L’allergia ai pollini (nota anche come pollinosi) è una condizione patologica che consiste essenzialmente in una reazione abnorme del sistema immunitario a un’inalazione di pollini che vengono prodotti da determinati tipi di piante. Si tratta di una forma di allergia IgE-mediata (come per esempio l’allergia alle arachidi). Ricordiamo innanzitutto che con il termine allergia si fa genericamente riferimento a una risposta esagerata del sistema immunitario al contatto con specifiche sostanze che vengono definite allergeni. Per approfondimenti sui concetti generali si consulti il nostro articolo Allergia.
Le manifestazioni relative all’allergia ai pollini si verificano soltanto in quei mesi in cui determinate piante fioriscono. Va però specificato che non tutte le piante che liberano i pollini scatenano delle reazioni allergiche (vedremo più avanti quali sono quelle che più frequentemente sono coinvolte); va altresì specificato che le manifestazioni allergiche si verificano soltanto nel caso in cui la concentrazione dei pollini superi un determinato livello.
L’allergia ai pollini è una patologia molto comune; difficile essere precisi sulle cifre; per quanto riguarda il nostro Paese, i più “ottimisti” parlano di circa 6 milioni di persone interessate (quindi circa un italiano su dieci), i più pessimisti addirittura stimano il coinvolgimento di 12 milioni di persone; altri autori fanno numeri intermedi (8-10 milioni di soggetti colpiti). Comunque sia, il fenomeno è sicuramente di notevole portata, non solo numerica, ma anche a livello di impatto socio-sanitario. Si deve inoltre ricordare che le persone che soffrono di allergia ai pollini presentano molto frequentemente anche un’ipersensibilità ad altri allergeni quali, per esempio, i peli dei cani e dei gatti e alcuni tipi di acaro.
Diffusione
Negli ultimi due decenni l’incidenza dell’allergia ai pollini ha avuto un significativo e progressivo aumento; si è osservato che tale aumento è soprattutto concentrato nelle zone maggiormente sviluppate e industrializzate (può sembrare paradossale dal momento che nelle zone rurali le piante sono molto più numerose); molti autori ritengono che esista una forte connessione fra l’aumentata comparsa della patologia e l’aumento dell’inquinamento atmosferico; quest’ultimo, infatti, provoca uno stato infiammatorio cronico a livello delle vie respiratorie e ciò facilità la penetrazione delle sostanze irritanti. A conferma di ciò, il numero crescente di quei casi di allergia ai pollini che si ripresentano in età adulta, anche molto avanzata, e che erano state silenti una volta superato il periodo adolescenziale.
Fino ad alcuni anni fa, infatti, le allergie ai pollini erano per lo più un problema che interessava maggiormente i bambini e gli adolescenti e avevano la tendenza a scomparire con la crescita, quando l’organismo aveva “imparato” a reagire in modo corretto agli allergeni: in sostanza, l’inquinamento urbano sembra indebolire il sistema immunitario che ritorna a essere più esposto alle aggressioni.
Allergia ai pollini – Cause
Le cause per cui alcune persone sviluppano l’allergia ai pollini non sono del tutto note. Sappiamo che, in generale, le allergie sono patologie atopiche (per atopia s’intende una forte reattività nei confronti di agenti normalmente innocui) caratterizzate dalla presenza di anticorpi specifici (immunoglobuline E, IgE). L’allergene, introdotto una prima volta nell’organismo, rimane latente, ma induce formazione di anticorpi specifici. A una seconda introduzione, l’organismo, ormai allergizzato, risponde con l’immediata, o quasi, attuazione di fenomeni clinici evidenti.
Alla base dei processi infiammatori vi è la formazione di istamina favorita dal contatto dell’allergene con gli anticorpi. Tra le cause delle allergie si riconoscono sia fattori genetici (le probabilità di sviluppare un’allergia sono più alte in soggetti con casi familiari di allergia) e ambientali.
I pollini implicati nelle reazioni allergiche
Le principali categorie di pollini che sono implicate nelle reazioni allergiche sono quelle di pollini arborei, pollini delle graminacee e pollini erbacei.
Per quanto riguarda la prima categoria, le famiglie che più di altre si rendono responsabili di allergia ai pollini sono le Betulacee (betulla e ontano), le Corylacee (carpino bianco, carpino nero e nocciolo), le Fagacee (castagno, faggio e quercia), le Oleacee (frassino e olivo) e le Plantanacee (platano).
Per quanto concerne la seconda categoria si ricordano le graminacee spontanee (codolina, erba dei prati, erba mazzolina, logliarello e paleo odoroso) e le graminacee da coltivazione (avena, frumento, mais, orzo e segale).
Per quanto riguarda la terza categoria ricordiamo le Asteracee (artemisia e ambrosia) e le Urticacee (parietaria).

Sono circa 20 milioni le persone (1 su 3) che in Italia soffrono di allergia ai pollini
I mesi nei quali si verificano maggiori problemi sono quelli in cui le temperature sono mediamente più elevate, ovvero quelli che vanno da marzo a settembre; solitamente i picchi di reazioni allergiche si registrano nel bimestre marzo-aprile.
A seconda del periodo di insorgenza della sintomatologia si distinguono allergie precoci (pre-primaverili) relative ai pollini delle piante che fioriscono da dicembre a maggio, allergie primaverili-estive (sono le più comuni e sono relative ai pollini delle piante che fioriscono fra aprile e settembre) e allergie estivo-autunnali (non molto comuni; sono relative ai pollini delle piante che fioriscono tra agosto e settembre).
Si deve inoltre ricordare che le persone che soffrono di allergia ai pollini presentano molto frequentemente anche un’ipersensibilità ad altri allergeni quali, per esempio, i peli dei cani e dei gatti e alcuni tipi di acaro.
Allergia ai pollini – Sintomi e segni
Le allergie ai pollini interessano in particolar modo l’apparato respiratorio e quello oculare (ma non solo) e si manifestano generalmente con sintomi e segni quali congestione nasale, naso gocciolante, starnuti, tosse, respirazione faticosa talvolta associata a senso di costrizione al petto, prurito (al naso, sul palato o in gola), infiammazione delle mucose, gonfiore, occhiaie bluastre (le cosiddette occhiaie allergiche), fotofobia, cefalea frontale, riduzione del senso dell’olfatto e del gusto; alcune persone accusano anche insonnia, irritabilità e senso di affaticamento; nella gran parte dei casi i vari segni e sintomi sono piuttosto fastidiosi, ma relativamente importanti; in alcuni casi però si possono avere manifestazioni più pesanti, simili a quelle dell’asma con difficoltà di respirazione anche piuttosto gravi; in casi rarissimi la reazione allergica può talmente forte da indurre uno shock anafilattico con rischio di perdita di coscienza e anche di morte (lo shock anafilattico è la più grave forma di reazione allergica).
Diagnosi
La diagnosi di allergia ai pollini si basa su anamnesi, esame obiettivo ed esami di laboratorio.
L’anamnesi ha un ruolo fondamentale nella diagnosi; infatti, vista la predisposizione ereditaria delle patologie allergiche, la ricerca della familiarità alle allergie è estremamente importante.
Il medico dovrò essere messo inoltre al corrente dei vari sintomi che la persona accusa e delle modalità con le quali la sospetta allergia si manifesta (stagionalità dei sintomi, frequenza degli episodi, andamento nel tempo della sintomatologia ecc.).
Con l’esame obiettivo si ricercano i tipici segni che caratterizzano la malattia allergica che si sospetta.
Spesso per la diagnosi di allergia sono sufficienti i dati anamnestici e l’esame obiettivo, ma, nel caso si nutrano ancora dubbi, si potrà ricorrere agli esami di laboratorio che essenzialmente sono di due tipi: test in vitro (come il RAST e il PRIST) e test cutanei (le prove intradermiche e i prick test). Per i dettagli rimandiamo al paragrafo La diagnosi di allergia presente nell’articolo generale sulle allergie.
Allergia ai pollini – Rimedi
Sfortunatamente non esistono rimedi per le allergie da pollini che possano dirsi risolutivi. In particolari casi di allergia è possibile tentare il processo di desensibilizzazione, una terapia che consiste nel fornire al soggetto allergico l’allergene responsabile in dosi gradualmente crescenti allo scopo di favorire la formazione di immunoglobuline G che blocchino l’antigene prima che questo aderisca alle immunoglobuline E.
Per approfondire la questione si rimanda al nostro articolo Immunoterapia specifica (ITS).
Un certo aiuto arriva anche dai farmaci. Fra i rimedi farmacologici principalmente utilizzati si ricordano gli antistaminici come la loratadina, la cetirizina, l’ebastina e la desloratadina (servono soprattutto ad alleviare alcuni dei più comuni segni e sintomi della reazione allergica ai pollini quali starnuti, prurito e naso gocciolante; non sono particolarmente efficaci contro la congestione nasale), i decongestionanti quali pseudoefedrina, fenilefrina, oximetazolina e nafazolina (come facilmente si intuisce servono ad alleviare la fastidiosa congestionale nasale praticamente sempre presente nel caso di allergia ai pollini; il loro utilizzo deve essere limitato a pochi giorni perché, nel lungo termine, un loro uso continuato determina, paradossalmente, un peggioramento della congestione nasale), gli inibitori dei leucotrieni (sono farmaci che inibiscono l’azione dei leucotrieni, sostanze che provocano alcuni sintomi tipici dell’allergia ai pollini quali, per esempio, l’eccesso di secrezioni mucose) e il sodio nedocromile (è un farmaco che serve ad alleviare la sintomatologia della rinite allergica; la sua efficacia è maggiore nel caso in cui venga utilizzato in modo preventivo).
In casi particolari il medico potrebbe anche prescrivere la somministrazione di corticosteroidi per via nasale (budesonide, mometasone, triamcinolone ecc.).
Un farmaco particolarmente interessante è l’omalizumab (nome commerciale Xolair). Il principio su cui si basa questo farmaco è semplice: anziché bloccare l’istamina che è il prodotto della reazione del nostro corpo con l’allergene, blocca l’azione delle immunoglobuline E (IgE) e, conseguentemente, il corpo si comporta come se l’allergene non ci fosse. Attualmente il trattamento con Xolair deve essere considerato solo per i pazienti con asma di accertata natura IgE-mediata.

L’allergia ai pollini è una condizione patologica che consiste essenzialmente in una reazione abnorme del sistema immunitario a un’inalazione di pollini che vengono prodotti da determinati tipi di piante
Alcuni consigli
Oltre ai necessari trattamenti farmacologici, la sintomatologia dell’allergia ai pollini può essere ridotta mettendo in atto alcuni semplici accorgimenti.
Il primo ovvio consiglio è quello di ridurre l’esposizione agli allergeni; lo si può fare evitando di programmare uscite all’aperto nelle giornate particolarmente secche e ventilate; si deve altresì evitare di soggiornare a lungo nei campi o nei prati (il consiglio vale in particolare modo per coloro che soffrono di allergia alle graminacee, a maggior ragione dopo il taglio del fieno); nei periodi più a rischio, dopo un’escursione o una passeggiata all’aperto, è opportuno farsi una doccia; si eviti anche di appendere il bucato all’esterno (eventualmente si può ricorrere all’asciugatrice). Se si è costretti a svolgere alcune incombenze all’aperto (per esempio lavori di giardinaggio) si può indossare una mascherina antipolvere.
È bene anche essere sempre informati sul periodo di fioritura delle piante i cui pollini scatenano la nostra allergia (a seconda delle zone, certe piante fioriscono prima o dopo); nel caso in cui si prevedano elevati livelli di polline nell’aria (ricordandosi che le ore peggiori sono quelle mattutine) è opportuno consultare il proprio medico per concordare una strategia farmacologica preventiva e tenere chiuse, nei limiti del possibile, porte e finestre.
L’ultimo consiglio è quello di tenere il più pulita possibile l’aria interna della propria abitazione; per esempio si puliscano tappeti e pavimenti con una certa frequenza, si eviti che l’aria interna sia troppo secca e si utilizzino dei filtri specifici contro l’allergia nel proprio sistema di ventilazione.
Dieta per l’allergia ai pollini
Chi segue il nostro sito sa che siamo spesso molto critici con diverse “diete per…”; la dieta per l’allergia ai pollini però ha un senso perché, in effetti, esistono diversi alimenti che hanno un contenuto di allergeni che sono comuni ad alcune piante.
Per approfondire questo argomento rimandiamo al nostro articolo Dieta per le allergie ai pollini.