Il rigurgito nel neonato è un fenomeno assolutamente normale che si manifesta con la classica boccata di latte spesso emessa in occasione del “ruttino”; si tratta di un evento fisiologico comunissimo (la gran parte dei neonati rigurgita un paio di volte al giorno, ma la frequenza del problema è molto soggettiva) che non dovrebbe destare alcuna preoccupazione; molti genitori, però, lo vivono con una certa apprensione.
Il rigurgito compare fin dalle prime assunzioni di latte e tende a scomparire nel giro di un anno, al massimo entro un anno e mezzo.
Le reazioni al rigurgito sono molto soggettivi, alcuni bambini sono particolarmente infastiditi e arrivano a piangere molto spesso dopo il rigurgito, altri, al contrario, non sembrano molto toccati dal problema.
Rigurgito o reflusso gastroesofageo?
Per molti si tratta della stessa cosa; in realtà, qualche differenza c’è; il rigurgito propriamente detto si verifica a breve distanza dalla poppata (generalmente entro 25-30 minuti) e il materiale emesso è latte non digerito misto a saliva; l’aspetto del latte è assolutamente normale; nel caso di reflusso invece, il latte che fuoriesce è cagliato ed emano un odore piuttosto acre e sgradevole. Mentre il rigurgito è un fenomeno che possiamo tranquillamente definire fisiologico, il reflusso è un problema sicuramente più serio e fastidioso che potremmo definire come una sorta di rigurgito “patologico”.
Le cause del rigurgito nel neonato
Le cause del rigurgito nel neonato sono essenzialmente tre:
- immaturità del cardias
- tipo di alimentazione
- posizione del bambino.
Immaturità del cardias – Il cardias è l’orifizio di sbocco dell’esofago nello stomaco, una specie di “valvola” che ha il compito di impedire la risalita del contenuto del secondo nel primo; è necessario un po’ di tempo prima che il cardias inizi a lavorare in modo regolare e che l’apparato digerente raggiunga una maturità tale da assicurare un equilibrato e normale ciclo della digestione.
Tipo di alimentazione – Nei neonati la dieta è liquida e ciò favorisce la comparsa del problema; man mano che nell’alimentazione del piccolo vengono inseriti i cibi solidi, il rigurgito si manifesta sempre meno frequentemente.
Posizione del bambino – Il neonato passa la gran parte della sua giornata in posizione orizzontale, una posizione che sicuramente non è quella ideale per impedire il rigurgito.
Il rigurgito poi può anche essere favorito da un pasto eccessivamente veloce; alcuni bambini, infatti, assumono il latte con una foga eccessiva e molto velocemente e ciò può favorire il fenomeno del rigurgito.
Rigurgito nel neonato: cosa fare
Una prevenzione assoluta del rigurgito è impossibile, ma sicuramente è possibile adottare alcuni accorgimenti per diminuire la frequenza dei rigurgiti che, in diversi neonati, possono essere anche piuttosto frequenti.
La prima cosa che si può provare a fare è tenere il piccolo per circa un quarto d’ora in posizione eretta o comunque fino a quando non fa il ruttino; un’altra soluzione è quella di adagiarlo sul suo lettino con il capo sollevato di circa 30 gradi; ciò farà sì che il latte possa restare più facilmente nello stomaco per la digestione.

Il rigurgito compare fin dalle prime assunzioni di latte e tende a scomparire nel giro di un anno, al massimo entro un anno e mezzo
Nel caso in cui il bambino sia allattato al seno, può essere opportuno effettuare una pausa, di tanto in tanto, nel corso della poppata. Nel caso di bambini allattati con latte artificiale, potrebbe essere d’aiuto il passare a un latte addensato; ovviamente è compito del pediatra stabilire se questa soluzione può essere o no adottata nel caso specifico.
Quando il problema è più serio
In questi casi, siamo probabilmente di fronte a un problema di reflusso gastroesofageo; si tratta di una patologia che può interferire con il normale accrescimento e in alcuni casi causare un’erosione alla parte finale dell’esofago con conseguente esofagite.
Per essere sicuri che le varie manifestazioni siano effettivamente legate alla presenza di reflusso gastroesofageo, è necessario effettuare un particolare esame denominato pH-metria delle 24 ore. Si tratta di un esame che permette di registrare, per un periodo di 24 ore, il numero di episodi di reflusso e la loro eventuale correlazione con la posizione del bambino e con l’assunzione di cibi.
A seconda dell’esito dell’esame, il pediatra potrebbe in considerazione l’idea di somministrare farmaci antiacidi.
Rarissimamente sono necessari il cambiamento del tipo di latte o la somministrazione di altre tipologie di farmaci.