La manovra di Geller è un’idea strategica che salì agli onori della ribalta scacchistica negli anni ’70.
Serve per lottare per una colonna aperta sull’ala di Donna e consiste nel permettere la connessione delle Torri spostando la Donna; questo principio generale diventa la manovra di Geller quando la Donna, un po’ a sorpresa, ritorna nella casa originaria. Evidentemente la manovra ha senso quando è necessario spostare la Torre di Re sull’ala di Donna e quando la casa d1 (d8) è buona per la Donna.
Di solito è il Nero che esegue la manovra di Geller perché il Bianco, avendo il vantaggio del tratto, ha una propensione maggiore a occupare colonne sull’ala di Donna (la manovra di Geller è quindi di solito una pratica difensiva).
Nella partita che diede il nome alla manovra (Bilek-Geller, Susa 1967), il Nero pareggiò il gioco impedendo che il Bianco, in caso di apertura della colonna a, ne prendesse il possesso:
N
1…Db6!? 2.Ac3 Tfc8 3.Tfe1 Dd8=.
In realtà la manovra di Geller appartiene alla vecchia strategia scacchistica quando si sopravvalutava una manovra che non era che una delle tante possibili nella posizione. Si pensi che nello spazio di valutazione di un decimo di pedone i migliori motori mettono almeno dieci mosse e 1… Db6!? non è che la decima!
Sostanzialmente, la manovra di Geller è troppo lenta per essere “sempre” buona. Diventa la migliore opportunità quando la Donna, uscita da d8 per altri scopi, vi fa ritorno perché la sua escursione non ha più obiettivi. Nella Gligoric-Bertok (Podgorica 1965; quindi due anni prima della Bilek-Geller; può darsi che Geller conoscesse questa partita!), il Bianco arroccherà corto e la Donna rischia di essere poco attiva in a5:
N
1,cxd5! (cambio di Alekhine) cxd5 2.Ae2 Tfc8! 3.0-0 a6 (era possibile subito 3…Dd8) 4.a3 Dd8! con leggero vantaggio del Bianco.