Lo zigolo dolce (Cyperus esculentus) è una pianta erbacea spontanea appartenente alla famiglia delle Cyperacee, reperibile praticamente in tutti i continenti; produce un tubero dall’aspetto simile alla noce moscata, conosciuto coi nomi più comuni di “mandorla di terra” o “chufa” in spagnolo, in Spagna infatti ne è piuttosto diffusa la coltivazione. L’uso dei suoi tuberi è frequente anche nelle nostre regioni del Sud, in particolare in Sicilia dove, nel linguaggio comune, sono denominati “zizzole di terra”, “bagigi” o “cabasisi”. Alcuni ritrovamenti nelle piramidi d’Egitto fanno ritenere che fossero conosciuti e comunemente usati già dai faraoni e, inoltre, autorevoli studi botanici hanno rilevato che gli zigoli fossero apprezzati anche in epoca romana.
La pianta presenta un fusto che può raggiungere l’altezza di circa 40-50 cm, con foglie rigide sviluppantesi dalla base, fascicolate e di colorazione verde chiaro; produce delle infiorescenze irregolari, profumate e raccolte in spighe, di colorazione dal verde al giallo tenue.
Coltivazione
Lo zigolo dolce è una pianta spontanea, considerata infestante per la facilità con cui le radici rizomatose si riproducono; per coltivarla è sufficiente quindi disporre di pochi tuberi, da impiantare per ottenerne una buona diffusione spontanea. I tuberi vanno raccolti preferibilmente in autunno, avendo cura di estrarre la pianta con delicatezza, per non rischiare di spezzare il fusto. Si conserveranno poi al riparo da luce e umidità fino alla primavera, quando potranno essere interrati senza particolari accorgimenti, se non quello di assicurarsi che il terreno sia sufficientemente sabbioso, per ottenere i migliori risultati di crescita.
Zigolo dolce – Proprietà
I tuberi dello zigolo dolce sono davvero ricchi di benefiche proprietà:
- costituiscono un’ottima fonte di fibre, che contribuiscono alla prevenzione dei disturbi dell’apparato gastro-intestinale, al mantenimento del peso, oltre a favorire il controllo dei livelli glicemici e di colesterolo nel sangue;
- per il notevole contenuto di acido oleico e vitamina E, risultano efficaci alleati nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo;
- la presenza di principi attivi antiossidanti contrasta la produzione di radicali liberi, contribuendo così al mantenimento del benessere generale dell’organismo;
- stimolanti per il sistema immunitario, per far fronte più efficacemente all’attacco di virus e batteri;
- prebiotici, con benefici effetti sulla flora intestinale, che prevengono e migliorano disturbi come gonfiori, diarrea, aerofagia.

Lo zigolo dolce viene coltivato in maniera intensiva soprattutto nella città di Valencia
Zigolo dolce in cucina
I piccoli tuberi dello zigolo dolce si trovano in commercio essiccati e vanno tenuti in ammollo prima di consumarli, analogamente ai legumi. Sono dei validi sostituti di frutta secca e snack, da consumare da soli o in aggiunta a cereali, ottimi se abbinati allo yogurt.
Si possono inoltre usare sotto forma di farina, per preparazioni di prodotti di panificazione e pasticceria, uso piuttosto diffuso in Algeria, dove la farina di zigolo dolce viene utilizzata per la produzione di particolari pani tipici.
In Spagna, nella zona di Valencia, gli zigoli vengono usati per la preparazione di una tipica bevanda, la “horchata” (in italiano “orzata”), partendo dai tuberi o dalla farina: nel primo caso i tuberi (500 g) vanno reidratati, lasciandoli in ammollo per 12 ore, poi sgocciolati e frullati, aggiungendo alla poltiglia 2 l di acqua; lasciar macerare in frigo per almeno 3 ore, poi passare al setaccio il tutto, cercando di estrarre tutto il succo dalla poltiglia. Aggiungere 350 g di zucchero, evitando di mescolare, ma lasciando riposare il tutto finché lo zucchero non si sia completamente sciolto. Passare il tutto al colino e servire la bevanda molto fredda.
Utilizzando la farina, invece, sarà sufficiente aggiungere 1-2 cucchiai di farina di zigoli a un bicchiere d’acqua (o, a piacere, latte), mescolare energicamente e dolcificare a piacere.

In foto, il tubero dello zigolo dolce
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, zigolo ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.