Il check-up della coerenza è sicuramente fondamentale perché la coerenza è un valore comunemente apprezzato; purtroppo però per la gran parte delle persone vale la frase evangelica sull’incapacità di vedere la trave nel proprio occhio mentre sono capacissime di vedere la pagliuzza nell’occhio altrui (Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: “Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio?” e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. – Lc 6,41-42).
La persona che vuole migliorare la propria vita deve attuare un check-up coerente e oggettivo degli insegnamenti avuti, li sottopone a vaglio critico (spirito critico) e li accetta, li rifiuta o ne crea di nuovi.
L’attitudine a questo check-up è la predisposizione a migliorare la propria vita.
Il check-up è simile alla volontà di rendere la casa che abitiamo decisamente vivibile. Alcuni scopriranno che è più facile buttarla giù e rifarla ex-novo, avranno fatto cioè una vera e propria tabula rasa della propria vita, altri si limiteranno a piccole ristrutturazioni. La cosa fondamentale è verificare che le modifiche siano coerenti fra loro e con ciò che è rimasto immutato e che non siano orribili toppe che prima o poi ci deluderanno.
La maggior parte delle persone preferisce sentirsi tranquilla, piuttosto che conoscere la verità. Be’, io sono quello che disturberà la vostra tranquillità dicendovi il vero.” (Robert Kennedy).
Il Personalismo non ha la pretesa di raccontare il “vero“, ma sicuramente quella di descrivere la realtà. Per questo ha successo solo in una parte della popolazione; 50 anni fa tale percentuale probabilmente sarebbe stata minima: il Personalismo non vende illusioni, ma anzi le distrugge e ciò lo rende impopolare fra chi vuole mantenerle: paradossalmente, più la società diventerà avanzata e la gente riuscirà a pensare con la propria testa e più il Personalismo potrà essere apprezzato*.
Per il Personalismo la coerenza è alla base del comportamento morale, visto che la presuntuosa ricerca di una morale assoluta è andata fallita in secoli di filosofia. Se questa posizione può essere contestata dagli irriducibili sostenitori della morale oggettiva, sicuramente è più difficile contestare il fatto che la coerenza è alla base della razionalità (non a caso, ogni matematico sa che un piccolissimo errore può inficiare brillanti dimostrazioni).
La razionalità di un soggetto è un valore continuo, da un minimo a un massimo, diciamo da 0 a 100. Quanto più noi cadiamo in contraddizioni tanto meno siamo razionali perché fondamento della razionalità è la coerenza logica. Quanto più noi facciamo eccezioni con scuse di vario genere tanto più ci predisponiamo a fare sempre eccezioni, “salvando” le nostre posizioni, in pratica ci predisponiamo all’incapacità di correggerci, mantenendo le nostre contraddizioni. Non siamo in grado di eseguire il check-up della coerenza, punto fondamentale per non diventare spacciati (ricordo che lo spacciato non necessariamente vive male, ma è incapace di migliorare il proprio stato o, comunque, non vuole farlo).
Quella che segue è una lista di indicatori esistenziali di mancata coerenza; nessuno di essi è particolarmente grave, ma sono sicuro che molti potranno trovare comportamenti cui mai aderirebbero e che bocciano senza appello; però, quando si arriva a quelli che li toccano, saranno pronti a giustificarsi con difese per risentimento del tipo:
- Ma che vuoi che faccia?
- Ma che male c’è?
- Suvvia… Non esageriamo!
- Semel in anno licet insanire.
Le piccole incoerenze
- Fumo due o tre sigarette al massimo al giorno. Che vuoi che facciano? (svogliato o dissoluto)
- Un ceffone ogni tanto quando ci vuole ci vuole (violento)
- Non ci credo, ma mi diverto a leggere l’oroscopo (irrazionale)
- Io non bevo abitualmente, mi ubriaco al più due o tre volte all’anno, ma lo fanno tutti (dissoluto)
- Non sono credente, ma mando mio figlio al catechismo (sopravvivente, il bravo ragazzo)
- Dio è buono e ascolta i suoi figli anche se non può farlo sempre (mistico)
- Lo so che la roulette non è un gioco equo, ma se non giochi non vinci (irrazionale)
- Divertirsi con i botti di Capodanno (sopravvivente)
- Babbo Natale non esiste, ma la magia che crea nei bambini giustifica una bugia (romantico o vecchio).
Ogni giocatore di scacchi sa che una partita si può perdere per una somma di tante piccole imprecisioni e cerca pertanto di non commetterne nemmeno una. Nella vita è lo stesso: commettere un’incoerenza non costruisce automaticamente una personalità critica (irrazionali), ma ci blocca nel nostro cammino verso il miglioramento.
Prendiamo l’ultimo esempio dell’elenco; chi continua a far credere ai piccoli che Babbo Natale esiste, per difendere la sua posizione si rifugia dietro a errori raziologici gravi. C’è chi muta lo scenario (traslazione dello scenario) e si difende dicendo che “non è certo un trauma per il bambino scoprire che Babbo Natale non esiste” oppure “che non si fa nulla di male ” ecc., dimenticando che qui si sta parlando della razionalità del genitore e della sua coerenza, non dei danni che si possono creare.
La traslazione dello scenario è usata anche da chi si “diverte” con i botti di Capodanno: vengono giustificati traslando il discorso verso la tradizione.
C’è chi confonde i termini, parlando della necessità di mantenere la fantasia. La fantasia (lo dice il nome stesso!) deve rimanere nettamente separata dalla realtà; il genitore non racconta al piccolo che Babbo Natale è un personaggio fantastico, ma che esiste!
C’è chi confonde le cause: “mi sa che non hai mai visto gli occhi di un bimbo piccolo che vede Babbo Natale… se togliamo la magia anche ai bambini… diventeranno adulti ancora più freddi e disillusi”. Premesso che nelle parole precedenti la magia è una droga per sopravvivere in un mondo che fa malissimo (il trucco è imparare invece come vivere alla grande), bisogna sempre andare alla vera ragione di ciò che accade. Gli occhi di un bambino brillano perché arrivano i regali; se ogni anno Babbo Natale dicesse al piccolo “scusa, ma per la crisi, non posso portarti nulla”, dubito fortemente che la magia durerebbe.
Un genitore moderno che volesse esaltare l’atmosfera festosa potrebbe vestirsi da Babbo Natale e distribuire i regali, spiegando ai figli che l’abbigliamento è una tradizione ancora in auge perché ricorda la leggenda di Babbo Natale, di quando i bambini pensavano che fosse questo personaggio a portare i regali. Così facendo insegnerà ai figli il concetto di favola, importantissimo per non diventare spacciati, perché come diceva Cedric Whitman,
I miti sono ciò a cui credono gli adulti,
le favole sono ciò che raccontano ai propri figli
e la religione è tutte e due le cose insieme.
* Psicologicamente parlando, il fastidio che certe posizioni del Personalismo creano è dovuto al meccanismo della dissonanza cognitiva.

Il check up della coerenza può rivelare dati di fatto difficili da accettare
Gli avversari della coerenza
Alcuni sono soliti ipotizzare scenari irreali, che spesso iniziano con un se: “se tu fossi un soldato al fronte…”, per dimostrare che non si può essere coerenti; iniziano lunghe e sterili discussioni filosofiche, veramente pericolose per tutti coloro che cercano chiarezza, l’anti-personalismo per eccellenza.
Per esempio, provate a rispondere a questo quesito sulla difficoltà di essere coerenti nella vita: come si fa a essere coerenti in uno scenario dove per prestare soccorso a un passante investito da un’auto pirata si è costretti a infrangere la legge violando il codice della strada (magari andando contro mano per portarlo in ospedale)?
- Lo si salva infrangendo la nostra propensione a non violare la legge oppure
- lo si lascia morire oppure
- si conclude che non si può essere coerenti e si devono cercare compromessi?
Per rendere reale lo scenario pensate di essere un medico, di non avere campo per chiamare soccorsi, di essere di notte in una via dove non passa nessuno, polizia compresa ecc.
La soluzione è semplice: qualunque persona dotata di buon senso non mette alla base del suo comportamento il “non violare la legge” (questo è un assioma che le deriva da condizionamenti), ma “il rispetto della legge“. La legge è fatta di norme e di pene. Io vado nella via a senso unico con tutte le attenzioni del caso e, se una telecamera mi riprende e un’istituzione pignola mi multa, pago la multa. Sono coerente. Che problema c’è?
L’incoerenza fondamentale
Come si applica il check-up nell’ottica di un miglioramento dell’esistenza? Facendo una riflessione sulla coerenza fra scopo e strumento:
se il mio scopo è essere felice, se X peggiora la mia vita perché io “credo” in X?
Questa è la forza esistenziale del check-up della coerenza, ciò che distrugge i condizionamenti subiti. Senza questa riflessione, si rimarrà sempre al palo. Una riflessione come questa è quella che provoca i cambiamenti più improvvisi e repentini, per esempio quello del manager superstressato che butta via la sua “prestigiosa” carriera per vivere in un modo più “umano”.