La coltivazione del rosmarino è molto comune. La pianta è originaria dei Paesi mediterranei e cresce spontanea soprattutto lungo i litorali del mar Mediterraneo, come si evince anche dall’origine del nome: ros marinus in latino significa infatti rugiada marina.
Il rosmarino (Salvia rosmarinus) è una pianta sempreverde con fusto legnoso e foglie aghiformi, alle ascelle di queste ultime nascono i fiori, acheni di colore azzurro-violetto presenti per quasi tutto il corso dell’anno; solitamente la fioritura va da marzo a ottobre, ma quando il clima è particolarmente mite la fioritura può durare per periodi di tempo superiori. La pianta può raggiungere un’altezza di circa tre metri.
Indice

Per la produzione di olio essenziale di rosmarino si predilige il periodo della piena fioritura
Rosmarino – Coltivazione
Esposizione – Il rosmarino è una pianta che predilige il sole e il caldo e tollera a fatica temperature sotto i 10 °C. Va preferibilmente coltivato all’aperto, ma durante i periodi in cui il clima è più rigido è opportuno ripararlo in zone protette dal freddo pungente. Chi abita nelle regioni settentrionali dovrebbe scegliere siti di coltivazione ben esposti alla luce solare e riparati il più possibile dalle correnti.
Terreno – Per quanto riguarda i terreni di coltivazione, il rosmarino predilige quelli sciolti, freschi e caratterizzati da un buon drenaggio. È opportuno che il terreno che ospiterà le piante di rosmarino venga lavorato con una certa cura nella stagione autunnale che precede il periodo di riproduzione (quello primaverile); la preparazione consistente nella vangatura e nella successiva fertilizzazione con concime organico. La vangatura dovrà raggiungere una profondità di circa 30 cm; nei solchi si introdurrà il concime organico che dovrà poi essere ricoperto. Generalmente occorrono 2,5 kg di concime organico per ogni metro quadrato di terreno destinato alla coltivazione.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione del rosmarino può essere effettuata con diverse modalità ovvero per seme, per talea oppure per divisione e, anche se meno frequentemente, per margotta.
Chi opta per la riproduzione in semenzaio, in primavera dovrà preparare un po’ di terriccio da mettere in un vaso nel quale si distribuirà a spaglio un pizzico di semi di rosmarino, semi che andranno ricoperti con uno strato sottile di terriccio. Terminate queste operazioni il terreno va leggermente inumidito con uno spruzzino; infine si provvederà a ricoprire il vaso con un foglio di plastica trasparente al fine di garantire un ambiente caldo-umido. Per evitare fenomeni di condensa è opportuno praticare qualche forellino nella plastica. Ogni due o tre giorni, il foglio di plastica va rimosso per controllare le condizioni del terreno che va tenuto sempre inumidito. In genere, le piantine cominciano a spuntare quando sono trascorse un paio di settimane dalla semina. Arrivati a questo punto, la copertura con il telo di plastica non è più necessaria. Man mano che il tempo passa si rimuoveranno le piantine che si ritengono più deboli. Quando l’altezza delle piante sarà di circa 15 cm si può procedere con la messa dimora. La rimozione delle piantine deve essere fatta con una certa cura per non correre il rischio di danneggiarle.
Chi ha a disposizione una pianta di rosmarino già ben formata può procedere alla riproduzione con la tecnica della talea. La riproduzione per talea deve essere fatta al termine della fioritura prelevando alcuni rametti dai quali si toglieranno sia la parte alta sia quella più bassa. Le talee devono avere una lunghezza di circa 20 cm o poco più. Le talee non vanno interrate subito; prima, infatti, è necessario riporle in un contenitore con dell’acqua per circa dieci giorni. Trascorso questo lasso di tempo si possono interrare le talee in un substrato composto per il 50% da sabbia e per il 50% da torba. La primavera successiva a quella in cui si è effettuato il taleaggio si provvederà alla messa dimora definitiva.
Annaffiatura – Per quanto riguarda le cure colturali, il rosmarino non è fra le piante più esigenti; non necessità di irrigazioni particolarmente abbondanti o frequenti, è sufficiente verificare che il terreno non inaridisca in modo eccessivo.
Potatura – Anche per quanto riguarda le potature non è necessario intervenire di frequente, lo si farà soltanto nel caso in cui sia necessario rimuovere rami secchi o spezzati.
Concimazione – Come per molte altre aromatiche, il rosmarino non ha bisogno di concimazione.
Malattie – Il rosmarino è una pianta molto rustica che è in grado di resistere molto bene alle varie avversità. Non teme infatti né malattie né parassiti. Il fungo Ascochita rosmarini può causare qualche problema, ma i suoi attacchi non sono mai particolarmente pesanti. Gli unici insetti che possono provocare gravi problemi sono il lepidottero Tortrix pronubana e il coleottero Chrisolina americana.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Coltivazione del rosmarino in vaso
La coltivazione del rosmarino in vaso è adatta sia a scopi ornamentali (una piccola siepe divisoria) sia a scopi culinari.
Poiché la pianta è molto resistente si adatta a ogni tipo di terreno, anche se preferisce i terreni leggeri e alcalini. Il vaso migliore è quello in terracotta che ha sul fondo cocci per drenare l’acqua in eccesso perché il rosmarino non gradisce il ristagno dell’acqua e una forte umidità del terreno.
Poiché la pianta ama il sole, è necessario che l’esposizione alla luce sia buona. Poiché non ama molto l’acqua, non necessita d’irrigazione frequente.
Chi coltiva il rosmarino in vaso deve tenere presente che è necessaria un’operazione di rinvaso almeno ogni cinque anni.
Il rosmarino in cucina
Le prime notizie sull’impiego culinario del rosmarino (in Toscana noto anche come ramerino) risalgono al XVIII sec., mentre in precedenza era utilizzato soprattutto come erba officinale. Oggi in Italia il rosmarino viene impiegato in molte pietanze diverse, dai piatti a base di carne, come gli arrosti, a quelli a base di patate, alle torte rustiche. Viene inoltre utilizzato per la preparazione di paté di fegato e per insaporire pane e focacce. Il rosmarino può anche essere adoperato per aromatizzare olio e aceto: in questo caso si utilizzano i rametti, che vengono posti a macerare per diversi mesi.
Le caratteristiche aromatiche della pianta sono dovute alla presenza di olio essenziale i cui componenti principali sono il pinene, il limonene, il conforene, flavonoidi, tannini, canfora, acido rosmarinico, acidi fenolici ecc.
Il rosmarino in fitoterapia: l’olio essenziale
Il rosmarino è usato anche in fitoterapia; le parti utilizzate sono le foglie e fiori; questi ultimi devono essere raccolti durante la piena fioritura, in estate. Subito dopo la raccolta i rametti con i fiori devono essere messi a essiccare in luoghi bui, asciutti e ben aerati. Quando l’essiccatura sarà terminata, le foglie e i fiori devono essere conservati in recipienti sigillati.
Per produrre l’olio essenziale sono utilizzate le sommità fiorite fresche.
La fitoterapia attribuisce alla pianta proprietà balsamiche, stimolanti, toniche, stomachiche, antispasmodiche, antinfiammatorie e antisettiche; l’olio essenziale è utilizzato come antibatterico e antimicotico.
Il rosmarino è consigliato per trattare la diarrea e le mestruazioni troppo abbondanti (ipermenorrea); altri disturbi per i quali viene consigliato sono il meteorismo, i problemi intestinali in genere, l’inappetenza e il surmenage psicofisico.
La pianta è utilizzata anche in aromaterapia come antidepressivo e come rimedio per il mal di testa.
Le modalità di utilizzo sono diverse, può infatti essere usato come infuso o decotto, ma anche fresco da mettere direttamente sui cibi.
L’utilizzo di prodotti fitoterapici a base di rosmarino è controindicato a chi soffre di convulsioni e alle donne in gravidanza. Un’eccessiva ingestione di olio essenziale può provocare irritazioni a livello di stomaco, intestino e reni.
In letteratura vi sono casi di dermatite da contatto associate al rosmarino o comunque a prodotti contenenti estratti di tale pianta; è quindi consigliabile, in soggetti con problemi di sensibilità cutanea, una certa cautela nell’uso.
Alcuni studi hanno mostrato che un estratto di rosmarino ha provocato una leggera riduzione dell’assorbimento del ferro contenuto in cibi di origine vegetale.