Le definizioni di magia sono molte; per alcuni è un’arte, per altri è uno dei frutti della superstizione e dell’ignoranza, altri la considerano addirittura una scienza (la scienza delle scienze…).
Più semplicemente potremmo definirla come una pratica i cui scopi sono quelli riuscire a dominare e influenzare determinati eventi o persone attraverso l’ausilio di determinati riti, formule o gesti.
Il termine deriva probabilmente dal termine greco con il quale venivano indicati gli antichi magi (Μάγοι) e con esso si faceva riferimento a una parte della dottrina di questi sacerdoti relativa a pratiche quali l’evocazione degli spiriti e delle persone defunte, la taumaturgia (l’operare prodigi tramite la cooperazione di spiriti benefici o maligni) e la predizione degli eventi futuri.
Si può tranquillamente affermare che la magia è stata presente fin dagli albori della civiltà.
Attualmente con il termine si tende spesso a far riferimento a ciò che in molte occasioni non è né fisicamente né scientificamente dimostrabile. Anche nel pensiero comune, quindi, la magia è quindi qualcosa di totalmente diverso dalla scienza.
Magia bianca, magia nera e magia rossa
Una distinzione che spesso viene utilizzata è quella fra magia bianca e magia nera. Tale distinzione fa riferimento agli scopi che l’operatore (ovvero il mago) si prefigge; si parla di magia bianca quando il fine è di tipo benefico (e la sua pratica coinvolgerebbe quindi entità positive come angeli o spiriti buoni) e di magia nera quando i fini sono malvagi; la pratica di quest’ultima coinvolgerebbe quindi presenze di tipo negativo (i demoni).
Non tutti gli operatori danno per buona questa distinzione considerando le pratiche magiche come un mezzo neutro che può assumere valenza negativa o positiva a seconda di come lo si usa.
Una forma poco nota è la cosiddetta magia rossa, una branca di quella nera che spesso viene richiesta per il raggiungimento di determinati scopi sentimentali.

La magia ha spesso origine da credenze religiose o pseudoreligiose
Le tecniche
Il campo della magia è piuttosto vasto e le tecniche utilizzate sono le più variegate; una classificazione abbastanza pratica di tali tecniche è quella che distingue cinque categorie: magia d’incanalamento (anche magia simpatica), magia da contatto, incantesimo, divinazione e similitudine.
Nella magia simpatica gli effetti magici verrebbero perseguiti tramite l’utilizzo di cose o immagini che rappresentano in modo simbolico la persona a cui si vuole fare del bene o del male.
La magia da contatto è una forma che utilizza mezzi quali pozioni o filtri magici, amuleti che la persona deve portare con sé, talismani ecc.
L’incantesimo è una forma che esplica la sua azione tramite la pronuncia di determinate formule magiche.
La divinazione è invece una tipologia che viene usata per ottenere determinate informazioni attraverso pratiche quali la cartomanzia, la chiromanzia e l’astrologia o grazie ai poteri del mago (preveggenza, medianicità ecc.).
L’ultima forma di magia, la similitudine, è basata sul principio che il simile produce il simile; tipico esempio è quello del cacciatore primitivo che imita il comportamento e il movimento dell’animale che deve catturare.
In molte occasioni gli operatori utilizzano una combinazione delle varie tecniche magiche.
Una cultura antica fortemente intrisa di pratiche magiche era quella dell’antico Egitto, ma non erano da meno le culture dell’antico Medio Oriente e del mondo greco-romano.
La magia ha avuto una certa rilevanza anche in epoca medioevale e nell’epoca rinascimentale.
Del resto, anche oggi, purtroppo, sono molti coloro che danno credito alle pratiche magiche.
Difficile dire con precisione quanto il fenomeno delle pratiche magiche sia diffuso; un’inchiesta di qualche anno fa mostrava che un quinto degli italiani si recava da un mago almeno una volta all’anno. Di norma le richieste erano relative al proprio futuro, ma non mancavano nemmeno richieste di prestazioni più articolate quali filtri d’amore, pozioni contro le malattie, talismani per trovare lavoro, eliminazione del malocchio ecc.
Si stima, ma non vi sono dati certi in proposito che il mercato delle pratiche magiche muova quasi un miliardo di euro all’anno. Del resto non è per niente difficile imbattersi in pubblicità televisive e su carta stampata relative a cartomanti, chiromanti, medium, operatori dell’occulto o di pratiche alternative a sfondo magico, astrologi ecc.

La magia è un vero e proprio “lavoro” per alcune persone ed è protagonista di molte culture, perciò permea la società
Magia: il modo sbagliato di affrontare i problemi
Purtroppo ci sono migliaia di persone che quotidianamente si rivolgono ai maghi per risolvere i problemi della loro vita. Se un mago fosse veramente in grado di predire il futuro, che bisogno avrebbe di lavorare? Potrebbe vincere ogni settimana al SuperEnalotto o scommettere sull’esito dei match di pugilato dopo aver letto il futuro dei due contendenti. Questa banale considerazione dovrebbe far capire che ci si può rivolgere a un mago solo per disperazione, ma la disperazione non aiuta certo a risolvere i problemi.
Quando una persona dice di essere un mago e indovina un evento futuro, subito coloro che credono nella predizione del futuro cadono in estasi, ma perché di fronte al numero di un grande prestigiatore non parlano di magia, ma pensano subito che deve esserci un trucco?
Esistono molti trucchi che i maghi usano per “predire” avvenimenti ai loro clienti. Alcuni sono dolosi (come l’osservazione, visiva e sonora, dei clienti nelle sale d’aspetto), altri semplicemente psicologici: ogni persona dotata di fine acume psicologico osservando il cliente, la sua gestualità, facendolo parlare può, rimanendo nel vago (con tecniche di seminformazione), farlo convergere verso la convinzione che sia a conoscenza del suo passato e che possa prevedere il futuro.
Gran parte della popolarità dei maghi si basa infine sull’effetto risultato.