Il colostro è un liquido che viene prodotto dalle mammelle durante il periodo di gravidanza e nei primi giorni in cui la donna allatta; dopo sei o sette giorni, infatti, la mammella non produce più il colostro, ma il cosiddetto latte di transizione dopodiché si passa al cosiddetto latte maturo (per approfondimenti sull’allattamento e alle sue fasi si rimanda agli articoli Allattamento e Latte materno).
Il colostro (noto anche come primo latte) è un liquido abbastanza denso e appiccicoso dalla tipica colorazione giallastra che gli viene conferita dalla presenza abbondante di caroteni. Mediamente contiene un 45% di carboidrati, un 25% di proteine e un 30% di grassi.
In passato il colostro ha goduto di fama immeritata, veniva infatti chiamato latte guasto o anche latte della strega; molti medici infatti hanno sostenuto per lunghissimo tempo che questo particolare latte non dovesse essere consumato perché non avrebbe apportato alcun beneficio al neonato. Si tratta, invece, di una sostanza fondamentale per una corretta nutrizione del neonato. La sua importanza gli deriva dalla notevole digeribilità e dall’elevata presenza di linfociti e di immunoglobuline (molto più alta di quella riscontrabile nel cosiddetto latte maturo), in particolar modo di immunoglobuline A (IgA) la cui funzione principale è quella di proteggere l’organismo da pericolosi processi infettivi, in particolar modo da quelli che possono interessare l’intestino; seppur in minori quantità nel colostro sono presenti anche immunoglobuline G e immunoglobuline M; le immunoglobuline (o anticorpi, che dir si voglia) sono i principali componenti del sistema immunitario adattativo, mentre altre componenti appartengono al sistema immunitario innato (si consulti il nostro articolo Vaccinazioni per approfondire i concetti di immunità adattativa e immunità innata), fra queste si ricordano complemento e polipeptidi ricchi di prolina, lattoferrina, lisozima e lattoperossidasi. Altre sostanze contenute nel primo latte sono le citochine e vari fattori di crescita.
Il colostro si caratterizza inoltre per la notevole presenza di albumina, una sostanza che svolge importanti funzioni come per esempio il trasporto di numerose sostanze (ormoni, farmaci ecc.). È inoltre ricco di sali minerali e leucociti (i globuli bianchi); la presenza di lattosio non è particolarmente elevata.
Il colostro è inoltre dotato di una blanda azione lassativa; aiuta quindi il neonato a espellere le prime produzioni fecali contribuendo all’espulsione di bilirubina diminuendo quindi conseguentemente il rischio di contrarre l’ittero, una condizione che nei neonati viene considerata normale (l’ittero neonatale si verifica infatti nell’80% dei neonati pretermine e in quasi il 50% degli altri neonati), ma comunque fastidiosa; per approfondimenti su questo tema si consulti il nostro articolo Ittero.
La produzione del colostro
La produzione del primo latte dura dai 4 ai 7 giorni; quando il bambino viene allattato precocemente e in maniera frequente è probabile che la produzione del latte maturo avvenga prima di una settimana.
Oltre alla funzione immunitaria il primo latte riveste un ruolo importante nella protezione dell’apparato gastrointestinale; esplica infatti un’azione di “rivestimento” del tratto gastrointestinale, preservandolo dalla penetrazione di sostanze estranee e riducendo l’eventuale sensibilizzazione del neonato ai cibi che vengono assunti dalla madre.

Il colostro è un liquido che viene prodotto dalle mammelle durante il periodo di gravidanza e nei primi giorni in cui la donna allatta; dopo sei o sette giorni, infatti, la mammella non produce più il colostro, ma il cosiddetto latte di transizione, dopodiché si passa al cosiddetto latte maturo
Quando la madre non è in grado, per i più svariati motivi, di fornire il colostro al neonato, è possibile ricorrere a quello conservato di donatrici oppure sostituirlo con l’introduzione di immunoglobuline purificate.
Dopo sei o sette giorni la mammella non produce più il colostro, ma il cosiddetto latte di transizione dopodiché si passa al cosiddetto latte maturo.
Colostro vaccino
Il colostro riveste una certa importanza anche in campo veterinario; per esempio, nel caso dell’allevamento dei vitelli, questi ultimi vengono alimentati ricorrendo al latte artificiale, ma non nella prima settimana di vita, periodo nel quale vengono appunto nutriti con colostro, liquido ricco di sostanze ad azione difensiva.
Quantitativamente parlando, la somministrazione ottimale nei vitellini è pari a circa uno o due litri nelle prime ore dalla nascita; si passa poi a quantitativi superiori (tre o quattro litri circa) nell’arco delle prime 24-36 ore. Il colostro vaccino è un liquido dalla colorazione brunastra conferitagli dalla presenza di anticorpi. È ricco di sali minerali, utili a favorire l’espulsione del meconio (materiale contenuto nell’intestino del feto). Somministrazioni tardive sono pressoché inutili dal punto di vista della protezione immunitaria.
Il colostro vaccino può essere utilizzato anche per l’alimentazione dell’uomo, ovviamente dopo particolari processi di lavorazione che ne preservino le caratteristiche. Essendo privo di caseina non vi sono controindicazioni all’assunzione da parte dei soggetti intolleranti al lattosio.
Colostro ovino
Un ultimo cenno va al colostro ovino che viene utilizzato in Sardegna per la produzione di prodotti agroalimentari tipici sardi quali la ricotta e il formaggio di colostro ovino. Questi prodotti vengono prodotti in quantità limitate con il colostro secreto dalle ovine nei primi giorni dal parto e generalmente vengono destinati all’alimentazione di bambini e persone anziane.