A livello individuale, la coerenza è l’assenza di contraddizioni nel parlare o nell’agire. Per il Personalismo la coerenza è requisito fondamentale dell’etica individuale; non esistendo un’etica assoluta, si può dire che
per il Personalismo, etica e coerenza (di tutta la nostra vita) coincidono.
La coerenza è un valore
Si noti come, implicitamente, alla base di ogni etica dovrebbe comunque esserci coerenza. Addirittura personaggi che infrangono sistematicamente la morale comune come il ladro gentiluomo, il mafioso vecchio stampo, il killer alla Léon (il personaggio dell’omonimo film di Luc Besson) attraggono spesso più del comune e incoerente uomo della strada proprio perché, coerentemente, seguono un loro “codice d’onore” (ovviamente sarebbe comunque facile trovare incoerenze nel loro agire, ma tali incoerenze sono in genere abbastanza nascoste, se il codice d’onore è ben confezionato).
A prescindere dai molti motivi che rendono la coerenza individuale auspicabile, se la coerenza (intesa come assenza di contraddizioni nel proprio modo di agire e pensare) non fosse un valore, cadrebbe il senso di ogni forma di dialogo fra gli uomini per stabilire un qualunque punto, fermo o di passaggio, assoluto o relativo che sia. Prendiamo un politico. Se per lui la coerenza non è un valore, non riuscirà mai a convincermi che le sue tesi sono migliori delle mie (magari strampalate e opposte alle sue), potrà solo sperare che emotivamente io sia sulla sua stessa lunghezza d’onda.
Chi non ammette che la coerenza è un valore perde il diritto di usare la ragione perché ogni discorso razionale si basa sull’assenza di contraddizioni.
Il “tempo” della coerenza
Uno dei più gravi errori razionali di coloro che vogliono condannare un’eccessiva propensione alla coerenza è che “non è possibile essere coerenti perché altrimenti sarebbe impossibile cambiare idea”. L’errore sta nel fatto che non tengono conto che
la coerenza si misura solo al presente.
Cioè, confrontare le nostre azioni del passato con quelle del presente potrebbe essere fuorviante, come comparare pere e mele. Si devono valutare le proprie azioni (presenti o passate) con i valori che noi dichiaravamo nostri nel momento in cui l’azione si svolge (svolgeva). Non si devono giudicare le nostre azioni con il nostro sentire in tempi diversi.
Per capirci, è evidente che ognuno di noi possa cambiare idea; se il cambiamento è sincero non si può accusare di incoerenza una persona che oggi pensa che A sia giusto mentre prima del cambiamento lo riteneva sbagliato. La sincerità del cambiamento è ovviamente requisito fondamentale. La valutazione al presente delle nostre azioni e delle nostre idee non deve essere un alibi per giustificare ogni differenza con il passato (“ok, mi comporto diversamente, ma ho cambiato idea”), perché un cambiamento va motivato (e correttamente inserito nella nuova visione di vita), non solo accettato a caso, solo perché quel giorno ci andava di comportarci così.
Quello che abbiamo fatto nel passato conta solo se non abbiamo sinceramente e chiaramente sconfessato le motivazioni che ci hanno portato a farlo. Per esempio, possiamo aver sempre criticato un certo personaggio politico, salvo poi accorgerci che le sue idee non erano sbagliate (per questo si può cambiare il proprio voto!): non è certo incoerenza dargli ora supporto. Un esempio di incoerenza è invece quello di chi, per esempio, continua a professarsi cattolico e usa mezzi anticoncezionali che la Chiesa cattolica condanna.
Incoerenza – Cause
Molti condannano la coerenza perché pensano che coerenza significhi una certa rigidità nel proprio agire; in realtà, la rigidità deriva più che altro da un eccesso di perfezionismo di chi vuole essere coerente, perfezionismo che sicuramente si può riscontrare anche in altri campi della vita, non solo in quello etico. In chi è saggiamente coerente la rigidità non c’è perché non è tanto importante verificare che tutto sia perfettamente allineato con i nostri valori, quanto che quello che facciamo non sia decisamente contrario a essi!
Purtroppo solo pochi riescono a essere coerenti e infatti sono poche le persone eticamente rispettabili. Tre sono le cause principali di incoerenza.
Causa psicologica – La persona non è equilibrata e inciampa sulle sue personalità critiche. Anzi, partendo dalla personalità critica è molto facile trovare le incoerenze nella vita di una persona. Così una persona violenta (non criminale), non appena cercherà di parlare in modo amorevole e pacifico, sarà facilmente colta in fallo (“adesso parli di pace nel mondo, ma ti ricordi di come, alla riunione di condominio, hai insultato il povero sig. Rossi, quasi venivi alle mani!”); idem uno svogliato o un dissoluto saranno facilmente trovati incoerenti quando cercheranno di perorare una morale che richieda l’applicazione di un minimo di forza di volontà (caso classico è il medico che dice a tutti i pazienti di condurre un buon stile di vita mentre lui fuma, è in sovrappeso ecc.). Persino il papa (personalità mistica) è incappato in un grave svarione di incoerenza (“chi dona alla Chiesa, ma ruba allo Stato sia gettato in mare”, frase poco felice per chi professa amore e pace).
Causa d’interesse – Ovviamente è la causa più comune ed è quella dove risalta il contrasto fra incoerenza e incrinatura etica. Per interesse (quasi sempre economico, ma spesso anche di altro genere: si pensi all’interesse affettivo con cui, incoerentemente, promuoviamo comunque le azioni di chi amiamo) facciamo delle eccezioni.
Si pensi al gestore del bar che sa che il fumo uccide, ma vende sigarette o che sa che le slot machine rovinano molta gente, ma ne piazza un bel numero nel suo locale.
Pensiamo al farmacista che sa che molti prodotti che vende non servono assolutamente a nulla, ma si astiene sistematicamente dal dirlo; pensiamo all’avvocato che difende l’innocenza del suo assistito, pur sapendolo colpevole (nota: la legge dà il diritto alla difesa, ma questa eticamente consisterebbe nel far ottenere le migliori attenuanti per la colpevolezza dell’assistito, non nel falsare la realtà!).
Molte professioni hanno problemi di coerenza e quindi sono eticamente a rischio.
Anche nella vita privata possiamo essere incoerenti: si pensi al sostenitore dell’ambiente che non rinuncia farsi la villetta dove prima c’era un pezzo di verde.
Di fronte all’incoerenza, per interesse, si possono alzare le spalle (e allora eticamente non si è il massimo), diventare maniaci ed estremisti (e allora ci si rovina la vita) oppure è il caso di rielaborare il proprio agire e le proprie convinzioni rendendole compatibili e coerenti.
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Causa razionale – Per capire la terza causa è importante avere presente che
la coerenza* è il grande limite delle menti limitate.
La frase significa che una mente limitata ha come grande limite la capacità di essere coerente (il limite è un confine che la persona non sa varcare. La capacità di essere coerente è un suo limite come un’asticella troppo alta per un saltatore in alto). Questo perché non ha una visione a 360 gradi della realtà che la circonda, non riesce a comporla e si limita a creare regole per ogni ambiente. Ovviamente poi i singoli pacchetti di regole finiscono per essere incoerenti fra loro. Due esempi molto semplici.
Tizio è contro la caccia perché la ritiene un’attività “barbara”, ma poi si gusta un bel piatto di carne o di pesce, dimenticandosi di essere, di fatto, il mandante della “barbara” uccisione dell’animale, i soldi con cui paga il suo cibo sono il suo fucile!
Caio è vegetariano, ma è anche credente (cristiano, musulmano, ebreo), dimenticandosi che il Dio della sua religione non ha mai condannato l’alimentazione a base di carne, anzi i testi sacri sono colmi di sacrifici di animali e di miracoli con pesci e simili.
“E che c’entra?” è la giustificazione più comune della persona limitata sentimentalmente, una via di mezzo fra una difesa per risentimento (con la quale si vorrebbe troncare ogni discussione sul tema) e la reale incapacità di avere una visione omnicomprensiva del mondo. La mente limitata è veramente convinta che si possano avere regole diverse per ogni campo di applicazione della vita: “gli affari sono affari” e in essi posso fregarti, ma al di fuori di essi sono persona onestissima!
In genere la coerenza è definita “sciocca” da chi non riesce a essere coerente; anche la successiva considerazione di Gandhi (saremmo completamente perduti se cercassimo di vivere mostrando che non vi è stata nessuna contraddizione nel corso della nostra vita) è censurabile perché chi è coerente non fa nessuna fatica a esserlo e l’armonia è naturale; può darsi che, una volta “trovata la strada”, io non cambi più e cerchi di essere per sempre coerente: perché dovrei essere perduto? Inizialmente lo scritto di Gandhi sembra corretto perché sembra che sottolinei che non si può rimanere coerenti per tutta la vita perché le persone cambiano (sperabilmente in meglio!), poi però, quando ci vende la ricetta, questa è proprio quella degli incoerenti più incalliti: se seguo la verità come la vedo al momento ecco che oggi posso apprezzare X e il giorno dopo posso bocciarlo, poi il giorno dopo ancora riapprezzarlo ecc. “Seguire la verità come la vedo al momento” è il miglior modo, un alibi eccezionale, per non pormi il problema di essere coerente anche con il giorno prima: se cambio, devo farlo coscientemente perché tutte le mie convinzioni cambiano e si inquadrano in una nuova visione della vita: è veramente ottimistico sperare di migliorare la propria vita in modo significativo se non troviamo un’architettura stabile esente da contraddizioni; nel test di personalità di Albanesi, le contraddizioni ci fanno tornare indietro, non andare avanti!

Chi non ammette che la coerenza è un valore perde il diritto di usare la ragione perché ogni discorso razionale si basa sull’assenza di contraddizioni
Coerenza – Frasi famose
Ecco alcune frasi razionalmente accettabili:
- L’unico vero fallimento nella vita è non agire in coerenza con i propri valori (Buddha).
- Sii quello che sembri (Lewis Carroll).
- Quale è il primo dovere dell’uomo? La risposta è breve: essere sé stesso (Henrik Johan Ibsen).
- Ciò che manca a Dio sono le convinzioni, la coerenza. Dovrebbe essere presbiteriano, cattolico o qualcos’altro, non cercare di essere tutto (Mark Twain).
Altre frasi famose sulla coerenza:
- La coerenza è l’ultimo rifugio delle persone prive d’immaginazione. (Oscar Wilde)
- La coerenza è il fondamento della virtù (Francis Bacon)
- Né la contraddizione è indice di falsità, né la coerenza è segno di verità. (Blaise Pascal)
- La coerenza è contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti. (Aldous Huxley)
- Chi vuole la coerenza? Gli sciocchi e i dottrinari, i noiosi che portano i loro i loro principii sino alla amara fine dell’azione, alla reductio ad absurdum della loro messa in pratica. (Oscar Wilde)
- Un errore giudiziario è sempre un capolavoro di coerenza. (Daniel Pennac)
- La coerenza richiede di ignorare oggi come si ignorava un anno fa. (Bernard Berenson).
* Sulla coerenza sono caduti anche grandi del pensiero. Leggete cosa scriveva Gandhi:
“Emerson ha detto che una sciocca coerenza è lo spauracchio di una mente limitata. Saremmo completamente perduti se cercassimo di vivere mostrando che non vi è stata nessuna contraddizione nel corso della nostra vita. Cercando di vivere in quel modo, dovremmo ricordare ciò che abbiamo fatto ieri e armonizzare così le nostre azioni odierne con quelle di ieri; cercando di preservare un’armonia tanto forzata, dovremmo ricorrere alla non verità. Il modo migliore è quello di seguire la verità per come la si vede al momento. Se progrediamo giorno dopo giorno, perché dovremmo preoccuparci se gli altri vedono in noi delle contraddizioni?” (16 settembre 1928).