Il finale di Alfieri di colore contrario e pedoni ha una naturale tendenza alla patta.
La parte forte ha vita più facile quanto maggiore è il vantaggio di materiale, ma spesso anche due o tre pedoni possono non essere sufficienti (e in genere vi si arriva per una scelta del difensore che cambia gli altri pezzi che non gli avrebbero lasciato speranza in un finale così squilibrato come materiale), tanto che i sacrifici di pedone sono un’arma posizionale molto forte per mutare una situazione sfavorevole.
Attività degli Alfieri
Vale il principio dell’unica diagonale: entrambe le parti collocano l’Alfiere in modo che difenda i propri pedoni, ma arresti anche quelli avversari. Un Alfiere che deve impegnarsi in due direzioni è un handicap notevole.
Strategia della parte debole
La parte debole ha tre strategie prioritarie:
- cambiare l’Alfiere per uno o due pedoni entrando in un finale banalmente patto. Per esempio, se la parte forte ha due pedoni liberi, di cui uno sulla colonna h che promuove su colore diverso dall’Alfiere della parte forte, la parte debole può sacrificare l’Alfiere sul pedone non laterale e portare il Re nell’angolo del pedone di Torre.
- Attaccare i pedoni (Dvoretzky chiama questa strategia pedoni nel mirino) per forzarne l’avanzata o per bloccare il Re alla loro difesa; in genere questa strategia decide la migliore diagonale per l’Alfiere della parte debole.
- Costruire una fortezza cioè disporre i pezzi in modo che l’avversario non possa fare progressi.
Il secondo punto spiega perché in questo tipo di finali è opportuno utilizzare la metafora del Natale di Aagaard: individuare la posizione ideale dei pezzi (come se potessero farci un regalo di Natale); solo successivamente si può passare alle varianti concrete.
Il secondo e il terzo punto spiegano inoltre perché in questo finale vale un principio opposto a quello che vale nel mediogioco: la parte debole deve tenere i pedoni su case dello stesso colore dell’Alfiere in modo da difenderli facilmente.
Alfiere contro due pedoni
Le uniche posizioni in cui ha senso andare oltre alle regole sopraenunciate sono quelle in cui la parte forte ha almeno due pedoni passati uniti oppure no senza che l’avversario possegga pedoni che possano originare controgioco. I finali elementari sono quelli in cui i due pedoni sono uniti o alcuni scenari di patta con i pedoni separati da una o più colonne. Se i pedoni sono separati da due o più colonne, la posizione deve essere giocata. Il procedimento per vincere è uno solo: andare con il Re verso il pedone bloccato dall’Alfiere mentre l’altro pedone è difeso dal proprio Alfiere; il Re guadagna l’Alfiere e poi promuoverà l’altro pedone.
De la Villa indica una serie di regole generali che è utile tenere a mente per passare dal mediogioco a un finale superiore.
- Per la difesa, il Re deve controllare il pedone centrale e l’Alfiere quello sul fianco, bloccando contemporaneamente il Re avversario.
- Per l’attacco, Il Re deve penetrare nella posizione nemica, spesso con un aggiramento sul lato lungo. In questo suo cammino può essere ostacolato nel caso possieda un pedone di Cavallo.
- Più avanzato è il pedone laterale e meno probabilità ci sono di vincere; più avanzati sono i pedoni centrali e più alte sono le probabilità di vittoria (perché il Re forte ha meno o più possibilità di penetrare fra i pedoni).
Riassumendo:
Con i pedoni separati da DUE colonne
- Due pedoni d’Alfiere normalmente vincono.
- Con un pedone centrale e uno di Cavallo la patta è molto probabile, ma ci sono probabilità di vittoria se il pedone di Cavallo non è molto avanzato e l’Alfiere della parte forte controlla la casa di promozione.
- Con un pedone centrale e uno di Torre il finale è patto.
Con i pedoni separati da TRE colonne
- Con un pedone di Cavallo le probabilità di patta aumentano se è avanzato.
- Con un pedone di Torre il finale è generalmente vinto.
Con i pedoni separati da QUATTRO colonne
- Il finale è vinto perché il Re passa agevolmente fra i pedoni.
Vediamo un interessante esempio che è bene tenere a mente (Berger-Kotlerman, Arcangelo 1948):
N
1.Re2 b3 2.Rd1 Rb4 3.Ah7 Ra3 4.Ag6 Rb2 (4…b2 5. Ab1! e il Re nero non riesce ad andare in a1 5…Rb3 6.Re2=) 5.Af7 (pedoni nel mirino!) 5…Ra2 6.Ae6 Ra3 7.Af5=.
Vediamo un esempio più complesso dove la parte debole ha un pedone (Norlin, 1922):
B
Se fosse possibile, dove vorremmo posizionare i pezzi? Il Re bianco va in f8, l’Alfiere difende c7, ma il Nero non spinge il pedone. Ciò è possibile solo se l’Alfiere difende c7 e contemporaneamente impedisce a5: 1.Rc3! (1.Rc5? a5 2.Rb5 a4 3.Rb4 Rc8=) 1…Af7 2.Rb4 Ae6 3.Ae5! (3.Rc5?! Ab3!) 3…Rc8 [3…Af7 4.Rc5 Rc8 (4…Ab3 5.Rd6 Rc8 6.Ac3) 5.Rc6 Ae8+ 6.Rd6 Af7 7.Ac3 e poi Aa5] 4.Rb5 Rb7 (altrimenti Ra6) 5.Rc5 Ab3 6.Rd6 (minaccia Rd7) 6…Rc8 7. Ac3 e vince perché l’Alfiere si porterà in a5 e il Re in f8.
Posizioni con più pedoni di cui almeno uno passato
Quando la situazione si complica con la presenza di molti pedoni, oltre alle regole sopraesposte, se ne possono aggiungere poche altre:
- A chi è in svantaggio di materiale conviene cambiare pedoni.
- Se il Re della parte debole blocca il pedone, l’unico modo che la parte forte ha di sbloccare la situazione è di creare un secondo pedone passato.
- Se è l’Alfiere della parte debole che blocca il pedone, poiché l’unico modo di vincere è portare il Re su di esso, la parte debole deve con il Re difendere i propri pedoni e limitare il percorso del Re forte.