Imparare a leggere le etichette dei fitofarmaci è importante perché questi ultimi sono sostanze molto usate nell’orto e nel giardino, siano essi diserbanti (prodotti chimici impiegati per contenere o eliminare la presenza di piante infestanti, le cosiddette “malerbe”, da una coltivazione agricola o domestica) o antiparassitari (per eliminare i parassiti che danneggiano le piante).
La categoria dei fitofarmaci comprende tutti i prodotti usati sulle piante per proteggerle da aggressori di svariata natura, fra cui insetti, funghi e piante infestanti. Il termine fitofarmaco ha numerosi sinonimi, fra cui prodotto fitosanitario (sigla PF) e agrofarmaco. In maniera un po’ impropria, ci si riferisce comunemente ai fitofarmaci anche con i termini pesticidi (anche se questo termine ha un significato più esteso e non solo riferito ai prodotti per le piante), antiparassitari e anticrittogamici.
Dal momento che si tratta di veri e propri prodotti chimici, il loro uso scorretto può non essere scevro da problemi gravi per l’ambiente o per le piante che si stanno trattando (oltre che per chi utilizza il prodotto; peraltro, soprattutto a livello professionale, in caso di danni per un uso scorretto del fitofarmaco, a livello legale il responsabile è chi ha eseguito il trattamento).
Come anticipato, i fitofarmaci sono a tutti gli effetti dei prodotti chimici e, di conseguenza, la loro etichetta deve attenersi al regolamento CLP; quest’ultimo è descritto nelle sue caratteristiche generali nell’apposito articolo, che è opportuno consultare, soprattutto perché ogni etichetta di fitofarmaco riporta i pittogrammi con le indicazioni di pericolo e consigli di prudenza.
Di seguito sono invece descritte le informazioni specifiche per i fitofarmaci.
L’etichetta
Accanto alle classiche informazioni, quali il nome commerciale del prodotto ecc., ne sono generalmente riportate importantissime altre. In particolare:
- La tipologia di fitofarmaco (insetticida se agisce su insetti dannosi quali afidi e cocciniglie, diserbante o erbicida se agisce contro piante infestanti, acaricida contro gli acari, fungicida ecc.).
- La formulazione fisica del preparato (liquido, in granuli, concentrato da diluire in acqua ecc.).
- Il numero di registrazione presso il Ministero della Salute. Ogni prodotto deve essere infatti registrato presso una banca dati del Ministero.
- Composizione chimica del preparato e dei principi attivi tramite i quali il prodotto esplica la sua funzione di fitofarmaco.
- La tipologia di piante sulle quali è possibile applicare il prodotto.
- Modalità di impiego, ovvero come usare e dosare correttamente il prodotto.
- Eventuali indicazioni per la preparazione della miscela (se il prodotto va preparato e diluito in appositi solventi, di solito l’acqua).
- Periodo ottimale di intervento.
- Numero massimo di applicazioni per anno/ciclo di coltivazione.
- Condizioni agricole (possibilità d’impiego in ambiente protetto).
- Indicazione di categorie di utilizzatori, per esempio: “professionali” e “non professionali”.
- Utilizzo per piante ornamentali o piante edibili. In molti prodotti sono presenti le sigle PFnPO, che indica un prodotto fitosanitario destinato a piante ornamentali, oppure PFnPE, che indica che il prodotto è invece impiegabile su piante edibili, ovvero piante che saranno usate a scopo alimentare.
- Tempo di carenza o intervallo di sicurezza, ovvero il tempo minimo che deve passare fra l’applicazione del prodotto e la raccolta delle piante trattate in modo che gli eventuali prodotti da esse ottenuti non risultino nocivi per il consumatore per la presenza di residui.
- Il tempo di rientro, ovvero il tempo che deve intercorrere tra il trattamento e il momento in cui l’operatore potrà tornare in sicurezza, senza apposite protezioni, nell’area trattata. Sia questo parametro che quello precedente riguardano generalmente i prodotti destinati all’uso agricolo e non a quello più prettamente domestico.

Un uso scorretto dei fitofarmaci può causare problemi gravi per l’ambiente o per le piante che si stanno trattando
Altre informazioni
Altre informazioni che è possibile trovare sull’etichetta sono simboli ecologici (come il logo europeo che attesta il fatto che il prodotto è biologico: un rettangolo verde con il simbolo di una foglia i cui margini sono costituiti da piccole stelle bianche) o che indicano come smaltire correttamente la confezione (che non deve essere assolutamente dispersa nell’ambiente).
Sigle RAC
Usando ripetutamente la stessa tipologia di fitofarmaco su una medesima coltura si corre il rischio che i patogeni da cui la si vorrebbe difendere si adattino al prodotto fitosanitario impiegato, sviluppando una resistenza che li renderà immuni a successivi trattamenti con quel prodotto.
Il tema delle resistenze è molto importante e pertanto, per prevenirle, è importante cambiare ciclicamente la tipologia di fitofarmaco che si utilizza. Per facilitare questo accorgimento, i meccanismi d’azione dei fitofarmaci sono raggruppati in categorie associate a un determinato codice a cui viene anteposta una sigla (FRAC per i fungicidi, IRAC per gli insetticidi, HRAC per gli erbicidi e RRAC per i pesticidi attivi sui roditori) a seconda della tipologia di fitofarmaco. Per esempio, il glifosato (LINK), un noto erbicida, agisce con un meccanismo d’azione basato sul blocco dell’attività di un enzima necessario allo sviluppo delle piante infestanti. A questa categoria è assegnato il codice HRAC “G”. Per prevenire la possibilità di adattamento da parte dei patogeni e conseguente sviluppo di resistenze occorre alternare la tipologia di fitofarmaco non usando più volte consecutivamente prodotti aventi lo stesso codice, anche se hanno nome o principi attivi diversi (perché, a prescindere dal nome o dal principio attivo, se hanno la stessa sigla, agirebbero sui patogeni con i medesimi meccanismi, facilitando lo sviluppo di resistenze). Per restare nell’esempio, occorrerà non solo non usare sempre il glifosato, ma anche scegliere come alternativa un prodotto avente un codice HRAC non “G”, ma, per esempio, “A”.
Nota finale
Si raccomanda di impiegare sempre prodotti fitosanitari certificati, in quanto l’utilizzo di prodotti non correttamente registrati può essere causa di danni collaterali. In particolare, occorre sempre rispettare le precauzioni descritte in etichetta per evitare il contatto con un prodotto potenzialmente nocivo. In caso di ingestione o inalazione involontarie rivolgersi a un medico oppure contattare rapidamente un centro antiveleni.