La ruta (Ruta graveolens) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Rutacee, originaria dell’Europa meridionale, ma diffusa anche in Cina e India; il fusto, legnoso solo alla base, può raggiungere il metro di altezza. Nel nostro Paese si trova spontanea in tutto il territorio nazionale (a eccezione delle isole maggiori) fino a un’altezza di circa 1.000 m. Il nome latino deriva da grávis, greve, fastidioso e da óleo esalare odore, in riferimento al fatto che le foglie emanano un odore intenso o sgradevole. Gli elementi chimici costituenti la pianta sono olio essenziale, acidi organici e tannini. L’intera pianta è tossica, e l’ingestione può provocare nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. In genere però non si tratta d’intossicazioni mortali. Le foglie, se strofinate sulla cute, possono dare origine a fotosensibilizzazioni o dermatiti sulle pelli più sensibili. Pertanto, per queste sue caratteristiche, è utilizzata con parsimonia in cucina e in fitoterapia. Nel giardino è messa a dimora per sfruttare proprio le sue caratteristiche repellenti, in quanto riuscirebbe a tenere lontane le zanzare e le vipere, e per la gradevolezza del suo aspetto compatto e ordinato.
Indice
La coltivazione in giardino
La ruta è una pianta molto gradevole da mettere a dimora in giardino: ha un aspetto di arbusto compatto e facile da mantenere ordinato, senza essere particolarmente rigido come altri arbusti (per esempio il bosso). Solo da adulta riesce ad arrivare all’altezza di circa un metro, anche meno, attorno ai 70 cm per la varietà Jacksman’s Blue, molto utilizzata nei giardini per il colore glauco (blu-verde).
La ruta graveolens è molto adatta come erbacea di una siepe di bordura mista, nel giardino roccioso o nell’angolo delle aromatiche. Le foglioline sono di colore verde-blu o verde-grigio; in estate produce sulle cime piccoli fiori larghi fino a 2 cm di colore giallo.
Esposizione – La pianta di ruta può essere posta in pieno sole o mezz’ombra.
Terreno – Va messa a dimora in terreni moderatamente fertili. Teme i ristagni idrici, pertanto il terreno non dev’essere argilloso o troppo compatto. Si sviluppa meglio in estate calde e asciutte.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione avviene in genere per semina, in semenzaio protetto ad aprile. E’ possibile anche la propagazione per talea o la divisione dei cespi delle piante mature.
Annaffiatura – La pianta si accontenta dell’acqua piovana e le irrigazioni vanno fatte solo in caso di prolungata siccità, in ogni caso solo quando il terreno si è asciugato completamente.
Concimazione – Pianta molto rustica, non necessita di concimazione.
Potatura – La potatura segue le stesse regole di altri arbusti come lavanda e le eriche: si potano ogni anno a fine fioritura oppure a inizio primavera per togliere i rami secchi o rovinati dal freddo invernale. La potatura consiste nell’accorciare i rami che hanno fiorito l’anno precedente di non più di 3 cm.
Malattie – La ruta graveolens è una pianta molto resistente a parassiti e malattie: l’unico in grado di creare danni è il fungo Phytophthora che può provocare marciumi radicali, spesso quando il terreno è troppo irrigato.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Proprietà della ruta
Alcuni tengono i ramoscelli di ruta fresca negli ambienti infestati dai ratti perché sembra che questi non ne sopportino l’odore.
Le parti della pianta che vengono utilizzate a scopi fitoterapici sono le parti terminali della piante e le foglie; la raccolta di queste ultime avviene nel periodo che va da maggio ad agosto.
I principi attivi della droga estratta dalla pianta sono diversi: tannini, resine, olio essenziale, furanocumarine, rutarine ecc.
La fitoterapia attribuisce alla ruta diverse proprietà: emmenagoghe (stimola l’afflusso di sangue alle regioni pelviche e all’utero), carminative (facilita l’espulsione di gas da stomaco e intestino), digestive e sedative. La pianta deve essere utilizzata con cautela perché a certi dosaggi può risultare tossica e dare disturbi anche gravi. È pertanto sconsigliato preparare rimedi erboristici “fai da te”, ma è preferibile acquistare preparati commerciali.
In genere, se ne fa solo un uso esterno, mediante impacchi o frizioni con l’olio essenziale a scopo analgesico, per calmare i dolori articolari (per esempio dovuti all’artrite). Le foglie di ruta erano usate un tempo per bruciare porri e verruche della pelle, visto la capacità di provocare ustioni, ma questo tipo di utilizzo è stato abbandonato a favore di pratiche più sicure.
La ruta è assolutamente controindicata alle donne in stato interessante; è infatti ritenuta una pianta in grado di provocare l’aborto.
Si deve infine ricordare che, vista la presenza di furanocumarine, è sconsigliato l’uso di prodotti a base di ruta in caso di esposizione eccessiva alla luce solare o comunque durante trattamenti cosmetici a base di raggi ultravioletti (le furanocumarine, in presenza di raggi ultravioletti, formano prodotti tossici per la cute).
La ruta in cucina
Le sue foglie vengono utilizzate, anche se con molta moderazione, per insaporire insalate, carni o pesce e nella preparazione di oli e aceti aromatici. La pianta viene anche utilizzata per aromatizzare alcuni liquori, tra i quali la grappa.