Tipologia 1 – Gelosia possessiva
Difendere i propri affetti come una proprietà è il miglior modo di svilirli e ridurli a oggetto. Occorre ricordarsi che:
nessuno ha il diritto di togliere la libertà a un altro essere umano.
Non si può invocare un patto (la decisione di amarsi) o un contratto (il matrimonio, la convivenza ecc.) per arrogarsi il diritto di possedere la vita di un’altra persona (la mia donna, il mio uomo ecc.). Significherebbe ridurre quel patto o quel contratto a una catena o a una prigione.
La gelosia possessiva in genere si basa sul timore di essere lasciati e di avere uno scadimento della propria vita; è come chi ingabbia un bellissimo usignolo per sentirlo cantare tutti i giorni: non è meglio lasciarlo libero e credere che tornerà ogni mattina a cantare alla nostra finestra perché ci ama? Se non tornasse, vuol dire che manca una sintonia: anche se la cosa può far male, ci ha fatto un favore perché ci ha permesso di capire che non eravamo poi fatti l’uno per l’altro. Non è squallido tenere con sé qualcuno che non ci ama per farci amare un po’? Non è meglio diventare più autosufficienti e cercare un vero amore?
Tipologia 2 – Gelosia tirannica
Valgono le stesse considerazione della gelosia possessiva, con l’aggravante che la motivazione non è il timore di perdere la persona amata, ma l’offesa di essere abbandonati. Veramente pericolosa, probabilmente patologica, è alla base di molti fatti di sangue. Si deve correre ai ripari, capendo che pretendere di farsi amare è folle.
Tipologia 3 – Gelosia sentimentale
Si basa sull’idea che il romanticismo è positivo e che la gelosia è una dimostrazione d’amore. Meno grave delle altre, si associa in genere a posizioni estreme (Non posso vivere senza di te, l’amore è la cosa più importante ecc.). Se non capite che la vita non è fatta per soffrire, che è meglio ridere che piangere, che ci sono persone che vivono benissimo senza l’amore, o vivete ancora nell”800 o siete ancora adolescenti e non vedete i danni che il romanticismo esasperato fa nella vita di una persona (d’altra parte “ho perso la testa per” non significa “sono pazzo di” e, in ultima analisi, non descrive un soggetto che non connette bene e che si predispone a commettere anche gravi errori esistenziali?)