La strategia dello struzzo si può esprimere come la scelta di prendere in considerazione solo gli aspetti positivi di una situazione. Secondo la credenza comune*, lo struzzo, in caso di pericolo, nasconderebbe la testa sotto la sabbia, sicuro così di non subire il danno (non lo vede!). Così negli affetti e nel lavoro, molte persone non fanno che considerare ottimisticamente ciò che funziona, dimenticando cosa non va, a volte con esiti disastrosi. Il successo nel lavoro, per esempio, dipende molto più dall’analisi dei fattori negativi che dall’esaltazione di quelli positivi.
Anche i rapporti interpersonali sono spesso oggetto di grossolani errori che ci infelicitano la vita. Non solo la scelta sbagliata di un partner, ma anche i rapporti con amici che poi non si dimostrano tali o con colleghi di lavoro che ci deludono sono casi comuni di rapporti difficili. A volte un rapporto difficile con una persona non dipende da noi, ma in altri casi diamo sicuramente un grosso contributo a una situazione non ottimale.
I problemi fra le persone nascono proprio da un meccanismo simile a quello che in campo sociale genera i contrasti fra i gruppi (se per un gruppo X è un diritto mentre per l’altro gruppo è un delitto, i due gruppi saranno incompatibili, si veda il principio di incompatibilità). Sul piano personale, se per Tizio X è un valore e per Caio il valore è l’opposto di X, Tizio e Caio sono incompatibili e quindi non potranno mai andare d’accordo. Purtroppo le persone invece cosa fanno?
Anziché scoprire le diversità cercano di scoprire i punti di contatto
e “si illudono” che il partner, l’amico/a, il/la collega siano uguali a loro, salvo poi scoprire più tardi (quando ormai sono coinvolti) che su molte cose la pensano in modo diametralmente opposto. Quindi, regola generale:
cercate prima le incompatibilità e non avrete sorprese.
Ma perché le persone fanno come lo struzzo e nascondono la testa sotto la sabbia per non vedere le incompatibilità di chi sta loro vicino? Alcune volte per disperazione esistenziale (vedasi la strategia dell’ultima spiaggia che può essere considerata una variante estrema della strategia dello struzzo), ma occorre però rilevare che la strategia può essere impiegata da tutti, a prescindere dalla criticità della personalità.
Così un romantico può essere attratto da una donna bella, intelligente, spiritosa, ma insensibile. Una volta avviata la relazione si “accorgerà” di questa insensibilità e, se non avrà il coraggio di troncare subito, andrà incontro a momenti difficili. Così un’insufficiente potrà essere attratta da un uomo ricco, salvo poi scoprire che è noioso, superficiale ecc. Questi due stereotipi sono abbastanza comuni e dimostrano come il più delle volte i nostri problemi ce li creiamo da soli per una valutazione affrettata e superficiale della situazione.
Esistono anche casi più sottili e interessanti. Uno è sicuramente quello dell’apparente che accetta, per interessi di lavoro, i rapporti con persone con lui sostanzialmente incompatibili, subendo una schiavitù indotta a fronte di benefici economici. Un altro è quello di chi ha una fragile autostima e ha bisogno dell’approvazione altrui per “sentirsi grande”.
Un mio amico si dette al ping pong semplicemente perché un istruttore di ping pong gli fece casualmente presente che “con i riflessi che aveva poteva riuscire bene”; dopo pochi mesi abbandonò perché “in fondo a lui del ping pong non importava nulla”. L’esempio mostra come molte persone sono disposte ad accettare chi le incensa e ne apprezza la vita, a prescindere da ogni valutazione sulla compatibilità. Quando poi i nodi vengono al pettine, il rapporto scoppia.
Anche le convenzioni sociali danno una grossa mano alla strategia dello struzzo; si pensi all’accettazione automatica di parenti che, se non fossero familiari, sarebbero al di fuori della nostra vita.
Nella pagina Personalità e sovrappeso trovate l’esempio forse più comune con cui si cerca di limitare i danni della strategia dello struzzo.

Chi adotta la strategia dello struzzo sceglie di prendere in considerazione solo gli aspetti positivi di una situazione.
Essere top
Molti mi hanno paragonato a personaggi dai quali sono distantissimo. Analogamente molte persone pensano di essere in sintonia con il sito. Ho detto più volte che, conoscendole poi di persona o via mail, ho notato che sono molto distanti.
Essere top è il risultato di un processo, di un cammino. Ovviamente non si può escludere che uno entri per caso nel sito, ne legga e studi la concezione di fondo e si trovi “automaticamente” top. Vuol dire che quel cammino lo ha già percorso per conto suo. Però può anche essere che l’occasionale visitatore applichi la strategia dello struzzo.
Come è possibile questo fraintendimento? Non penso sia dovuto alla volontà di apparire sulla mia stessa lunghezza d’onda, in fondo non sono un personaggio notissimo. A volte ho notato che farebbe piacere essere considerati top (un termine particolarmente azzeccato o accattivante), ma non penso che questo desiderio basti a nascondere profonde diversità.
Sono invece convinto che molti si ritengono top (oppure appartenenti a un gruppo qualsiasi che per loro abbia una certa valenza positiva; la strategia dello struzzo è per esempio applicata dai cattolici neofarisei) semplicemente perché applicano la strategia dello struzzo: anziché cercare le incompatibilità con il modello dei Top People, si limitano a verificarne punti comuni e a concludere affrettatamente che anche loro vi appartengono.
* La credenza che lo struzzo in caso di pericolo nasconda la testa nella sabbia è dovuta a un grossolano tentativo di nascondersi in un habitat che, viste le dimensioni dell’animale, non offre granché. Lo struzzo tenta quindi di mimetizzarsi e di rimanere immobile, si china con il collo disteso e con il corpo appiattito a terra, cercando di sembrare un cespuglio o una roccia.