In ambito agronomico si parla di terreno limoso in riferimento a un suolo costituito per circa l’80% da limo, per il 10% da sabbia e per il rimanente 10% da argilla; il limo (noto anche come silt), costituente principale, è un materiale di origine alluvionale; grandi quantità di questo materiale si possono rinvenire sul fondo dei laghi, nei pressi delle foci dei fiumi e anche dove si sono verificate delle inondazioni; il tipico esempio che spesso si fa del limo è quello del deposito alluvionale lasciato da limo nel corso delle periodiche inondazioni del fiume Nilo che forniva agli antichi egizi, una grande quantità di terreno fertile adatto alle coltivazioni; gli egizi lo definivano kemet (terra nera); era infatti un deposito molto scuro e particolarmente ricco di potassio; i terreni che si trovavano lungo il corso del fiume venivano da esso ricoperti e la loro fertilità aumentava enormemente.
Le particelle solide che costituiscono il limo ha un diametro compreso tra quello delle particelle che compongono la sabbia fine e quello delle particelle che costituiscono l’argilla (tra 0,02 e 0,002 mm); nella sua composizione minerale rientrano le miche (minerali appartenenti alla classe dei fillosilicati), il quarzo e vari silicati; la sostanza organica è presente in notevole quantità nei terreni limosi.

Piante di girasole in un terreno limoso
Terreno limoso e coltivazione
Il terreno limoso è una sorta di via di mezzo fra un terreno argilloso e un terreno sabbioso; trattiene l’umidità, ma su di esso, in genere, non si formano ristagni idrici; in linea generale, quindi, è da considerarsi un ottimo terreno per quanto concerne le possibilità di coltivazione, anche perché scambia piuttosto bene l’ossigeno. Ha però una caratteristica non particolarmente positiva; tende infatti a compattarsi sulla superficie, formando una crosta superficiale asfittica molto penalizzante; se la crosta superficiale diventa particolarmente compatta potrebbero anche verificarsi ristagni idrici con tutte le conseguenze negative del caso; per porre rimedio a questo “difetto”, si può intervenire effettuando frequentemente interventi di sarchiatura e pacciamatura; la sarchiatura in particolar modo ha molti risvolti positivi: migliora la circolazione d’aria nel terreno, favorisce la penetrazione del calore solare, riduce la portata del fenomeno dell’evaporazione e rimuove le erbe infestanti.