Il melo cotogno (Cydonia oblonga) è l’unica specie del genere botanico Cydonia, della famiglia delle Rosacee, la stessa dei più comuni melo e pero. La sua coltivazione è molto antica; era già conosciuto ai tempi dei babilonesi, ed era considerata una pianta sacra ad Afrodite dagli antichi greci.
Nei tempi moderni la sua coltivazione è caduta in disuso soppiantata da quelle del melo e del pero, decisamente più dolci. Il frutto del melo cotogno, infatti, ha un gusto abbastanza aspro e diventa apprezzabile solo se cotto o trasformato in marmellata. Per questo motivo il melo cotogno è elencato nei portali dedicati alla vendita di piante come un frutto antico, un po’ dimenticato.
La pianta, decidua, è di dimensioni contenute e molto ornamentale. La fioritura avviene tipicamente a maggio. I frutti, dapprima ricoperti da una fitta peluria bianca, diventano pronti per il raccolto quando la perdono, rivelando la buccia di un giallo vivo. La polpa è morbida e chiara, provvista di numerosi semi.
L’aspetto originale dei suoi frutti e la rusticità possono essere dei validi motivi per la sua coltivazione in un orto familiare o in un angolo del giardino. Sa resistere molto bene al freddo e quindi può essere coltivato anche nelle aree dell’Italia con inverni rigidi. I frutti, dall’aspetto un po’ bitorzoluto, possono avere una forma più simile alla mela, e quindi sono dette mele cotogne, o al pero, in questo caso chiamate pere cotogne.

Le mele cotogne sono tra gli ingredienti base della mostarda
Melo cotogno – Coltivazione
Il melo cotogno predilige l’esposizione in pieno sole, come tutte le piante da frutto. Conviene anche metterlo a dimora in luoghi riparati dai venti forti.
Per quanto riguarda il terreno, sa adattarsi molto bene a diversi substrati, ma predilige quelli leggermente acidi.
Il melo cotogno si mette a dimora nel periodo compreso tra novembre e l’inizio della primavera, escludendo ovviamente i momenti di gelo o nevicate intense. Nel caso di inverni molto rigidi, conviene aspettare di piantarlo a febbraio. I portainnesti utilizzati sono di solito gli stessi del pero. Attenzione: la maggior parte dei meli cotogni sono autosterili; quindi, occorre piantare varietà diverse per avere una buona produzione di frutti.

Anche la fioritura del melo cotogno è molto apprezzata dal punto di vista ornamentale. Il fatto che fiorisca a fine primavera lo mette al riparo dalle gelate tardive
Le irrigazioni possono servire nel primo anno della messa a dimora; in seguito, la pianta potrà crescere bene solo con le precipitazioni atmosferiche, a meno di periodi prolungati di siccità, quando si può intervenire con qualche irrigazione di soccorso.
Il melo cotogno è una pianta molto resistente ma può essere soggetto ad alcuni problemi durante la coltivazione come l’attacco di vermi di alcuni lepidotteri o la suscettibilità al colpo di fuoco batterico.
Il melo cotogno in vaso
A differenza di melo e pero, per cui esistono anche varietà nane adatte alla coltivazione in vaso, non è così per il melo cotogno. La coltivazione in vaso è possibile, a patto di sceglier un portainnesto poco vigoroso e usando vasi capienti e profondi. La pianta andrà poi rinvasata periodicamente e opportunamente concimata.