La rimozione della difesa (di un difensore) completa l’azione della deviazione. Ci sono infatti tre modi per costringere un pezzo a rinunciare allo svolgimento delle sue funzioni: la deviazione, la cattura del pezzo e il suo attacco. Si noti che la deviazione di un pezzo non contempla né la sua cattura, né il suo attacco. Gli ultimi due concetti fanno parte del tatticismo della rimozione del difensore. È importante anche capire la differenza con l’adescamento in cui il pezzo adescato magari viene sì attaccato, ma non rinuncia a nessun compito difensivo (ammesso che ne abbia), in quanto è semplicemente attirato in una casa a lui sfavorevole.
Nella Fontein-Euwe (Amsterdam, 1939) può sembrare che il Bianco difenda l’ultima traversa in modo granitico, visto che Torre in f1 sembra inamovibile.
N
Invece dopo 1…Tc1, il Bianco è perduto: 2.Txc1 Dd1+ 3.Txd1 Txd1#.
L’attacco non risparmia nemmeno il Re che svolge compiti difensivi (quindi, per quanto detto sopra, non è un adescamento).
B
Nella Sliwa-Tarnowski (Polonia, 1952) il Bianco guadagna la Donna con 1.Ag5+ Rg7 2.Ah6+ Rxh6 3.Dxf7. In partita il Bianco giocò 1.Ta7 e vinse comunque dopo poche mosse.
Ecco un esempio molto più complesso in cui si parte con la cattura del pezzo che difende l’ultima traversa. Nella Sznapik-Gaprindashvili (Sandomierz, 1976) il Bianco minaccia la fatale entrata in a8 con la Torre a3:
N
Il Nero giocò: 1…Dxc1+!, ma dopo l’ovvia 2.Dxc1 è necessario vedere che la mossa in questione, non solo ha allontanato il pericolo del matto in a8, ma pone le basi per una seconda rimozione della difesa (ora è la Donna che difende il matto in e1): 2…Axb2 e il Nero alla fine guadagna le due Torri e un pedone per la Donna, passando in vantaggio decisivo.
L’ultimo esempio è molto complesso e mostra come la rimozione della difesa sia un concetto che, a differenza di tatticismi elementari (come l’attacco doppio), richiede anche una buona visione strategica. Infatti l’attitudine alla passività può portare un colore a posizioni indifendibili, a patto che l’avversario sappia scardinare le difese. Per farlo è opportuno valutare la reale importanza dei pezzi nella difesa e capire le potenzialità d’attacco. Ecco la posizione della Hartston-Durao (Alicante, 1975):
B
Il Bianco ha un pedone in meno, ma la posizione del Nero è iperpassiva. Il Bianco potrebbe semplicemente conservare l’iniziativa riprendendo il pedone in d5 che fra l’altro minaccia il Cavallo in e4; oppure potrebbe giocare sull’inchiodatura della Td7 con mosse come Cc5 o Ag4. Tutte vincenti, ma la più forte e decisiva è: 1.Txc6! perché si apre la colonna b e si minaccia la discesa in b8, ma soprattutto si pongono le basi per lo scacco in a6 (non facile da vedersi nella posizione iniziale) grazie alla rimozione del difensore, il pedone b. Dopo 1…bxc6 2.Cc5! anche la Donna è rimossa dal controllo di a6: 2…Dxc5 3.Aa6+ Rd8 4.Tb8# (se la Ddonna non cattura il Cavallo, ma segue 2…Td8 segue comunque la vincente 3. Aa6+).