Il gatto del Bengala è una razza di felino ottenuta molto recentemente all’incrocio di gatti domestici di varie specie (siamesi, abissini o burmesi) e il gatto selvatico detto gatto leopardo (Prionailurus bengalensis) originario dell’Asia, specie delle zone di Indonesia, Cina e India. L’incrocio è stato studiato e realizzato dal Dott. Centerwall nel 1973, mentre cercava una specie da rendere immune alla leucemia felina (l’immunità a questa malattia è, infatti, una caratteristica posseduta dal gatto leopardo). Purtroppo l’esperimento non ebbe i risultati sperati, e la leucemia felina è ancora oggi una patologia gravissima che affligge i nostri gatti domestici. Dall’incrocio è nato il gatto del bengala, oggi riconosciuto in Europa dal 1991 e in crescente diffusione. Dopo la quinta generazione dall’incrocio, la percentuale genetica della componente selvatica non supera il 3-5%.
Indice

Il gatto del bengala ha il caratteristico mantello maculato assai simile a quello del leopardo
Caratteristiche fisiche
Il gatto del bengala ha il caratteristico mantello maculato assai simile a quello del leopardo. Nello standard della razza sono ammesse anche striature, che devono però avere posizioni ben precise. La presenza della componente selvatica nella sua genetica è testimoniata dalla corporatura possente e muscolosa, dalle zampe forti e dalla taglia importante (il maschio raggiunge, infatti, i 9 kg di peso). È un gatto dalla testa proporzionata e con orecchie medio-piccole, ha il pelo corto, più lungo negli esemplari giovani. La coda è tozza, portata arrotolata in alto e con la punta generalmente tutta nera. Gli occhi sono blu, verdi o gialli. Il naso è grande e lo stop è appena accennato.
Gatto del Bengala – Carattere
La presenza di una componente selvatica nella sua genetica fa sì che si possano presentare tratti tipici di un gatto selvatico, con un’indole abbastanza indipendente; è importante che la socializzazione con la vita familiare inizi fin dai primi mesi di vita per evitare che il gatto si isoli e diventi di difficile gestione. Tuttavia, se proviene da una buona selezione e opportunamente educato, può essere mansueto e affettuoso.
Caso abbastanza raro tra i felini domestici, il gatto del bengala ama l’acqua.
Riesce ad adattarsi alla vita di appartamento, ma ha bisogno di buoni spazi dedicati, dove possa correre, saltare e affilare le unghie. Molto curioso, attivo e atletico, ottimo cacciatore, non ama rimanere da solo a casa.
Salute e vita media del gatto del bengala
Il gatto del bengala gode generalmente di ottima salute e non ha predisposizione a particolari patologie. Ha un’aspettativa di vita media che arriva ai quindici anni.
Le cure
La cura di un gatto del bengala si limita alla spazzolatura del pelo e alla manutenzione delle unghie, che devono essere spuntate con le apposite forbicine. Per il resto, deve seguire le normali profilassi vaccinali previste per i normali gatti domestici.
Visto il carattere esuberante, può essere difficile gestire esemplari non sterilizzati, pertanto la castrazione/sterilizzazione (si vedano Sterilizzazione del gatto femmina e Sterilizzazione del gatto maschio) è una prassi consigliata per questa razza, generalmente attorno ai sette mesi.
Gatto del Bengala – Prezzo dei cuccioli
Il gatto del bengala è uno dei felini domestici più costosi, a causa del laborioso lavoro d’incroci e selezione. Il prezzo dei cuccioli di gatto del bengala con pedigree può arrivare, infatti, a superare anche i 2.000– 2.500 euro per i migliori esemplari da esposizione, e comunque difficilmente è inferiore ai 1.200 euro.
Vista la delicatezza dell’operazione di selezione, si consiglia di rivolgersi ad allevamenti qualificati per essere certi di portare a casa un gatto mansueto.