I dati AIFA sui vaccini sbandierati da chi combatte la battaglia contro i vaccini (o contro la vaccinazione obbligatoria) sono veramente solo un gioco con cui si stiracchiano i numeri.
Quello che stupisce è l’assoluta ascientificità con cui vengono commentati dati ufficiali. La cosa è gravissima perché il documento è stato consegnato dal Codacons alla procura di Torino senza nemmeno capire il clamoroso autogol che l’associazione consumatori (da sciogliere per manifesta incapacità di difendere i cittadini; in realtà molto spesso queste associazioni sono solo il modo con cui avere una certa “visibilità” politica) ha fatto nella propria porta.
In particolare i dati AIFA sui vaccini vengono stiracchiati:
- praticamente dando per certi tutti i casi sospetti.
- Confondendo la correlazione con la causa; un grave danno razionale: un bambino si vaccina, gli accade qualcosa nei 10 gg. seguenti, la colpa è del vaccino. Risibile, senza ulteriori indagini. Con questa filosofia si può sostenere che un qualunque farmaco, per esempio un antinfiammatorio, può uccidere, basta considerare il numero di chi lo ha preso e il numero delle persone morte per incidente stradale nei 10 gg. successivi, concludendo che gli antinfiammatori aumentano il numero di incedenti stradali. Risibile, ripeto, perché si evidenzia una correlazione e subito si stabilisce una causa.
- Riportando casi “segnalati”; poiché purtroppo molte persone nel nostro Paese hanno una scarsa coscienza medica e si bevono tutto ciò che l’alternativo alla medicina ufficiale vende, è abbastanza ragionevole pensare che chiunque abbia dei sospetti nei confronti dei vaccini segnali, aumentandone anche il grado di gravità, fenomeni per nulla legati ai vaccini stessi.
Anche senza considerare questi tre punti, la battaglia degli antivaccinari (si dovrebbedire antivaccinisti, ma il termine qui usato è per prendere una maggiore distanza da loro) è matematicamente persa in partenza. Leggete i dati AIFA: con il 90% di bambini vaccinati circa 150 casi gravi (ammesso e non concesso che per i punti 1,2 e 3 siano veramente gravi). Ora, se nessun bambino si vaccinasse i 50.000 casi di morbillo produrrebbero circa 1.500 casi di complicanze gravi. Leggete bene: 10 volte più dei danni da vaccini. Una persona con un minimo di cervello cosa farebbe?

In Italia, fu Luigi Sacco (1769-1836) a diffondere la vaccinazione contro il vaiolo
Quindi, una sola cosa agli antivaccinari: la matematica non è un’opinione.
P. S. Pur accettando questi numeri, molti pretenderanno ancora che il vaccinarsi sia una libera scelta. La loro posizione è simile a quella di chi pretenderebbe di lasciar libera la gente di andare in moto con il casco o senza casco. Se non vaccinarsi provoca un danno almeno dieci volte maggiore che il non vaccinarsi, lo Stato (esattamente come nel caso di chi pretenderebbe di andare in moto senza casco) ha il diritto di emanare una legge. Supponiamo che arrivi in ospedale un bambino affetto da complicazioni da morbillo: perché io dovrei accettare di contribuire a pagare le spese per le cure di un problema causato dall’assurdo comportamento dei suoi genitori? Chi è contro i vaccini dovrebbe imparare cosa vuol dire vivere in una società.
In una società una legge viene fatta (obbligo di portare il casco o obbligo della vaccinazione) considerando ovviamente il volere della maggioranza (siamo in democrazia) e il bilancio dei costi sociali che ne conseguono se l’obbligo non ci fosse. Conta il bilancio (cosa che gli antivaccinari non capiscono), non la totale innocuità o sciocchezze simili che si hanno solo in un mondo perfetto.Nel caso del casco come dei vaccini rischierebbe solo chi va senza casco o non si vaccina quindi è proprio la stessa cosa; in entrambi i casi il costo delle cure degli incidentati o di chi avesse gravi complicanze da malattie sono a carico della società che quindi decide per l’obbligo che minimizza le spese. Facile e non difficile da capire. Solo dimostrando che i costi sociali per gli effetti collaterali dei vaccini superassero i costi per le complicanze delle malattie (cosa che non è, vedi sopra) avrebbe senso contestare l’obbligo. Il singolo caso non ha pregio nell’economia della società, a meno che uno non voglia uscirne.