Per il Personalismo un irrecuperabile è un soggetto che
è incapace di migliorare sensibilmente la propria vita correggendo la propria personalità.
In genere non ha particolari condizioni facilitanti o, se le ha, non sa sfruttarle a dovere.
La condizione di irrecuperabile non è associata a una determinata personalità, ma è trasversale. Uno svogliato non vuole aumentare la propria forza di volontà anevrotica, un irrazionale non sa comprendere la realtà perché “non vuole studiare”, un insoddisfatto non sa accontentarsi di quello che ha e si macera nelle proprie frustrazioni, il romantico continua a vivere pene d’amore ecc. Se questi personaggi non sono “fortunati” (dove per fortuna si intendono le condizioni facilitanti che sopperiscono ai deficit della loro personalità) è ovvio che vivranno in un mare di problemi, sono i “perdenti” esistenziali. Il termine perdente non deve essere confuso con quello usato in molti ambienti rampanti dove con vincente o perdente si definisce una persona di successo. Un vincente di questi ambienti può essere tranquillamente un irrecuperabile per il Personalismo. Che senso ha avere successo se poi non si è felici?
Irrecuperabile: la genesi del termine
La genesi del termine risale a un aneddoto della mia esperienza scacchistica. Anni fa al circolo di scacchi veniva un ragazzo, brillante, neolaureato, sicuramente una persona intelligente. Ritenendo a torto gli scacchi un gioco d’intelligenza (sono soprattutto un gioco d’esperienza), si era appassionato a essi e veniva regolarmente, cercando di confrontarsi con i più forti per migliorare. Purtroppo uno di questi non era particolarmente fine nell’esprimere i suoi giudizi e una sera, dopo che per l’ennesima volta il ragazzo aveva perso il pedone e5 nelle prime mosse di una partita Spagnola, gli disse candidamente: “non puoi continuare a perdere il pedone così, sempre nello stesso modo. Per gli scacchi sei un irrecuperabile!”.
Giudizio durissimo che però sottolineava una realtà elementare.
Le cause
Cosa impedisce all’irrecuperabile di migliorare la propria esistenza? Sostanzialmente tre tumori, veri e propri cancri esistenziali.
La pretesa che il mondo si adatti a sé – Pensa cioè che per essere felici e non avere problemi il mondo dovrebbe essere ai nostri piedi. Anziché capire che solo adattandosi alle regole del mondo si può avere il massimo dalla vita, si incaponisce nell’intenzione di far rispettare le “sue” regole.
La volontà di non cambiare la propria personalità – Quando capisce che l’impresa di piegare il mondo è titanica, spesso ripiega su una rassegnata difesa delle sue posizioni. L’irrecuperabile fa dei suoi problemi (piccoli o grandi) la dimostrazione che “è impossibile non avere problemi”. Incorre cioè nell’errore di generalizzazione. In tal modo non li affronta mai (per forza, secondo lui sono inevitabili!) e prova una certa avversione per chi propone soluzioni. Così se è in sovrappeso si convincerà che “grasso è bello”, se ha problemi coniugali che “in tutti i matrimoni ci sono alti e bassi”, se ha problemi nella sua attività che “la colpa è del governo” (forze politiche che magari ha pure votato!), se si sente vecchio che “il tempo passa per tutti”, se si sente un po’ giù che “è impossibile essere sempre felici” ecc.
La mancanza di applicazione – Cerca scorciatoie che gli permettano di risolvere i problemi senza fare fatica. In genere le scorciatoie poi falliscono e non fanno che rafforzare il concetto che una certa negatività del quotidiano è “normale”. Le scorciatoie sono utilizzate in campo affettivo (i “trucchi” per conquistare il partner quando sarebbe molto meglio mostrarsi per quello che si è, onde evitare problemi futuri), in campo salutistico (la pillola per dimagrire, quella per non sentirsi depressi ecc.), in campo economico (dalla speranza di cambiare vita vincendo al superenalotto agli “affari sicuri” in borsa ecc.). Insomma, la scorciatoia diventa il proprio Dio: l’importante è non fare fatica e non cambiare di una virgola la propria esistenza. Un esempio illuminante dell’incapacità di applicarsi è il tentativo di non studiare mai, non solo a scuola, ma nemmeno nella vita. L’irrecuperabile preferisce chiedere (a chi sa) anziché studiare, anche quando lo studio sarebbe decisamente alla sua portata.
Alcuni irrecuperabili riuniscono i punti precedenti nella tendenza a vivere di sogni (in fondo alcune scorciatoie sono sogni); l’irrecuperabile si crea sogni orientati all’idea portante della propria vita (come il romantico), ma può crearli anche in situazioni molto diverse: il sogno diventa il surrogato di una realtà che non riesce ad avere.
Cosa riserva il futuro
Se l’irrecuperabile è fortunato, i fattori facilitanti possono durare anche tutta la vita, ma in genere la qualità della vita decade nel tempo.
Se poi è sfortunato e i “normali” problemi quotidiani esplodono (problemi con il partner, con i figli o i genitori, con il lavoro, con la salute ecc.), l’irrecuperabile è completamente incapace di migliorare la propria esistenza perché non si è costruito i mezzi per farlo. Ecco che allora diventa un irrecuperabile anche nel senso comune del termine!
L’unico modo che un irrecuperabile ha di uscire dalla sua condizione è comprendere come questi tre cancri siano devastanti per la sua vita.
Il Personalismo non esclude nessuno dalla corsa alla felicità; gli irrecuperabili sono coloro che si escludono dal miglioramento della propria vita semplicemente perché non vogliono cambiare (e spesso trovano alibi per non farlo). Il termine “irrecuperabile” non è un giudizio sulla persona, è una constatazione del suo modo di comportarsi. Se io pretendo che il mondo si adatti a me e non pongo in conto di modificarmi, come posso migliorare? Il miglioramento implica un cambiamento. Come detto, un irrecuperabile non necessariamente vive male: per condizioni facilitanti può essere un soggetto “fortunato” che comunque ha una buona o sufficiente qualità della vita.

Un irrecuperabile è incapace di migliorare sensibilmente la propria vita correggendo la propria personalità
La definizione è istantanea
La definizione di irrecuperabile è istantanea, analoga a quella di infedele per una religione. Non è detto che resti nel suo stato per tutta la vita, anche se, purtroppo, per molti irrecuperabili è così, cioè, data una condizione di partenza, non c’è nessun miglioramento esistenziale.
Ovviamente l’interazione con un irrecuperabile non è facile. La presunzione di aver capito tutto (anche se a volte è mascherata dalla modestia di uno studio continuo), l’assenza di razionalità o la sua applicazione per cercare scorciatoie (e il conseguente rifiuto a discutere soluzioni complesse, ma concrete e veramente efficaci) rendono spesso impossibile il dialogo.
A volte una presa di posizione molto dura, un elettroshock psichico può scardinare lo pseudomondo nel quale l’irrecuperabile vive, soprattutto se si riesce a dimostrargli che effettivamente si vive meglio di lui. Infatti gli si può far capire che
è facile vivere in un mondo di stupidi.
Alcuni irrecuperabili potranno deridere il vostro fare fatica per crearvi un mondo solido e positivo. Se lo fanno, reagite con saggezza e con calma, non siete in competizione con loro per dimostrare chi vive meglio, a voi deve interessare solo la vostra vita. Al più, dimostrate loro senza alcuna voglia di supremazia che uno o più problemi che loro hanno sono facilmente eliminabili con il vostro stile di vita: i problemi con un partner scelto con criteri assurdi, i chili di troppo, la noia o la depressione esistenziale ecc. Molti, stizziti, risponderanno che la vostra è solo fortuna e non capiranno. Del resto sono irrecuperabili…
Le armi per non diventare irrecuperabili
In genere l’irrecuperabile manca di quella che per il Personalismo è una condizione “enormemente facilitante”: la predisposizione (a cambiare). Si veda l’articolo La predisposizione a cambiare.
Se si è deciso di cambiare vita, si deve attuare un check-up della coerenza degli insegnamenti avuti, li sottopone a vaglio critico (spirito critico) e li accetta, li rifiuta o ne crea di nuovi.
L’attitudine a questo check-up è la predisposizione a migliorare la propria vita.
Ci si potrà ancora chiedere se i condizionamenti familiari e/o sociali possano frenare od opporsi al miglioramento della propria vita. Sicuramente sono un ostacolo notevole, ma il Personalismo è il modo per opporsi a essi. Tutto ciò che si deve fare è uscire da sé stessi, diventare giudici imparziali e dare un nuovo giudizio. Lo scopo: rinascere (“quando il cervello si forma nel ventre materno, non contiene nessuna idea“, M. Blanchot).
Il check-up è simile alla volontà di rendere la casa che abitiamo decisamente vivibile. Alcuni scopriranno che è più facile buttarla giù e rifarla ex-novo, avranno fatto cioè una vera e propria tabula rasa della propria vita, altri si limiteranno a piccole ristrutturazioni. La cosa fondamentale è verificare che le modifiche siano coerenti fra loro e con ciò che è rimasto immutato e che non siano che orribili toppe che prima o poi ci deluderanno.
Per approfondire il concetto di check-up.
Irrecuperabile e superuomo
Bisogna fare molta attenzione a
non scambiare per irrecuperabile semplicemente chi “vive male” e non ha ancora trovato la sua strada.
Da quando ho diffuso il termine “irrecuperabile” ho notato che molte persone lo usano per sottolineare la loro condizione superiore o presunta tale. Quasi un’antitesi al superuomo.
Il superuomo – Ho l’impressione che molti continuino a scambiare il Top People per una sorta di versione moderna del superuomo. Se si legge l’opera di Nietzsche e la si confronta con le idee del Personalismo, spesso si trovano delle notevoli differenze. In particolare non è difficile capire come la teoria del superuomo possa generare ogni allontanamento dalla morale, visto che l’uomo che non cerca di passare dalla bestia al superuomo non è degno di essere amato.
Il Personalismo non è “per chi si sente superiore” o chi è affascinato dal diventarlo. Il Personalismo è a metà strada fra
- le teorie utopistiche che pongono alla loro base idee del tipo ama il prossimo come te stesso perché vede come disumano (e irrazionale!) mettere sullo stesso piano non solo sé stessi e uno sconosciuto, ma anche uno sconosciuto e la propria famiglia o i propri amici.
- L’egoismo negativo, quello che spinge la gente a fare del male agli altri e a non amare abbastanza chi è nel proprio mondo dell’amore.
Il superuomo comunemente detto ricade nel secondo insieme perché, fregandosene del bene e del male, prima o poi di fronte al mondo neutro commetterà azioni negative (pensiamo alla giornata dell’onestà) e avrà un mondo dell’amore molto povero perché chi volete che voglia (ami) chi non ha una, almeno sua, morale?
Di fronte a chi vive male – Da quanto detto sopra, è evidente che di fronte a una persona che vive male, un top, se richiesto, dà un consiglio. Molto probabilmente lo inviterà a prendere in considerazione l’idea di cambiare qualcosa della propria vita. L’altro potrà porre attenzione a ciò che diciamo, cercare di vincere le sue precedenti convinzioni, di smontare i suoi alibi, insomma cercherà di impegnarsi a migliorare. Non è un irrecuperabile.
Oppure potrà arroccarsi nel suo modo di vivere e rigetterà i consigli. Molto probabilmente è un irrecuperabile (non si può escludere che trovi un’altra via alla felicità), ma non per questo si deve insistere, cercare a tutti i costi di dimostrargli che si ha ragione, che si è superiori, che si è superuomini: consigliare, ma non ordinare. Se non ascoltati, con la saggezza che è tipica del top (che non ha l’aspettativa di essere osannato), si dirà un “peccato!” e si tornerà a vivere la propria vita, senza astio, senza rabbia o delusione. In fondo chi ci perde è solo l’irrecuperabile.