Il termine lordosi identifica la curvatura, sul piano sagittale, a convessità anteriore, della colonna vertebrale (anche rachide). Una certa curvatura della colonna vertebrale è fisiologica; il termine quindi non indica di per sé una condizione patologica; le cose però cambiano se tale curvatura è decisamente accentuata; in tal caso si dovrebbe parlare quindi, più propriamente, di iperlordosi; al contrario, se la curvatura risulta decisamente ridotta, si dovrebbe utilizzare il termine ipolordosi. Molti però, anche se impropriamente, utilizzano il termine lordosi per riferirsi a un quadro dai connotati patologici.
Lordosi cervicale e lombare
Se osserviamo un rachide normale sul piano sagittale mediano, è possibile individuare due tipologie di curvature: le lordosi e le cifosi. Partendo dall’alto abbiamo quindi una lordosi cervicale seguita dalla cifosi toracica; troviamo poi la lordosi lombare e infine la cifosi sacro-coccigea.
Iperlordosi e ipolordosi
Si parla di accentuazione lordotica (iperlordosi) allorquando l’angolo di curvatura lombare è maggiore di 40-50 gradi (la variabilità del range dipende dai vari autori).
L’iperlordosi è un quadro patologico che viene riscontrato molto più frequentemente nei soggetti di sesso femminile; ciò dipende sostanzialmente da due fattori: una conformazione ossea differente da quella maschile e abitudini culturali diverse (molte donne indossano calzature con tacchi alti; tale abitudine provoca un accorciamento della muscolatura paravertebrale e costringe a una postura iperlordotica).
Un’accentuazione della fisiologica lordosi avviene anche nel corso degli ultimi mesi di gravidanza.
Perché è importante evitare un’ipo- o un’iperlordosi? Perché in presenza di una corretta lordosi la pressione viene distribuita in modo uniforme sui pilastri anteriore (disco e corpo vertebrale) e posteriore (faccette articolari); la colonna vertebrale risulta quindi più solida e sarà quindi in grado di sopportare senza particolari problemi pressioni di una certa intensità.
Un’accentuazione lordotica si verifica generalmente per due motivi: muscoli addominali deboli e retrazione dei muscoli ileo-psoas (muscoli che flettono e ruotano esternamente la coscia e flettono e inclinano lateralmente il tronco). Cosa fare quindi in presenza di un quadro di accentuata lordosi? La cosa fondamentale è quella di imparare a gestire correttamente la colonna vertebrale, sia nelle posture che nei movimenti che negli sforzi. È poi molto importante eseguire esercizi di allungamento dei muscoli ileo-psoas ed esercizi di allungamento dei muscoli che stabilizzano la colonna vertebrale.
In molti casi la lordosi subisce una determinata riduzione (si parla in questo caso di ipolordosi); ciò avviene generalmente a causa di posture statiche prolungate non corrette; il tipico caso è quello delle persone che svolgono lavori sedentari e che non effettuano un’adeguata attività fisica che compensi la loro sedentarietà.
La mancanza o l’accentuata riduzione della lordosi provoca a lungo andare debolezza, instabilità e minor resistenza della colonna vertebrale con conseguente incapacità di sopportare le pressioni.

Nella colonna vertebrale è possibile individuare due tipologie di curvature: le lordosi e le cifosi. Partendo dall’alto abbiamo quindi una lordosi cervicale seguita dalla cifosi toracica; troviamo poi la lordosi lombare e infine la cifosi sacro-coccigea.
Appare ovvio che questo quadro non può essere risolto soltanto attraverso massaggi e terapie di tipo farmacologico; diventa infatti indispensabile una modifica dello stile di vita che deve diventare più attivo. Sono poi da evitare, nei limiti del possibile, quelle posture e quei movimenti che costringono la colonna vertebrale in flessione; è altresì importante eseguire in modo corretto e con la giusta gradualità quegli esercizi che mobilizzano in estensione la colonna vertebrale.