Il tema del suicidio assistito è tornato di grande attualità con la vicenda di dj Fabo (2017). La posizione di chi lo sostiene è chiara: ciò che conta è la qualità della vita:
- Quando questa è zero
- Quando non c’è speranza di miglioramento
- Quando il soggetto è abbastanza autonomo da scegliere il suicidio
allora il suicidio assistito (una forma di eutanasia) è umano.
Come corollario c’è il caso importante in cui il soggetto non sia cosciente (come nel celebre caso di anni fa Eluana Englaro) e quindi non si possa applicare il punto 3; in questo caso il tutore legale dopo un opportuno lasso di tempo fissato per legge e basato sulla ricerca medica attuale (punto 2 precedente) può decidere di sospendere ogni cura.
I vari punti richiedono tempistiche e pareri medici, ma la sostanza del ragionamento è quella sopraesposta.
Si deve sottolineare come su una vicenda personale si intrecci il futuro di un Paese. Nella mappa del “diritto di morire”.l’Italia è rossa il colore di dove tale diritto non c’è, e siamo insieme ai Paesi più retrogradi in Europa, insieme alla Turchia. Come dire che una nazione che non legifera correttamente su questo punto è una nazione di dinosauri.
Ovviamente il problema è la Chiesa, grande freno allo sviluppo e al progresso (non a caso pure la cattolicissima Irlanda è rossa). Anche questo è accettabile, se lla Chiesa vuole vivere nel passato, un po’ come gli Amish che vivono ancora come nel XVIII sec., faccia pure. Gli aspetti fastidiosi della vicenda sono però due:
- che i parlamentari cattolici sostengano che “lo Stato non può permettere il suicidio assistito”, arrogandosi il diritto di imporre uno Stato cattolico, alla faccia di tutti i proclami sulla divisione ipocrita fra Stato e Chiesa (impossibile, visto che il vero credente tenderà sempre a forgiare lo Stato secondo i dettami della sua Chiesa): i cattolici pretendono di decidere anche della vita dei non credenti.
- Che certa stampa, pur difendendo il diritto a morire, non si schieri contro il Vaticano, ma anzi cerchi di dimostrare che la religione cattolica direbbe altro: tipica posizione del neofariseo, ben più pericolosa del punto a).
Morale: con un’Italia che non ha il coraggio di mandare al diavolo (se esiste) la Chiesa resteremo sempre rossi e fra qualche decennio avremo il brillante primato di essere l’ultimo Paese incivile in Europa, vera porta fra la civiltà e il Terzo Mondo.

Fonte agi.it
La sentenza della Corte costituzionale
La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale (che in alcuni casi ha ritenuto non punibile l’aiuto al suicidio, finora reato dall’articolo 580 del Codice penale) non ha smosso più di tanto le acque perché l’aiuto al suicidio continuerà a essere reato nella quasi totalità dei casi. Le eccezioni devono riguardare queste nove condizioni:
- Patologia irreversibile
- Il soggetto deve essere già inserito in un percorso di cure palliative.
- Al soggetto deve essere già stata fornita e non solo offerta un’assistenza psicologica
- Intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, nonostante la terapia del dolore
- Il soggetto deve già trovarsi sottoposto a trattamenti di sostegno vitale, senza i quali non può continuare a vivere.
- Capacità di prendere decisioni libere e consapevoli. La persona che desidera morire attraverso un processo medicalizzato deve essere nel pieno possesso delle sue facoltà, dimostrando di saper assumere – nonostante la fragilità delle sue condizioni psico-fisiche – decisioni libere e consapevoli.
- Parere del Comitato etico territorialmente competente
- Tutta la procedura di morte deve essere stata presa in carico dal Servizio sanitario nazionale.
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