Albert Ellis è stato uno dei più grandi psicologi del XX sec. (in calce trovate la sua biografia).
Devo confessare che fino a qualche anno fa non lo conoscevo affatto. Non ho avuto mai grande stima degli psicologi, il cui lavoro è spesso di poco aiuto al paziente e si riduce a una semplice spalla su cui piangere problemi che continuano a permanere per anni.
Psicanalisti, psicologi, life coach e le teorie che li supportano sono spesso oggetto di mail che mi invitano a prendere visione di questo o di quello, dando il mio parere. Così è stato anche per Ellis: diverse mail sottolineavano i punti comuni della sua opera con il mio Personalismo a tal punto che sono rimasto incuriosito e ho deciso di studiare la cosa. Di solito quando ciò accade incontro subito delle incompatibilità (cioè delle incoerenze) con la mia opera e quindi abbandono la strada per evitare la terrificante e bloccante confusione dell’eclettico.
Per Ellis questo non è accaduto, anzi, mi ha aperto nuovi orizzonti: da un lato ha di fatto “scoperto” le cause teoriche del mio pensiero, dall’altro ha gratificato il mio intuito per la vita, mostrando come il mio arrivare alla felicità sia stato uno spontaneo cammino su sentieri che avevano evitato gli ostacoli che bloccano gran parte della popolazione.
Albert Ellis e l’Italia – Prima di analizzare l’opera di Ellis, è opportuno spiegare perché non è così conosciuto nel nostro Paese come nel resto del mondo. L’opera di Ellis fu giudicata scomoda negli Usa e, a maggior ragione, è ancora scomoda in Italia. Non a caso la pagina in italiano di Wikipedia è ripresa da quella inglese, ma salta alcuni passi della vita di Ellis decisamente in contrasto con l’etica cattolica del nostro Paese (il paragrafo Ellis and religion). Infatti Ellis riteneva che le religioni non fossero utili alla salute mentale e anzi potessero contribuire al distress (stress negativo), una posizione che fu mitigata solo negli ultimi anni del suo operato (come nel testo The Road to Tolerance). Si descrisse come un ateo probabilistico, nel senso che non era completamente certo che Dio non esistesse, ma che riteneva che la probabilità della sua esistenza fosse piccola e non degna di attenzione.
In questo paragrafo descriveremo la teoria di Albert Ellis, la REBT (Rational Emotive Behavior Therapy).
Secondo Ellis, i problemi degli esseri umani nascono dal blocco totale o parziale dei nostri obiettivi e dei nostri valori. Lo schema da lui proposto (ABC) descrive questo meccanismo.
A (Adversities e Activating Experiences, avversità ed esperienze attivanti): tutto ciò che interagisce (negativamente o meno) con il raggiungimento dei nostri obiettivi. Per esempio: essere licenziati, essere lasciati dal partner, ammalarsi ecc.
B (Beliefs, credenze): le idee che le persone sviluppano riguardo ad A. Possono essere:
- Razionali: di solito soluzioni che si riassumono in preferenze e desideri che gli A non avvengano. Per esempio: “è opportuno non essere licenziati”, “se la relazione mi interessa, occorre adoperarsi perché continui”, “devo curare la mia salute”.
- Irrazionali: a mo’ di un capriccio infantile sono pretese che gli A non debbano assolutamente accadere. Per esempio “non devo essere licenziato e, se accade, sono una persona senza valore!”, “nessuno può permettersi di lasciarmi; chi lo fa è nel torto”, “Se mi piace fumare che male c’è? C’è gente che fuma e a 80 anni è ancora viva!”.
C (Consequences, conseguenze): sono le conseguenze dei B.
- Sane: sono comportamenti e sentimenti che derivano da B razionali. Per esempio: “mi spiace essere stato licenziato, devo capire se è colpa del mercato o colpa mia, nel quale ultimo caso mi devo dare da fare per migliorare”, “se il mio partner mi ha lasciato, eravamo compatibili? Che errori ho commesso? Non è forse un bene per tutti e due aver scoperto che non eravamo fatti l’uno per l’altro? ecc.”; “dovrò curare meglio il mio stile di vita per migliorare la mia salute”.
- Patologiche: sono comportamenti e sentimenti che nascono da B irrazionali. Per esempio: “sono stato licenziato quindi non valgo nulla”, “sono stato licenziato, ma la colpa è di questa società”, “sono stato lasciato, ma me la deve pagare!”; “continuo a ingrassare, ma che posso farci, sono di corporatura robusta!”.
Le tecniche di Ellis per risolvere i problemi comuni si basano quindi sul mettere in discussione i propri B irrazionali (e rendersi conto che portano a C patologiche) ed esercitarsi a sostituirli con dei B razionali (rendendosi conto che portano a C sane).
Spesso la situazione collassa a tal punto che il soggetto entra in una spirale nevrotica. La REBT mantiene il suo ABC delle nevrosi benché sia diventata più complessa (di solito sono presenti assolutismi come “dovrei” o “devo” che il singolo da solo non riesce a rimuovere): paziente e terapeuta devono lavorare per rimuovere ogni conseguenza patologica.
La REBT dà origine a una quantità di approcci emotivi e comportamentali come la TCC (Terapia Cognitiva Comportamentale, CBT in inglese) e come la Terapia di Arnold Lazarus.
Le idee irrazionali e la loro alternativa razionale
Nella pratica della REBT uno dei passi è l’identificazione delle convinzioni irrazionali, di conseguenza un altro passo importante è il presentare “alternative più razionali” e meno autodistruttive che possano sostituire i modelli di pensiero irrazionale.
In Reason and Emotion Psychotherapy (1962) Ellis descrisse dodici idee irrazionali:
- Un adulto ha una fortissima necessità di essere amato e approvato da quasi tutti in quasi tutto ciò che fa.
- Occorre essere totalmente esperti, adatti ed efficienti in ogni situazione.
- Alcuni sono cattivi o di poco valore; essi devono essere severamente castigati per i loro difetti, peccati o cattive azioni.
- È terribile che le cose non vadano come noi vorremmo. (Insofferenti).
- Le disgrazie non dipendono da noi e noi non siamo in grado di controllare l’angoscia.
- Se qualcosa è o può essere pericoloso o temibile, dobbiamo preoccuparcene moltissimo fino a sentircene sconvolti (fobici).
- È più facile sfuggire a molte difficoltà e responsabilità della vita che darsi da fare per superarle.
- Il passato è di assoluta importanza; se una volta qualcosa ha danneggiato la vita di qualcuno, continuerà a farlo indefinitamente.
- Le persone e le cose dovrebbero essere diverse da come sono ed è terribile non essere in grado di risolvere immediatamente e nel miglior modo possibile le sgradevoli realtà della vita.
- Il massimo della felicità umana si ottiene attraverso l’inazione o “auto-compiacendosi di sé stessi” passivamente, senza impegnarsi.
- Ci si deve infastidire moltissimo per i problemi e i turbamenti degli altri. (Patosensibili).
- Si deve avere qualcuno più forte di noi in cui confidare e da cui dipendere. (Insufficienti).
Nel 1977 Ellis evidenziò l’esistenza di quattro forme di pensiero irrazionale (l’Esigente, il Catastrofico, l’Incapace, l’Arrabbiato) che in certo senso attuavano le idee irrazionali.
Il terapeuta dovrebbe sostituire il pensiero irrazionale con alternative razionali, quelle che per il Personalismo sono tipiche della personalità equilibrata. Si noti per esempio come l’idea irrazionale 3 sia tipica del violento non criminale, la 4 e la 9 dell’insofferente, la 2 dell’insoddisfatto, la 1 e la 5 del debole, la 6 del fobico, la 7 e la 10 dello svogliato, la 11 del patosensibile e la 12 dell’insufficiente.
Contatti con il Personalismo
L’analisi di Ellis sulle cause dei problemi personali è semplice e decisamente convincente. Personalmente la mia azione è sempre stata rivolta alla soluzione dei problemi proprio perché ho intuitivamente sempre rigettato l’idea irrazionale num. 8: se si è forata una gomma, è importante cambiarla piuttosto che non agire chiedendosi dove si è forato.
Si può cioè dire che Ellis abbia spiegato il perché dei dati raccolti ed elaborati dal Personalismo.
I contatti con il Personalismo vanno però oltre il campo psicologico e riguardano la persona dello stesso Ellis.
- Le sue origini dimostrano ampiamente che una persona può affrancarsi da situazioni familiari complesse, problematiche, decisamente negative. Un episodio della sua vita mi ha colpito perché del tutto simile a uno della mia (ved. La vera forza di volontà): da adolescente Ellis era estremamente timido con le donne; a 19 anni si forzò a parlare con 100 donne ai Bronx Botanical Gardens nel periodo di un mese, riuscendo alla fine a superare la sua timidezza.
- Era molto critico verso i metodi basati su idee non razionali (new-age, religioni ecc.), in quanto li considerava stratagemmi per distrarre la mente dai problemi (anziché risolverli), ottenendo solo un sollievo di breve durata.
- Aveva fatto della sua professione un oggetto d’amore, tanto che aveva sempre detto che non sarebbe mai andato in pensione e avrebbe continuato a scrivere e a incontrare pazienti fino al giorno della sua morte, come è stato.
- La sua visione della religione è del tutto compatibile con l’agnosticismo consapevole del Personalismo.
- Aggiornò continuamente la sua opera.
- Fu persona estremamente semplice; scelse di praticare una grande frugalità durante l’intera vita, devolvendo la maggior parte dei suoi guadagni all’istituto no-profit da lui fondato.
L’unica differenza con il Personalismo consiste nel fatto che Ellis non si interessò mai allo stile di vita del paziente, probabilmente perché, nei primi decenni del Dopoguerra, alimentazione e sport non erano certo concetti prioritari! Da persona intelligente, capendo il mutare dei tempi, nel 1992 Ellis scrisse The Art and Science of Rational Eating.
Dalla REBT al Personalismo
Ellis fu soprattutto interessato a soggetti con problemi più o meno seri, mentre il Personalismo si orientò da subito alla popolazione, raccogliendo dati su tutti coloro che interagivano con il sito e si sottoponevano al test di personalità di Albanesi.
Le quattro forme irrazionali descritte da Ellis nel 1977 sono diventate le 20 personalità critiche, completando la descrizione della popolazione e offrendo al singolo e al terapeuta molte più armi per capire i problemi. In pratica per il Personalismo le idee irrazionali sono infinite, anche se probabilmente solo alcune producono seri problemi psicologici. Le altre segnano comunque la vita di soggetti definiti “normali”, impedendo loro di avere un’alta qualità della vita.
Dobbiamo chiederci: come mai molti psicologi di fatto falliscono il loro compito di guarire il paziente, limitandosi semplicemente a farlo migliorare oppure a “non farlo peggiorare”? Non si parla di gravi nevrosi, ma di soggetti che conducono una vita apparentemente normale, ma che hanno problemi che comunque abbassano la qualità della loro vita.
Chi è arrivato sin qui comprenderà che, se il paziente ha sviluppato idee irrazionali e si è allontanato dall’equilibrio, la proposta di alternative razionali può essere praticamente vincente se e solo se il terapeuta è assolutamente convinto di tali alternative, cioè se, e solo se, è una persona totalmente equilibrata. Mentre un medico che fuma può convincere un fumatore a smettere trasferendo un’informazione esterna oggettiva come una lastra dei polmoni di un fumatore, un terapeuta non equilibrato non riuscirà mai a migliorare la vita di un paziente perché l’informazione che trasferirà (l’alternativa razionale) sarà trasferita in maniera poco credibile, poco convincente.
Spesso mi capita di giudicare una persona che scrive al mio sito o nella mia pagina Facebook come “poco equilibrata”; a volte, con mia grande sorpresa, scopro che si tratta di uno psicologo. Purtroppo molte persone si affacciano alla psicologia affascinate dalla possibilità di capire il mondo e sé stessi, ma senza mai arrivare a raggiungere questi scopi: una volta diventate operative non saranno bravi psicologi.
A mio avviso, non più del 10% degli psicologi è equilibrato: ciò spiega gli insuccessi della psicologia.
Con il Personalismo lo psicologo ha molte più armi per migliorare sé stesso e capire le idee irrazionali dei pazienti: in parole povere, può arrivare molto prima a risultati concreti.
Albert Ellis: la biografia
Albert Ellis è considerato con Rogers e Freud uno dei tre più grandi psicoterapeuti del XX sec. Ideò la Rational Emotive Behavior Therapy (REBT) ed è per questo considerato il precursore delle terapia cognitivo-comportamentale.
Nacque il 27 settembre 1913 a Pittsburgh (Pennsylvania), da famiglia ebrea. Nella sua autobiografia descrisse il padre, uomo d’affari spesso assente da casa per viaggi di lavoro, come persona poco affettuosa e la madre come una donna introversa, affetta da disturbo bipolare.
Cagionevole di salute, fin da bambino si dedicò molto allo studio, avvicinandosi alla filosofia (in particolare Epicuro, Epitteto, Marco Aurelio, Kant, Emerson, Russell) e alle filosofie orientali (confucianesimo e buddhismo). Questi studi diedero grandi frutti perché riuscì ad applicare su sé stesso le tecniche di decondizionamento, cambiando la propria personalità.
Dopo la crisi del ’29, conseguì un Bachelor in Economia, dedicandosi agli affari, senza peraltro trovarli granché interessanti; si cimentò nella letteratura, senza successo, ma scoprendo di possedere un certo talento come scrittore non letterario. Dal 1938 incominciò a dedicarsi alla sessuologia, decidendo di diventare psicologo.
Conseguì il Master alla Columbia University (1943). Cominciò a praticare la terapia sessuale dal 1943 e a scrivere libri e articoli dal 1945. Alcuni libri divennero dei best seller: The folklore of sex (1951), Sex without guilt (1958), The art and science of love (1960). Sicuramente la sua opera influenzò la rivoluzione sessuale americana degli anni sessanta. Ellis continuò ad aggiornarla fino alla pubblicazione definitiva del 2001 (Sex Without Guilt in the Twenty-First Century).
Colpito dalla lunga durata e dalla scarsa efficacia della terapia psicoanalitica, cominciò ad allontanarsene e nel 1955, con la pubblicazione del saggio New approches to psychotherapy techniques, denominò il suo nuovo approccio Rational Therapy (RT). La denominazione verrà successivamente modificata in Rational-Emotive Therapy (RET), e infine in REBT.
Nel 1954 cominciò a insegnare le sue nuove tecniche ad altri terapeuti e nel 1957 inaugurò terapia cognitivo-comportamentale, proponendo che i terapeuti potevano curare le nevrosi dei loro clienti aiutandoli ad adattare il loro pensiero e comportamento.
Due anni dopo pubblicò How to Live with a Neurotic, at home and at work, nel quale descriveva il suo nuovo approccio per trattare i nevrotici. Nel 1960, a Chicago, Ellis presentò uno studio sulla sua terapia al convegno dell’Associazione Psicologi Americani, suscitando scarso interesse perché la sua forte enfasi cognitiva disturbò quasi tutti, con la possibile eccezione dei seguaci di Alfred Adler. Conseguentemente egli fu spesso accolto con ostilità alle conferenze professionali e dall’editoria.
Nel 1959 fondò il suo proprio istituto, Institute for Rational Living, divenuto in seguito l’Institute for Rational Emotive Therapy e infine l’Albert Ellis Institute.
Ellis fu con Aaron T. Beck l’unico iniziale importante esponente nell’area della terapia cognitiva, ma negli anni ’70 cominciò a influenzare molti esponenti della terapia comportamentale (Albert Bandura, Arnold Lazarus, Cesare De Silvestri, Donald Meichenbaum e Michael Mahoney), facilitando la nascita della psicoterapia cognitivo-comportamentale, di cui Ellis viene considerato il precursore.
Per il suo novantesimo compleanno (2003), ricevette messaggi di congratulazioni da numerose personalità, come George W. Bush, Bill Clinton e il Dalai Lama.
Si sposò due volte nei primi 40 anni; visse una relazione aperta di 37 anni superati i cinquanta con Janet Wolfe (che ha ricoperto per oltre 25 anni la carica di Direttore Esecutivo dell’Albert Ellis Institute). La relazione terminò con la comparsa di Debbie Joffe che sposò negli ultimi anni.
È scomparso il 24 luglio 2007 per cause naturali, all’età di 93 anni.
Le opere di Albert Ellis
Poche opere sono state tradotte in lingua italiana nel corso dei decenni; alcune sono indicate di seguito:
Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te – 2013, Centro Studi Erickson
Che rabbia! Come controllarla prima che lei controlli te (con Raymond Chip Tafrate) – 2013, Centro Studi Erickson
Entrare in contatto con il partner. Sette linee guida per il buon rapporto di coppia e una migliore comunicazione – 2004, Alberto Perdisa Editore
Addio nevrosi – 2000, Positive press
L’autoterapia razionale-emotiva. Come pensare in modo psicologicamente efficace (edizione italiana a cura di Mario Di Pietro) – 1993, Centro Studi Erickson
Ragione ed emozione in psicoterapia – 1989, Astrolabio Ubaldini
Arte e scienza dell’amore – 1967, Edizioni Mediterranee
Sesso senza complessi di colpa – 1968, Sugar Editore.
In lingua inglese, degne di massima attenzione:
A guide to Rational Living
Overcoming Destructive Beliefs, Feelings, and Behaviors: New Directions for Rational Emotive Behavior Therapy
How To Control Your Anxiety Before It Controls You
Sex Without Guilt in the Twenty-First Century
How to Raise an Emotionally Healthy, Happy Child.
LINK
- Albert Ellis Institute
- REBT Network
- Educazione razionale emotiva (https://www.educazione-emotiva.it/, la connessione non risulta sicura)