Uno dei motivi per cui le persone non riescono a cambiare vita è la strategia dell’adattamento. Per il Personalismo, per migliorare la qualità della propria vita sono fondamentali la predisposizione a cambiare e la successiva capacità di fare tabula rasa. Se è vero che molti rifiutano a priori questo necessario passo, altri si dicono prontissimi a farlo. Ma mentono a sé stessi.
I neofarisei
Chi ha letto le pagine sull’agnosticismo consapevole sa chi sono i neofarisei, falsi credenti o credenti di comodo che si dichiarano cattolici, pur essendo contrari ad alcuni principi della Chiesa cattolica. Ovviamente lo stesso discorso vale anche per le altre religioni rivelate. Sono il più evidente esempio di strategia dell’adattamento, con la quale
il singolo adatta una teoria alla propria situazione senza preoccuparsi delle incoerenze che tale adattamento introduce.
Partire da una teoria e adattarla alle proprie necessità è praticamente quello che fa la gran parte della gente, quasi sempre per un interesse personale, materiale o spirituale.
Pensiamo a quei cattolici che vanno in chiesa e sono a favore di divorzio e aborto, a quei pacifisti che spaccano vetrine, a quei politici che parlano di maggiore equità sociale e si fanno la villa miliardaria, a chi parla della necessità della meritocrazia, ma vuole il 6 “politico” per il figlio deficiente ecc.
Per capire cosa fa l’adattatore, consideriamo una persona divorziata che con molta foga sostiene che non è giusto che i divorziati non possano risposarsi in chiesa. Diventa il nuovo maestro (al posto del papa e della Chiesa) e si fa le nuove regole!
Una persona che adatta a sé una teoria si porta dietro dei macigni (i dogmi della teoria) che difficilmente riesce a inserire nella propria visione; e allora cosa fa? Li ignora, impostando poi spesso una vita che contrasta con i principi della teoria di partenza, almeno in alcuni punti. Cosa si crea? Non certo equilibrio, ma confusione. Agli occhi degli altri il soggetto è incoerente, confusionario, poco credibile. Ciò non sarebbe grave se il soggetto stesso non naufragasse in queste sue incoerenze diventando una persona con “i normali problemi di ogni giorno”. Ecco allora che la teoria non gli è servita a granché.
Per il Personalismo la strategia dell’adattamento è eticamente penosa, vista la necessità della coerenza per definire una persona moralmente positiva.
La strategia è tipica soprattutto di irrazionali e sopravviventi, ma è presente anche in svogliati, deboli e vecchi (che usano l’alibi della loro vecchiaia per “adattare” la realtà).

Uno dei motivi per cui le persone non sono in grado di cambiare in meglio la propria vita è la strategia dell’adattamento
Adattamento e Personalismo
In questi anni di crescente successo del sito ho conosciuto personalmente molti visitatori vicini alle mie idee, salvo poi scoprire che molti di loro non erano che neofarisei. Adattavano la loro strategia di vita alla mia, cercando compromessi impossibili o, più frequentemente, dimenticando quello che non riuscivano, o meglio, non volevano seguire. Così c’era lo sportivo che fumava, l’orientale che tentava un’improbabile sintesi con la meditazione buddhista, quello che mi dava ragione sulla razionalità, salvo poi scoprirsi irrazionalmente romantico ecc.
In molti c’è la speranza di salvare capra e cavoli, in realtà un’illusione, l’equivalente del detto comune tenere il piede in due scarpe o di quello evangelico sull’assurdità di servire due padroni.
Non pensate quindi di potervi servire del Personalismo a pezzi, prendendo in saldo ciò che per voi è facile. Niente vi impedisce di seguire una vostra strategia esistenziale, ma non fatemi complice dei vostri disastri se al mio pensiero mischiate vostre disastrose scelte. Ricordo un mio compagno di liceo a cui passai il compito di latino: io presi nove, lui quattro. Quando gli chiesi spiegazione del fatto, con aria trionfante, mi raccontò che, per non farsi scoprire, aveva pensato bene di correggere la mia traduzione.
Un esempio di adattamento – Diversi mesi fa M. mi aveva scritto che finalmente voleva avere in mano la sua vita, che aveva deciso di lasciare la moglie e la suocera al seguito, non si sentiva più un debole, una marionetta in preda a due megere. Avrebbe iniziato a vivere.
In seguito, M. mi ha scritto di nuovo dicendo che è tornato tutto normale, che ora sua moglie sta aspettando un figlio, perché lui l’ha sempre voluto e ora saranno una famiglia. “Grazie Roberto, di avermi insegnato tante cose”. Grazie di che? Spero che almeno abbia letto il mio ultimo sintetico commento in grassetto a 36 punti: amen!
Adattamento stabile – Si ha quando il soggetto minimizza una sua personalità critica, pensando di poter vivere alla grande perché dal Personalismo ha imparato tante cose. Purtroppo il Personalismo è come una costruzione in cui i muri portanti sono proprio le assenze di personalità critiche. Se è vero che si può personalizzare (flessibilità), la personalizzazione parte solo quando si sono costruiti i requisiti di base.
Adattamento periodico – Probabilmente quello più distruttivo perché di fatto rende casuale e mediocre ogni tentativo di migliorare la propria qualità della vita: il soggetto si prende delle licenze, giustificate dalla massima semel in anno licet insanire. In nome di essa, trasforma un vizio in una virtù, senza accorgersi che, se si boccia senza appello qualcosa, mai si proverebbe il desiderio di approvarla. In realtà, la trasgressione non è che la prova che l’adesione a un modello di vita è solo apparente, gratificante perché ritenuto positivo, ma non metabolizzato a sufficienza per essere seguito con gioia piena.
Con l’adattamento periodico la persona ripiomba in quella mediocrità che voleva evitare aderendo a una visione della vita un po’ sopra le normali righe della quotidianità. Ritornano i vecchi discorsi del “può capitare a tutti di…”, “che sarà mai se…”, “è normale che…”.
Notate che non è il “peccato” che rende mediocre il soggetto, ma la sua giustificazione che, di fatto, è la negazione di ciò in cui diceva di credere. Una persona che tenta di smettere di fumare e non ci riesce è sicuramente più positiva di una che si giustifica con alibi del tipo “ma io non aspiro” oppure “ma che vuoi che facciano 7 o 8 sigarette al giorno?”.