L’eiaculazione retrograda è una condizione caratterizzata dal fatto che lo sperma viene eiaculato non all’esterno attraverso il pene (eiaculazione anterograda), bensì indietro nella vescica (ecco perché si utilizza il termine retrograda).
In condizioni normali, durante l’eiaculazione, il collo vescicale si chiude e lo sperma fuoriesce dal pene; nel caso di eiaculazione retrograda, invece, il collo vescicale rimane aperto e il flusso spermatico finisce all’indietro in vescica.
Non si tratta, al contrario di quanti molti pensano, di una condizione dolorosa e non è di impedimento per il raggiungimento dell’orgasmo; in sé, non ha conseguenze dannose a livello di salute generale, ma può essere causa di sterilità (si ha una diminuzione dello sperma eiaculato attraverso il pene, se non addirittura, in alcuni casi, una sua totale assenza).
Lo sperma finito in vescica verrà poi espulso insieme all’urina nel corso della minzione successiva al rapporto sessuale.
Eiaculazione retrograda: cause
La mancata chiusura del collo vescicale nel corso dell’eiaculazione riconosce diverse cause; di seguito un elenco di quelle più frequenti o comunque più importanti.
Una delle cause più frequenti di eiaculazione retrograda è la resezione endoscopica transuretrale prostatica (più semplicemente detta TURP); si tratta del più conosciuto intervento chirurgico effettuato nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna, una patologia che interessa soprattutto gli uomini over 50 (per inciso, ne sono colpiti circa l’80% degli uomini over 70); altri interventi chirurgici che possono avere come conseguenza l’eiaculazione retrograda sono l’adenomectomia prostatica, l’elettroresezione endoscopica degli adenomi prostatici benigni, gli interventi di chirurgia spinale e degli organi della pelvi ecc.
L’eiaculazione retrograda è molto frequente in coloro che sono affetti da diabete mellito; in questi casi il problema è da ricercarsi nella neuropatia diabetica (si ha un danno interessante la connessione nervosa alla vescica); altre cause sono le lesioni a livello spinale e le disfunzioni della prostata.
Va infine ricordato che il problema potrebbe essere di origine iatrogena, ovvero dovuto all’assunzione di determinati medicinali; alcuni principi attivi, infatti, accentuano i danni a livello eiaculatorio e determinano un’emissione retrograda dell’eiaculato; fra i farmaci che risultano maggiormente coinvolti nel disturbo vi sono i neurolettici, gli antipsicotici, gli antipertensivi e gli alfa-bloccanti. Il fenomeno è comunque reversibile e tutto torna alla normalità dopo la sospensione del trattamento farmacologico.
Eiaculazione retrograda od orgasmo secco?
L’eiaculazione retrograda non deve essere confusa con una condizione che popolarmente viene definita “orgasmo secco”; nell’orgasmo secco, a differenza di quanto accade con l’eiaculazione retrograda, non vi è emissione di sperma (tecnicamente si parla di aneiaculazione); va ricordato che, nel caso di orgasmo secco, le sensazioni orgasmiche sono pressoché analoghe a quello fisiologico (ovvero con emissione di sperma).
Diagnosi
Nel caso si sospetti eiaculazione retrograda è necessario effettuare un esame delle urine (come detto, lo sperma che finisce in vescica verrà poi espulso nel corso della minzione successiva al coito); l’analisi delle urine e l’esame urodinamico (un test che valuta la funzionalità di vescica e uretra) permetteranno una diagnosi certa.

Nel caso si sospetti l’eiaculazione retrograda è di fondamentale importanza che il paziente si rivolga al medico, perché la patologia può portare anche alla sterilità.
Va però precisato che nei soggetti affetti da azoospermia (assenza di spermatozoi nell’eiaculato), l’assenza di spermatozoi nelle urine non può escludere con certezza assoluta la presenza di eiaculazione retrograda; se lo specialista ha sospetti in questo senso richiederà la ricerca di fruttosio nelle urine (nello sperma la quantità di fruttosio è elevata).
Un altro esame che potrebbe essere richiesto è l’ecografia prostatica transrettale.
Cura
L’eiaculazione retrograda può essere causa di sterilità; è quindi consigliabile, in caso ci si renda conto di qualche anomalia nell’eiaculazione, consultare uno specialista in urologia.
In una discreta percentuale di pazienti (il 40%) il problema viene risolto attraverso una cura farmacologica con imipramina (un principio attivo appartenente alla categoria degli antidepressivi) o con pseudoefedrina.
In altri casi si fa ricorso alla cosiddetta elettroeiaculazione rettale, un trattamento in cui degli elettrodi vengono inseriti a livello dell’ano allo scopo di stimolare le vescicole seminali attraverso la parete rettale anteriore.