Droghe, alcol, fumo, psicofarmaci sono tutti esempi di come, anziché migliorare la qualità della vita, si rischia di distruggerla. Antidepressivi e tranquillanti lasciateli a chi è veramente malato, non pensate che una pillola possa darvi la felicità, risolvendo problemi che non volete affrontare. Una droga può dare un momento temporaneo di sollievo o di euforia, ma poi i suoi effetti collaterali renderanno il bilancio pesantemente e tragicamente negativo. Il fumo fa male, ma non pensate che fumare solo qualche sigaretta al giorno sia un difetto da poco: chi non sa correggere un piccolo difetto come può correggere quelli grandi?
La condanna di questi mezzi per migliorare la vita non è etica, ma pratica. Se esistessero droghe o farmaci privi di effetti collaterali non sarebbero da condannare come non si condanna un alimento ricco di principi indispensabili al nostro corpo. Purtroppo gli effetti negativi alla lunga predominano; non solo quelli fisici, ben evidenti nel degrado progressivo del corpo, ma anche quelli psichici.
Per il Personalismo la droga è come un cravattaro, un usuraio: grazie al suo intervento si ha un attimo di respiro, ma poi si resta strozzati per sempre. Come solo gli immaturi (chi non ha ancora capito la vita) possono pensare di risolvere i loro problemi di soldi rivolgendosi agli strozzini, così solo gli immaturi possono pensare di migliorare la propria vita usando droghe più o meno leggere.
Nella battaglia contro la droga si scontrano tesi proibizioniste e tesi antiproibizioniste. Di solito tutti ragionano per partito preso, senza riflettere sulla coerenza delle loro posizioni.
Proibizionisti
- Posizione sostenuta – È giusto proibire ciò che fa male e punire il drogato.
- Problema – E allora perché lo Stato vende sigarette e permette il fumo?
Antiproibizionisti
- Posizione sostenuta – È necessario fare distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti.
- Problema – Che senso ha tale distinzione, quando il fumo, una droga leggera, fa migliaia di morti all’anno?
Come vedete il semplice esempio del fumo, distrugge le belle parole dei politici e di tutti coloro che vogliono “avere ragione”. Spesso chi è solito fumare uno spinello lo assolve, come chi è un normale fumatore tende a distinguere il fumo di sigaretta dalle altre droghe. In sostanza: si drogano sempre gli altri, i miei sono peccatucci veniali.
Droghe: antiproibizionismo
Lasciare la libertà di drogarsi quando per prendere un farmaco devo passare attraverso il medico è un controsenso.
Un grave errore razionale che gli antiproibizionisti fanno spesso è di citare persone che comunque da giovani qualche spinello lo hanno fumato e “da grandi” hanno avuto una vita comunque interessante e socialmente positiva. Se il loro ragionamento valesse, allora tanto varrebbe depenalizzare tutti i comportamenti dubbi dei giovani. “Da ragazzo, quando tornava dalle feste con amici, Tizio guidava spesso alticcio, ora è un ottimo imprenditore, perché dovremmo punire chi si mette alla guida ubriaco?”. Basta questo esempio per bocciare la logica antiproibizionista.
Lasciare la libertà di drogarsi quando i costi sociali poi ricadono su chi non si droga (stesso discorso vale per il ragionamento del fumatore: “ma se fumo a te che te ne importa?”; m’importa eccome, visto poi che ti curerai anche con i miei soldi!) è altrettanto incoerente.
Droghe leggere e droghe pesanti – La suddivisione è assurda. Prima di tutto perché stabilire un confine di leggerezza spesso è impossibile; se ti basi sugli effetti della droga e sul tipo di dipendenza scopri che sono in parte individuali per cui è abbastanza sciocco proporre suddivisioni. Il fumo stesso potrebbe classificarsi come droga leggera, ma fa milioni di morti all’anno.
Tossicodipendenza – Non è una malattia come molti psicologi vogliono sostenere; solo una piccolissima parte dei tossicodipendenti è veramente malata. La tossicodipendenza più diffusa, quella da fumo, evidenzia che la stragrande maggioranza delle persone diventa tossicodipendente per ignoranza, stupidità, assenza di forza di volontà anevrotica e diversi altri motivi che non sono riconducibili a una condizione patologica. Quindi il riccone che si fa di coca o il ragazzino che assume la pillolina non sono assolvibili.
Droghe: proibizionismo
Il genitore che teme che il figlio assuma ecstasy in discoteca e fuma 20 sigarette al giorno è quanto di più incoerente ci possa essere; chi è fermamente contrario alle droghe, ma ogni tanto sballa bevendo un bicchiere di troppo in una cena con amici è altrettanto incoerente. Essere proibizionisti è praticamente impossibile per la stragrande maggioranza degli italiani e i politici che lo sono e lo dicono con la sigaretta fra le dita sono da censurare.
Droghe: emarginazionismo
La risposta ai problemi sopraesposti è l’emarginazionismo.