La poppata è una questione sulla quale molte neomamme si fanno numerose domande; i principali interrogativi riguardano le modalità più corrette (per esempio la posizione del bambino e della mamma stessa), la durata, la frequenza, la distribuzione nell’arco della giornata e così via.
Cominciamo col dire che non è semplicissimo (e peraltro sarebbe poco utile) dare risposte schematiche perché ogni bambino è una storia a sé e molto spesso la mamma deve adattarsi alle circostanze e, per certi versi, assecondarle.
Detto questo, è comunque possibile fornire alcuni suggerimenti di carattere generale che possono facilitare il compito delle donne che stanno allattando al seno (allattamento naturale).
La posizione del bambino
Una delle prime domande che le neomamme si pongono relativamente alla poppata riguarda la posizione del bambino. La questione in effetti ha la sua importanza perché un corretto posizionamento del neonato e della neomamma permette al primo di poppare nel miglior modo possibile e previene alla seconda fastidiose irritazioni ai capezzoli (fra i problemi di comune riscontro nelle prime settimane di allattamento troviamo, per esempio, le fastidiosi ragadi al seno) .

Posizione corretta dell’allattamento
La prima cosa della quale bisogna preoccuparsi quando si deve iniziare una poppata è quella di trovare una posizione comoda perché il momento della poppata può avere una certa durata. La schiena deve essere ben sostenuta, si mettano in grembo dei cuscini che aiutino a sostenere le braccia e si posino i piedi su un poggiapiedi o comunque su qualcosa che abbia la stessa funzione. Dopo essersi posizionate correttamente si deve accostare a sé il proprio bambino facendo sì che questi non sia costretto a voltare il capo per arrivare al capezzolo al quale devono essere rivolti bocca e naso. Il seno dovrebbe essere leggermente sostenuto così da fare in modo che esso non eserciti pressione sul mento del bambino; a questo punto è possibile attaccare il bambino al seno per iniziare la poppata; si deve tenere presente che il bambino deve essere sostenuto per la schiena.
Se, iniziata la poppata, si avverte dolore, è consigliabile interrompersi e riprovare.
In linea generale il bambino è attaccato bene se il suo naso sfiora il seno, se le sue labbra sono ripiegate verso l’esterno e se la bocca copre almeno un centimetro della zona che circonda la base del capezzolo.
Quella suggerita in precedenza può essere definita una posizione standard, ma, ovviamente, con il passare del tempo e l’accumularsi dell’esperienza, sarà possibile sperimentarne altre; esistono infatti varie prese che possono essere utilizzate per la poppata (la presa tradizionale, la presa sottobraccio, la poppata da sdraiate ecc).
La durata della poppata
Un’altra domanda frequente delle donne che allattano riguarda la durata della poppata. Come accennato in apertura, non vi sono regole fisse; generalmente la gran parte del latte viene succhiata in un arco di tempo compreso fra i cinque e i quindici minuti, ma non sono infrequenti casi di bambini che necessitano di più tempo per terminare la poppata. Di norma il bambino non andrebbe staccato dal seno, sarà lui a farlo in modo spontaneo; il neonato potrà sentirsi sazio dopo aver succhiato da un unico seno, altre volte richiederà di succhiare anche l’altro; è opportuno però che prima di cambiare seno ci si assicuri che la mammella si sia svuotata del tutto perché è proprio l’ultimo latte quello più ricco di sostanze nutrienti e quindi più saziante; il latte iniziale infatti serve soprattutto a dissetare il piccolo.
La durata della poppata può essere alquanto diversa fra una settimana e l’altra; ciò è essenzialmente legato alla crescita del neonato, più frequentemente il bambino si allatta, tanto più aumenta la produzione di latte. In linea generale però la poppata non dovrebbe prolungarsi oltre la mezz’ora; se infatti il tempo di suzione è superiore a tale limite si corre il rischio di ingestione d’aria (aerofagia) e conseguenti coliche (le coliche del neonato sono una manifestazione molto frequente, ma ciononostante destano spesso una notevole preoccupazione nei genitori).
Una suzione troppo lunga, inoltre, può provocare alla lunga delle irritazioni al capezzolo, irritazioni che possono portare alla comparsa delle già citate fastidiosissime ragadi che, tra l’altro, costituiscono uno dei fattori favorenti la comparsa di mastite puerperale (un processo infiammatorio di tipo acuto a carico della ghiandola mammaria e alla cui origine vi è la penetrazione di germi attraverso ragadi del capezzolo).
La frequenza
Non ci sono regole fisse nemmeno per quanto riguarda la frequenza delle poppate; vi sono infatti neonati che poppano a intervalli di un’ora per un periodo che va dalle due alle sei ore per poi dormire abbastanza a lungo, mentre altri poppano a intervalli regolari (ogni due o tre ore) per tutto l’arco delle 24 ore. Mediamente, un neonato necessita, nell’arco delle 24 ore, di un numero di poppate che può variare da otto a dodici.
Per contro, tempi di poppata troppo brevi o intervalli di tempo fra una poppata e l’altra eccessivamente dilatati, possono essere cause di ingorgo mammario.
L’igiene del seno
L’igiene del seno è molto importante; la neomamma infatti dovrebbe lavarlo prima e dopo ogni poppata; ciò consente di evitare l’insorgenza di mastite puerperale. Il seno deve essere deterso in modo molto scrupoloso con acqua; non si dovrebbe fare ricorso a pomate, unguenti o soluzioni detergenti. In commercio sono reperibili appositi fazzolettini per la detersione del seno durante la fase di allattamento; dopo l’utilizzo di questi fazzoletti non è necessario un risciacquo del seno. Si deve inoltre ricordare che anche le mani devono essere lavate accuratamente prima dell’inizio della poppata; è inoltre opportuna una buona igiene della biancheria.
Dopo aver deterso i seni alla fine della poppata e aver provveduto alla loro asciugatura, si dovranno coprirli con apposite compresse sterili; il neonato deve essere tenuto verticalmente per qualche minuto nell’attesa di sentire il classico ruttino.
Il “ruttino”
Il ruttino è il modo in cui il piccolo si libera dell’aria ingerita in eccesso durante la poppata; è importante perché è anche una forma di prevenzione dal rigurgito, un’eventualità che può essere pericolosa nel caso si verifichi durante il sonno. È bene precisare che il ruttino non è un “obbligo”, nel senso che, in alcuni casi, può essere benissimo che il piccolo non abbia ingerito una tale quantità d’aria da avvertire l’esigenza di liberarsene.
Come capire se il piccolo ha fame e se la sua poppata è adeguata?
Un altro quesito delle neomamme è relativo al come si può capire quando il bambino ha fame. Il pianto del piccolo può essere un modo di segnalare l’esigenza della poppata; altri segni possono essere l’aprire continuamente la bocca, la suzione dei propri pugni, i movimenti della testa da un lato all’altro ecc.
Viene poi da chiedersi come si può essere sicuri che il neonato assuma il corretto quantitativo di latte durante la poppata. Generalmente, se le poppate risultano adeguate, il bambino evacuerà almeno tre volte al giorno dopo il primo giorno; le scariche fecali saranno di colore giallo e ben grumose. Le minzioni, almeno sei a partire dal quarto giorno, saranno di colore chiaro. Non si dovrebbe poi registrare calo di peso a partire dal terzo giorno (la crescita media può essere stimata in 20-35 grammi al giorno a partire dal quinto giorno).
Alcuni segnali sul corretto andamento delle poppate arrivano anche dalla mamma; le mammelle dovrebbero aumentare di volume e si dovrebbe registrare un aumento della quantità e della qualità del latte a partire dal quinto giorno; i capezzoli non dovrebbero mostrare lesioni e la mamma non dovrebbe avvertire la sensazione di pienezza dei seni.
Se invece le poppate sono inadeguate è possibile che l’aumento ponderale del neonato sia inferiore ai 18 g giornalieri o comunque al mezzo chilo nel corso di un mese; il peso a 15 giorni di vita dovrebbe essere superiore a quello preso alla nascita.
Altri segnali di poppata inadeguata sono un numero di minzioni inferiore a sei (per giorno) con urine dal colore scuro e dall’odore pungente; le feci inoltre sono dure e asciutte e le evacuazioni sono inferiori a tre per giorno. Il neonato può anche manifestare il suo disagio per poppate insufficienti con pianti frequenti, con un atteggiamento letargico e con una manifestazione di insoddisfazione al termine della poppata; in alcuni casi può rimanere attaccato troppo a lungo al seno o, al contrario, può addirittura rifiutarlo.