Si parla di embolia polmonare (EP) quando un embolo ostruisce completamente o parzialmente uno o più rami dell’arteria polmonare (per le generalità sull’embolia si consulti l’articolo generale: Embolia).
L’embolia polmonare è la terza più comune emergenza cardiovascolare dopo l’infarto miocardico acuto e l’ictus cerebrale e rappresenta la principale causa di morte in gravidanza. Nel nostro Paese si stima un’incidenza annua di circa 100 nuovi casi ogni 100.000 persone; tale incidenza tende ad aumentare in modo progressivo, sia negli uomini che nelle donne, con l’avanzare dell’età; il picco di incidenza si registra nei soggetti over 70.
Le cause dell’embolia polmonare
Nella stragrande maggioranza dei casi (95% circa) un’embolia polmonare prende origine da una trombosi venosa profonda (si parla quindi di tromboembolia polmonare, TEP) a carico degli arti inferiori; raramente le tromboembolie si originano dalle vene delle braccia o dalle cavità cardiache destre. Una volta che le tromboembolie sono immesse nel circolo venoso possono interessare o entrambi i polmoni (è l’evenienza più probabile, 65% dei casi circa) o il solo polmone destro (circa il 25% dei casi) o solo polmone sinistro (10% dei casi circa). I lobi polmonari inferiori sono quelli più frequentemente coinvolti (circa quattro volte di più dei lobi superiori); in circa il 65% dei casi le tromboembolie si localizzano a livello delle arterie polmonari di medio o grosso calibro, mentre il 35% dei casi circa interessa le arterie di piccolo calibro.
Nel 5% dei casi gli emboli polmonari sono determinati da materiale non trombotico come aria, liquido amniotico (una delle cause delle embolie polmonari nelle donne in gravidanza), grasso (che spesso si formano dopo una frattura ossea), corpi estranei (schegge), parassiti (tenia e filaria), batteri piogeni ecc.
Fattori di rischio
L’embolia polmonare è caratterizzata dalla presenza di vari fattori di rischio che possono essere congeniti (per esempio deficit di antitrombina III, deficit di proteina C, deficit di proteina S, disfibrinogenemia congenita, deficit di plasminogeno, deficit di fattore XII ecc.) oppure acquisiti (età avanzata, tabagismo, obesità, neoplasie, aterosclerosi, insufficienza venosa cronica, iperomocisteinemia, scompenso cardiaco, gravidanza, policitemia, macroglobulinemia di Waldenstrom, lupus anticoagulans, assunzione di pillola anticoncezionale, terapia ormonale sostitutiva, ospedalizzazioni, interventi chirurgici, chemioterapia, traumi, fratture, infezioni di tipo acuto, lunghi viaggi aerei ecc.).
Segni e sintomi dell’embolia polmonare
La sintomatologia dell’embolia polmonare è alquanto variegata e dipende molto dalla gravità della situazione e dalle condizioni generali di salute del soggetto interessato; i sintomi e i segni che compaiono più comunemente sono:
- dispnea (difficoltà nel respirare; tende a manifestarsi dopo uno sforzo fisico di una certa entità, ma nei casi di maggior severità può fare la sua comparsa anche a riposo)
- dolore al petto (può essere più o meno intenso e ha la tendenza ad accentuarsi quando il soggetto tossisce oppure quando flette il busto)
- tosse (in alcuni casi è associata a emissione di sangue proveniente dalle vie respiratorie; in questo caso si parla di emottisi).
Altri segni e sintomi che possono manifestarsi in caso di embolia polmonare sono gonfiore alle estremità, colorazione bluastra della cute (cianosi), tachicardia (battito cardiaco accelerato oltre la norma) o altre forme di aritmia cardiaca, sudorazione eccessiva, giramenti di testa, svenimento, rialzo febbrile, ansia, irrequietezza, deficit neurologici ecc.
Quando la sintomatologia è particolarmente accentuata si parla di embolia polmonare massiva; in caso contrario di embolia polmonare non massiva.
Tromboembolie di piccole dimensioni possono essere asintomatiche.
Diagnosi di embolia polmonare
La diagnosi di embolia polmonare non è delle più semplici; uno dei motivi è legato alla sintomatologia che, per molti versi, è abbastanza simile a quella di altre condizioni morbose; si deve poi tenere conto che alcuni esami diagnostici (radiografia toracica ed esami del sangue) non sono dirimenti e che altri, più specifici, per l’embolia polmonare presentano un margine di rischio non minimale e quindi vengono eseguiti soltanto quando vengono ritenuti assolutamente indispensabili.
Di norma, nel caso si sospetti un’embolia polmonare, dopo il necessario esame obiettivo, il primo test diagnostico a essere eseguito è il dosaggio del D-dimero (se questo è negativo la tromboembolia polmonare viene esclusa); altri esami che possono essere eseguiti sono radiografia toracica, tomografia computerizzata, emogasanalisi, elettrocardiogramma, angiografia polmonare, SPECT polmonare, scintigrafia ventilo-perfusoria, ultrasonografia agli arti inferiori, ecocardiogramma ecc.
La diagnosi differenziale comprende tutte quelle condizioni patologiche che possono dar luogo a dispnea (difficoltà respiratoria) e/o a dolore pleurico e/o toracico.
Terapia dell’embolia polmonare
Il trattamento dell’embolia polmonare deve essere effettuato il prima possibile allo scopo di scongiurare gravi complicazioni o addirittura la morte.
Il trattamento riportato di seguito fa riferimento alle embolie polmonari che vengono causate da trombosi venosa profonda.
La terapia principale delle tromboembolie polmonari passa attraverso la somministrazione di farmaci ad azione anticoagulante (per esempio l’eparina e warfarin, quest’ultimo più noto con il suo nome commerciale, Coumadin), ma, a seconda dei casi, potrebbe essere necessario il ricorso a farmaci trombolitici.
Nel caso di embolia polmonare passiva (la forma più grave), se la terapia anticoagulante e quella trombolitica non hanno sortito gli effetti sperati potrebbe essere necessario ricorrere a interventi decisamente più invasivi quali l’embolectomia (un intervento chirurgico con il quale si isola il vaso e si interrompe temporaneamente il flusso sanguigno; in seguito si pratica un’incisione sul vaso dalla quale si fa uscire l’embolo) e il filtraggio cavale (introduzione di un filtro nella vena cava inferiore che impedisce agli emboli di raggiungere i polmoni).
La prognosi dipende soprattutto dalla gravità dell’ostruzione del vaso e dalla rapidità con la quale vengono effettuati gli interventi terapeutici; di notevole importanza anche lo stato di salute generale del paziente.
Ecco come Wikipedia tratta l’argomento Embolia polmonare.