Gli impianti dentali sono una conquista relativamente recente dell’odontoiatria, conquista che, nel giro di pochi anni, ha fatto passi da gigante; non è sicuramente azzardato affermare che oggi l’implantologia è diventata una delle branche più importanti della scienza odontoiatrica.
Un tempo, quando gli impianti dentali non avevano fatto ancora la loro comparsa, l’unico modo per rimpiazzare i denti perduti era ricorrere a protesi rimovibili (dette comunemente dentiere).
L’uso di questo tipo di protesi, tuttora molto diffuso, è però un rimedio a (relativamente) breve termine, nel senso che, dopo pochi anni, le protesi rimovibili generano problemi nella masticazione e nell’articolazione dei fonemi. Ciò è dovuto al fatto che dove si mette una dentiera le radici dei denti sono state estirpate. La radice non ha solo il compito di mantenere in sede il dente, ma anche quello di conservare l’osso mandibolare in buona salute. Mancando le radici, l’osso si ritrae molto più rapidamente. Senza il supporto dell’osso, la protesi diventa instabile, causa infiammazioni alle gengive, difficoltà a masticare e ad articolare le parole. Anche i lineamenti del volto si modificano, con una progressiva perdita nella qualità della vita (la masticazione è fondamentale per una corretta assimilazione del cibo) e dell’estetica. Per questo motivo, la cura a lungo termine per la perdita di un dente dovrebbe essere l’impianto dentale, oggi possibile con tecniche e materiali innovativi.
Di fatto, gli impianti dentali sono lo strumento finale attraverso il quale si vuole raggiungere il traguardo di una riabilitazione di quei soggetti che, a causa di problemi di svariata natura (patologie del cavo orale di una certa severità o eventi traumatici), hanno perduto uno o più denti.
La funzione degli impianti dentali è oltremodo importante; infatti, il ripristino della funzione masticatoria permette di migliorare altri aspetti che riguardano la qualità della vita; è indubbio che la mancanza di elementi dentali può creare problemi a livello digestivo, respiratorio, fonatorio, senza parlare del mero aspetto estetico.
Oggi è possibile effettuare impianti dentali che rimpiazzino denti singoli o anche intere arcate dentarie.
Impianti dentali: controindicazioni
L’intervento di implantologia dentale è una vera e propria operazione chirurgica e, come tale, non è esente da controindicazioni; ve sono alcune assolute e altre relative. Per quanto riguarda le prime si ricordano:
- immunodeficienza (sottoporre un soggetto immunodepresso a un intervento di implantologia dentale comporta rischi eccessivi)
- insufficienza renale
- cirrosi epatica
- patologie mentali o seri disturbi psicologici
- patologie neurologiche gravi (morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer)
- uso di sostanze stupefacenti
- processi neoplastici in atto
- chemioterapia in atto
- terapia radiante effettuata nei tre mesi prima dell’intervento di implantologia.
Per quanto concerne le controindicazioni relative si devono ricordare:
- diabete mellito grave
- patologie autoimmuni (per esempio l’artrite reumatoide e il LES)
- patologie cardiache, storia di valvulopatie o endocardite
- patologie della mucosa orale (stomatite erpetica, pemfigo, eritema multiforme ecc.)
- disturbi della coagulazione.
Un cenno in più va all’osteoporosi; nel caso si stia programmando l’inserimento di un impianto dentale, i principali problemi legati a questa condizione sono essenzialmente due:
- i farmaci assunti per contrastare la patologia (gli alendronati), in quanto ogni intervento di chirurgia odontoiatrica potrebbe avere come conseguenza un’osteonecrosi
- la qualità ossea non ottimale, per cui c’è un certo rischio che l’osteointegrazione dell’impianto dentale non sia ottimale.
Per quanto riguarda l’età, si tratta di un fattore che, in sé, non costituisce un problema particolare; vari studi effettuati hanno dimostrato che le percentuali di successo degli impianti dentali effettuati in pazienti anche molto anziani erano più che soddisfacenti; va ricordato comunque che si devono escludere i pazienti molto giovani, quelli sotto i 20 anni in quanto si trovano ancora in fase di crescita ossea e un intervento di implantologia è sicuramente sconsigliabile.
Impianti dentali: garanzie di riuscita
Chi vuole ricorrere agli impianti dentali si deve rivolgere a centri specializzati in quanto la scelta di materiali scadenti o una esecuzione non corretta dell’impianto dentale possono abbreviare di molto la vita del dente impiantato o addirittura causare danno all’osso. Oltre al danno economico (la spesa è notevole a seconda delle tecniche, da 1.500-5.000 euro a dente), si può avere quindi anche un danno estetico o alla salute della bocca.

Il 14,9% della popolazione italiana sopra i 14 anni dichiara di non avere più denti naturali: l’impianto dentale è un’alternativa alla classica dentiera
Le tecniche
Esistono sostanzialmente due tipologie di tecniche chirurgiche relative agli impianti dentali: la tecnica chirurgica a carico differito e quella a carico immediato.
La chirurgia a carico differito si articola in due fasi principali:
a) Si inserisce l’impianto nell’osso, ovvero una vite in titanio, materiale biocompatibile usato anche per molte altre protesi, come quelle ortopediche. La biocompatibilità del materiale è oltremodo importante perché la scelta di materiali altamente biocompatibili limita notevolmente i casi di rigetto.
La dimensione della vite varia da 3,5 a 6 mm di diametro e da 10 a 16 mm di lunghezza. Dopo l’inserimento della vite nell’osso, che avviene ovviamente in anestesia, la gengiva la ricopre e viene fissato sopra un dente provvisorio. Ha inizio quindi un processo biologico chiamato osteointegrazione, ovvero le cellule “invadono” il metallo e la vite viene inglobata completamente. Tale processo può durare da 3 a 6 mesi.
b) Al termine del periodo necessario all’osteointegrazione si fissano all’impianto dentale dei pilastri di protesi che fuoriescono dalla gengiva e sui quali si collegano i denti in ceramica. Prima di questa fase potrebbe essere necessaria una fase intermedia con pilastri provvisori per favorire la guarigione della gengiva e la predisposizione delle migliori condizioni della stessa per agganciare il dente finto.
La chirurgia a carico immediato consente di risolvere i problemi del paziente con un solo intervento; non sarà quindi necessario attendere il periodo necessario a verificare il livello di osteointegrazione.
Non sempre si può ricorrere alla chirurgia a carico immediato; il ricorso a questa tecnica infatti dipende in gran parte da quella che è la situazione gengivale; se il problema alle gengive è risolvibile (per esempio una gengivite) basterà attendere il periodo necessario alla risoluzione della patologia; se invece il problema è di tipo strutturale, si dovrà ripiegare su altre modalità di intervento.
Una tecnica interessante di intervento è la cosiddetta tecnica All on Four; grazie a questa tecnica sono sufficienti quattro fori nelle ossa per poter applicare l’impianto dentale. Questo tipo di tecnica viene utilizzato in caso di impianti dentali completi. Con metodologie più tradizionali è necessario di forare in più punti l’osso mascellare o mandibolare in corrispondenza dei denti da sostituire. Quando utilizzabile, questa tecnica velocizza il processo di realizzazione dell’impianto.
Un’altra tecnica relativamente recente è la cosiddetta transmucosa, una tecnica che prevede l’inserimento degli impianti all’interno delle mucose e delle pareti molli della gengiva, non più nell’osso. L’intervento risulta naturalmente più rapido e semplice da effettuare. Spesso si accompagna alla tecnica di implantologia elettrosaldata che consiste nell’unione di tutte le emergenze tramite un filo di ferro che ne stabilizza l’assetto.
Per completezza accenniamo anche a una tecnica ormai quasi totalmente in disuso, la iuxtaendo (anche iuxtaossea). Nella tecnica iuxtaendo gli impianti dentali non sono costituiti da una vite, ma una base di titanio con una corona che avvolge l’osso. L’impianto dentale viene poi cementificato da una sostanza di origine biologica che lo fissa all’osso. Si tratta di un intervento meno tollerato rispetto all’impianto dentale endo-osseo e la sua scelta deve essere valutata attentamente. Comunque, come detto, sono ormai pochi gli studi dentistici che effettuano inserimento di impianti dentali con questa tecnica, considerata obsoleta, relativamente efficace e caratterizzata da un alto tasso di casi di infezione.
Le forme degli impianti dentali possono essere le più svariate (conica, cilindrica, a lama, a griglia, ad ago ecc.); la scelta di una o di un’altra dipende dal caso clinico in questione.
Impianti dentali e rigenerazione ossea
Se l’osso mandibolare o mascellare risulta insufficiente per un impianto dentale, è possibile ricorrere alle tecniche di rigenerazione ossea. Questo argomento viene trattato a parte nel nostro articolo Rigenerazione ossea.
Per approfondire
L’implantologia (un contributo di Staff Dentisti Italia)
I denti: strategie di prevenzione
I denti: materiali e strumenti