Il distacco di placenta (anche distacco placentare o, più raramente, abruptio placentae) è una condizione caratterizzata da una separazione prematura della placenta dalla parete uterina interna (più precisamente, in effetti, si dovrebbe parlare di distacco intempestivo di placenta o distacco prematuro di placenta).
Il distacco di placenta è un evento di notevole gravità che può mettere in pericolo la vita del feto e quella della gestante. Non deve essere confuso con la cosiddetta placenta previa, una condizione nella quale la placenta cresce sul fondo dell’utero, in corrispondenza della cervice e, quindi, in modo anomalo.
Il distacco intempestivo di placenta e la placenta previa sono fra le più importanti cause di emorragia ante-partum, una delle principali cause di morte della partoriente e del feto.
Il distacco di placenta si verifica in circa 1-2 casi ogni 200 gravidanze; nella gran parte dei casi si tratta di un distacco parziale; esso è la causa di circa il 15% dei decessi perinatali (si ricorda che il periodo perinatale è quello compreso fra la ventottesima settimana di gestazione le prime quattro settimane di vita neonatale) ed è responsabile di poco meno di un terzo delle emorragie ante-partum.
Gravità del quadro clinico
La principale classificazione del distacco placentare viene effettuata basandosi sulla sua gravità, ovvero basandosi sull’estensione di placenta che si stacca dall’utero; si possono quindi distinguere tre tipologie di distacco:
- distacco di placenta lieve (meno di un quarto di superficie placentare distaccata)
- distacco di placenta moderato (da un quarto a due terzi di superficie interessata da distacco)
- distacco di placenta grave (più di due terzi di superficie distaccata).
La gravità della situazione è da considerarsi poi tanto maggiore quanto più la gravidanza si trova in uno stadio avanzato; infatti, più avanti nel tempo si è con la gravidanza, maggiori sono i rischi corsi da gestante e feto. Nella gran parte dei casi, il distacco di placenta si verifica nelle ultime 12 settimane di gravidanza.
Distacco di placenta – Cause e fattori di rischio
Non sono note con precisione le cause che determinano il distacco di placenta; sono noti però diversi fattori di rischio che aumentano le probabilità che tale evento si verifichi; la presenza di un unico fattore di rischio potrebbe non essere sufficiente al verificarsi di un distacco placentare, ma contemporaneità di alcuni di essi potrebbe rivelarsi decisiva.
Fra i vari fattori di rischi si ricordano:
- precedente distacco placentare
- età della madre >40 anni
- disordini della coagulazione del sangue
- ipertensione arteriosa (pressione alta)
- pluriparità (la condizione della donna che ha partorito più volte)
- rottura prematura del sacco amniotico
- processi infettivi intrauterini
- funicolo breve
- traumi addominali
- fumo di sigaretta
- tossicodipendenza.
Sintomi e segni del distacco di placenta
La sintomatologia del distacco di placenta è alquanto variegata; nella gestante i sintomi più caratteristici sono sanguinamento vaginale, rapide contrazioni uterine, fragilità uterina, dolori addominali e lombari e shock.
Per quanto riguarda il feto, si possono avere ipossia, rallentamento del battito cardiaco e distress fetale.

Il distacco di placenta si verifica in circa 1-2 casi ogni 200 gravidanze; nella gran parte dei casi si tratta di un distacco parziale
Il sanguinamento vaginale è probabilmente il segno che riveste la maggiore importanza nel distacco di placenta; non è detto che la quantità di sangue che viene persa all’esterno sia quantitativamente correlata con la gravità del distacco; nei distacchi placentari moderati e in quelli gravi, infatti, l’emorragia è spesso nascosta e non si osservano cospicui sanguinamenti; nei distacchi placentari di lieve entità, invece, si verifica l’opposto; non sono ben note le ragioni di tale fenomeno. Comunque sia, le gestanti non devono mai prendere sottogamba una perdita vaginale perché, nel caso sia imputabile a un distacco placentare, si renderà necessario un tempestivo intervento medico.
L’emorragia può causare shock ipovolemico nella gestante (una condizione potenzialmente fatale) e, nel feto, ipossia e distress (anomalie cardiache, accrescimento intrauterino inferiore alla norma ecc.).
Fra i sintomi caratteristici c’è il dolore; la sua intensità è correlata alla gravità della situazione; nei distacchi placentari moderati e gravi, il dolore è piuttosto intenso, mentre nei distacchi placentari di lieve entità non è particolarmente importante.
Le rapide contrazioni uterine sono un altro sintomo importante e che non deve essere mai sottovalutato; i distacchi placentari gravi sono sempre caratterizzati da contrazioni uterine molto frequenti; insieme al forte dolore, l’alta frequenza delle contrazioni è quindi un indice importante della severità del quadro.
Il distacco placentare può dar luogo a diverse complicazioni; oltre allo shock ipovolemico si devono segnalare problemi nella coagulazione sanguigna, insufficienza renale e la necessità di rimozione dell’utero.
Per quanto riguarda il feto, si può avere morte intrauterina o nascita prematura.
Diagnosi
Se la gestante avverte anche uno dei segni o sintomi riportati nel paragrafo precedente deve rivolgersi il prima possibile al proprio ginecologo che effettuerà un esame fisico; può essere eseguita anche un’ecografia, ma è bene sottolineare che quest’ultima indagine non sempre è però risolutiva, perché talvolta, anche quando il distacco è in corso, non sono evidenti particolari anomalie.
La diagnosi differenziale si pone con la placenta previa.
Terapia
In molti casi i distacchi placentari si risolvono spontaneamente con la formazione di un ematoma retro-placentare che interrompe il sanguinamento ed è visibile all’ecografia. Spesso sono comunque necessari un periodo di ospedalizzazione, il monitoraggio delle condizioni della gestante e del feto e il riposo assoluto.
Nel caso non si sia a termine di gravidanza e vi sia un’attività contrattile è prevista la terapia con miorilassanti.
La trasfusione di sangue e l’intervento chirurgico riguardano i sanguinamenti massivi e le situazioni di emergenza per le quali è necessario ricorrere al parto e arrestare l’emorragia dall’interno. In alcuni casi potrebbe essere necessaria la rimozione dell’utero allo scopo di salvare la vita della gestante.