 | 0,048 |
d5 | 24805 | 0,051 |
g6 | 12029 | 0,025 |
Cf6 | 10944 | 0,022 |
Cc6 | 3658 | 0,008 |
b6 | 2031 | 0,004 |
Sostanzialmente la stessa cosa (è diminuita leggermente la percentuale della risposta 1…e5 ed è aumentata la percentuale della Scandinava 1…d5).
Vuol dire che i giocatori di livello medio copiano le aperture dai grandi. Più però si scende di livello si scopre che il giocatore diventa allergico allo studio e gioca spesso aperture secondarie (il fenomeno è stato amplificato dal gioco online); stesso discorso vale anche per le partite blitz.
Come vedremo questi dati sono importanti per decidere che apertura scegliere. Se decido di giocare 1.e4 capisco che la Siciliana (1…c5) sarà circa 3 volte più frequente della Francese (1…e6).
La profondità
Un approccio più pratico è per esempio fermarsi quando nel nostro database non ci sono mosse dell’avversario con almeno 50 partite. Se si riesce a gestire bene la mole di varianti ottenuta, si potrà scendere ulteriormente a 40, 30, 20 ecc.
Una volta scelta l’apertura, possiamo recuperare dal database le partite che corrispondono alle nostre scelte, magari scegliendo quelle dove i giocatori “dalla nostra parte” sono comunque giocatori forti, diciamo sopra i 2.200 punti Elo. Le partite possono essere poi studiate con particolare attenzione ai piani del mediogioco e ai finali che ne derivano.
Si devono scegliere le linee migliori?
Sulla Scozzese (1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.d4 exd4 4.Cxd4) si potrebbe scegliere dopo 4…Ac5 una delle tre buone mosse: 5.Cxc6, 5.Cb3 e 5.Ae3 (e non sono le sole). Il database conferma che hanno una buona fequenza (sono cioè giocate da forti giocatori) e il motore conferma che sono giocabili.
La scelta deve dipendere
- Dal tempo a disposizione
- Dalle caratteristiche del giocatore (stile e livello di gioco)
- Dall’oggettivo valore dell’apertura.
In realtà ci sono molte aperture del tutto giocabili e un vantaggio di 0,20 dato dal motore a una linea spesso non è significativo, se non a livello mondiale. Va da sé che la cosa più importante è che ci si trovi a proprio agio. Ma ovviamente non si deve dimenticare anche il punto 3. Scegliere varianti decisamente inferiori solo perché ci appagano è sicuramente sbagliato.
Ma cosa si intende per apertura giocabile (corretta)? In genere, la sua statistica è buona sia come percentuale sia come performance Elo. Alcuni considerano le statistiche di successo come parametro fondamentale di giudizio. Si sa per esempio che 1.d4 è migliore di 1.f4 perché statisticamente (su database di milioni di partite) garantisce al Bianco un 5-6% di punti in più. In realtà, se applichiamo questa strategia generale, il discorso potrebbe avere due pecche fondamentali:
- il campione è molto ampio solo per le prime mosse. Considerare una variante migliore di un’altra solo perché dà il 55% contro il 45% su magari solo 40 partite è statisticamente poco affidabile.
- I giocatori non sono dello stesso livello. In altri termini, considerare solo le percentuali di successo può essere fuorviante perché fa considerare una variante migliore solo per il fatto che, per motivi indipendenti dalla variante, la variante è scelta da giocatori più forti. Più attendibile è quindi confrontare (dato fornitoci da alcuni database come Chessbase) la performance Elo dei giocatori che hanno giocato le varianti da confrontare. Spesso si vede che le decisioni prese in base alle percentuali di successo vengono drasticamente ridimensionate.
Uno studio attento delle aperture tende a equalizzarle. Ovvio che, se una certa linea di Bianco ha come statistica un 45%, una performance Elo negativa di 30 punti e non troviamo qualcosa di attraente in essa, è veramente masochistico adottarla solo perché “c’è poco da studiare”.
Se scelgo un’apertura secondaria, come sceglierla?
Se opto per un’apertura secondaria, ho sostanzialmente tre possibilità:
- Ne scelgo una molto nota, ma poco giocata perché ritenuta dubbia (per esempio il Gambetto di Re con il Bianco).
- Ne scelgo una meno nota, ma perfettamente giocabile (per esempio la difesa Moderna con il Nero).
- Ne scelgo una poco nota, ma dubbia.
La prima scelta è molto probabilmente sbagliata. La letteratura scacchistica è piena di testi sull’apertura X che “solo” alla centesima pagina, dopo un mare di varianti, rivelano che l’apertura è debole se l’avversario gioca una certa linea, linea che ad alto livello è conosciuta da tutti. Né fa fede che vengano citate partite di forti giocatori, per il semplice fatto che anche il campione del mondo può aver giocato la variante prima che si scoprisse il limite della stessa. Non a caso Fischer ha giocato spesso la variante di cambio della Spagnola, oggi praticamente considerata poco performante. È assurdo pertanto imparare a memoria decine di varianti sperando che l’avversario non giochi la risposta più forte e ci permetta di ottenere una brillante vittoria.
La terza strada si basa sullo stesso concetto della prima, con la differenza che essendo l’apertura meno nota è più improbabile che l’avversario ricordi la confutazione o il piano generale per confutarla. In pratica può funzionare molto bene, almeno finché non si arriva a livelli medio-alti.
La seconda strada è invece perfettamente utilizzabile da chi non è particolarmente amante dello studio dei dettagli di apertura. Per esempio nel nostro database “entrambi i giocatori sopra i 2.200”, dopo 1.e4 la risposta statisticamente migliore è 1…c5 (Siciliana) con il 46,8% dei punti; tale variante è giocata nel 47,5% dei casi. È ovvio che chiunque apra 1.e4 si prepari contro la difesa Siciliana, infatti la teoria è enorme. Se invece scegliamo la difesa Moderna 1…g6 vediamo che ottiene il 45,1% dei punti, ma è giocata solo nel 3,2% dei casi. È molto probabile che il tempo dedicato dal conduttore dei pezzi Bianchi a tale difesa sia molto inferiore (soprattutto se non è un professionista) e che quindi si possa “sorprendere”.
Oltre alla quantità e alla qualità dello studio, quali altri fattori considerare?
La compatibilità con lo stile di gioco è un fattore che avremmo dovuto mettere al primo posto, ancora prima del modo con cui studiare le aperture. Per esempio, se abbiamo deciso di utilizzare la difesa Moderna perché poco conosciuta, ma siamo portati a occupare subito il centro con i pedoni (piuttosto che a controllarlo con i pezzi), è ovvio che la scelta è incompatibile con il nostro stile. Si tratta però di un cane che si morde la coda perché non si può conoscere la propria compatibilità con un’apertura prima di studiarla almeno sommariamente. Se non si vuole perdere tempo, può essere utile farsi consigliare da un esperto scacchista (un trainer) che, visto come giochiamo, ci indirizzi almeno verso un ventaglio di aperture possibili. Scegliere un’apertura che non si adatta al nostro stile di gioco, non solo non ci fa guadagnare niente in termini di forza di gioco, ma può farcene addirittura perdere!
Un altro fattore da considerare è la chiarezza del piano del mediogioco. Se l’apertura termina senza che abbiamo chiaro un piano per il mediogioco, lo studio serve a poco.
Un ultimo fattore è sicuramente il tipo di finale che deriva (può derivare) dall’apertura. Poiché la stragrande maggioranza delle aperture a gioco corretto da entrambe le parti portano a un finale, tale finale deve essere compatibile con le nostre preferenze. Se odiamo i finali di Torre, è abbastanza assurdo scegliere aperture che a gioco corretto portano a finali di Torre!
È quindi importante studiare una carrellata di partite per vedere come si evolvono dopo l’apertura.