Il dragoncello (Artemisia dracunculus), noto anche come estragone o serpentaria, è una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia centrale, della Russia meridionale e della Siberia; appartiene alla famiglia delle Asteracee (o Composite). Il dragoncello cresce formando alti cespugli (dai 50 agli 80 cm circa) ramificati e molto folti. Ha foglie di colore verde chiaro, lunghe e sottili, che emanano un profumo molto intenso; utilizzato dagli arabi, a seguito delle crociate si diffuse anche in Europa. Allo stato selvatico, in Italia è osservabile esclusivamente in Lombardia. Era peraltro un’erba già nota a Plinio il Vecchio, che le attribuiva particolari proprietà terapeutiche. Gli antichi greci ne masticavano le foglie per curare il mal di denti.
Indice

Foglie di dragoncello fresche
Coltivazione del dragoncello
Il dragoncello può essere coltivato nell’orto, nelle aiuole delle erbe aromatiche in giardino oppure anche sul balcone, in vaso.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole o alla mezz’ombra nelle zone con estati molto calde. Infatti, il dragoncello teme il caldo troppo intenso. Andrebbe posizionato anche in luoghi al riparo dai venti forti. Teme inoltre le gelate e nelle aree con inverni freddi è consigliabile coprirlo con un tessuto apposito.
Terreno – La pianta di dragoncello non ha requisiti particolari in tema di terreno, cresce in qualsiasi tipo di substrato purché molto ben drenato. Teme infatti i ristagni idrici e andrebbero evitati quindi solo i terreni argillosi o troppo compatti.
Moltiplicazione e impianto – Si coltiva a partire dai semi, collocati a spaglio direttamente a dimora in primavera quando il rischio di gelate è scongiurato oppure in autunno. La germinazione non sempre è facile e molti preferiscono ricorrere alle piantine giovani acquistate nei vivai o nei negozi specializzati. La messa a dimora delle piantine avviene a primavera inoltrata. Pur essendo perenne, spesso la pianta perde di vigore dopo tre o quattro anni e si consiglia la sua sostituzione.
Annaffiatura – La pianta non è molto esigente per quanto riguarda le irrigazioni, che devono essere più frequenti durante il periodo della fioritura.
Concimazione – La concimazione periodica non è necessaria ma è importante predisporre un terreno arricchito con un concime organico o a lenta cessione prima della semina o dell’impianto.
Potatura – La pianta va potata prima dell’inverno per dare una forma ordinata al cespuglio.
Malattie – La pianta di dragoncello è molto rustica e resistente a malattie e parassiti.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Il dragoncello in cucina
In ambito culinario la sua diffusione maggiore si ebbe in Francia, anche se pare che già nel 774 fosse coltivato in Italia, in un’abbazia nei pressi di Montalcino. Attualmente viene utilizzato soprattutto per la preparazione di salse (fra le più note vi sono la salsa bernese, la salsa tartara e la salsa omonima) e per insaporire pietanze a base di uova, insalate, carne e pesce arrosto. La spezia non perde il suo sapore nemmeno dopo la cottura. Può essere utilizzato fresco o secco, ma la prima soluzione è consigliabile perché l’essiccatura gli fa perdere molto del suo particolare aroma.
Nel caso debba essere conservato, il dragoncello va seccato e conservato all’asciutto, al buio e in contenitori accuratamente chiusi. Non è consigliabile conservarlo a lungo perché tende a perdere facilmente il profumo. Un modo particolare di conservare questa speiza è quello di impastarne le foglie tritate con del burro ammorbidito (due cucchiai di dragoncello ogni 100 g di burro); dopo l’impastatura il dragoncello può essere conservato in frigorifero o congelato; il burro potrà essere utilizzato per condire a fine cottura i piatti che lo richiedono.
Il dragoncello è una delle spezie che si possono utilizzare con successo per aromatizzare l’olio, in particolare l’olio extravergine d’oliva; volendo fare il procedimento in casa, è bene usare la spezia perfettamente essiccata e non fresca. Basta sminuzzare bene le foglie di dragoncello essiccato e lasciarle a bagno nell’olio per una decina di giorni. Quindi si filtra il tutto e si ripone l’olio aromatizzato in un contenitore di vetro ben chiuso, tenuto al riparo dalla luce. Lo stesso procedimento è possibile anche per aromatizzare l’aceto, ma il tempo d’infusione dovrà essere di almeno due-tre settimane.
Il dragoncello ha un sapore piuttosto pungente e, in alcuni casi, può essere utilizzato come sostituto del sale o come condimento finale di salse, insalate e verdure in genere. Il suo sapore leggermente amarognolo ricorda quello del rafano e del sedano. In alcune preparazioni si usa per rafforzare il sapore amaro dell’aceto.

Le foglie essiccate di dragoncello, rispetto a quelle fresche, aggiungono un sapore più delicato ai piatti
Le ricette
Il dragoncello trova spazio in cucina in molte ricette, come ad esempio:
- nelle frittate
- per insaporire petti di pollo o tacchino
- su bistecche di carne, specie quelle di cavallo, il cui gusto, molto particolare, può essere migliorato dal sapore amarognolo della spezia.
- sui principali pesci da cuocere bolliti o al vapore, come trota o merluzzo
- in aggiunta a insalate di finocchi o ai ceci
Ecco di seguito una ricetta molto versatile che vede il dragoncello come protagonista e che può essere usata per accompagnare moltissimi piatti, primi o secondi (di carne o di pesce).
Crostini al dragoncello
Si tratta di una facile ricetta per preparare crostini di pane aromatizzato casareccio, per accompagnare secondi di carne o pesce o da aggiungere alle minestre e zuppe.
Ingredienti per quattro persone:
- 200 g di foglie di dragoncello
- 50 g di burro
- 50 g di ricotta
- 10 g di olio extravergine di oliva
- 200 g di pane a cassetta
La preparazione inizia scottando in acqua bollente le foglie di dragoncello fresche, ben pulite e lavate, per pochi secondi. Una volta scolate, si battono in un mortaio assieme al burro ammorbidito e alla ricotta, questi ultimi aggiunti a poco a poco, avendo cura di amalgamare bene il tutto. Terminata quest’operazione, si mette l’impasto ottenuto in frigorifero a riposare per una decina di minuti. Quindi si taglia il pane a cassetta a dadini di circa uno o due centimetri di spessore, eliminando la crosta. I pezzetti di pane così ottenuti vengono fatti saltare in padella nell’olio. Appena pronti i crostini ben caldi, si spalmano con il composto di burro, ricotta e dragoncello e si portano in tavola.
Tempo: 15 minuti
Difficoltà: facile
Costo: basso
Calorie: 258 kcal a porzione
Il dragonello in fitoterapia
Per quanto il dragoncello venga impiegato soprattutto in ambito culinario, la fitoterapia vi attribuisce proprietà digestive, antireumatiche, antisettiche, aromatizzanti, febbrifughe e toniche. A scopi fitoterapici sono utilizzate le foglie o la pianta intera.
Nel medioevo era utilizzato come rimedio per il morso dei serpenti e nella medicina popolare è stato da sempre utilizzato come digestivo e antidolorifico. I principali costituenti contenuti nell’olio essenziale contenuto nelle foglie sono l’estragolo, il capillene, l’ocimene, il nerolo, il tujone, e il limonene, oltre a cumarine, flavonoidi, steroli e tannini.
Proprietà e indicazioni del dragoncello
Il dragoncello trova impiego in diverse indicazioni, anche se il suo effetto è abbastanza blando:
- per il mal di denti, sotto forma di infuso
- per i dolori da artrosi, usato soprattutto nei pediluvi o come cataplasma
- come digestivo, assunto sotto forma di infuso delle foglie
- fresco sulle pietanze o come infuso o tintura viene impiegato per trattare meteorismo e aerofagia, nell’alitosi e in caso di singhiozzo.
- visto che può essere impiegato per esaltare il sapore dei cibi, alcune fonti lo indicano come buon sostituto del sale, nei casi di ipertensione.
La forma più utilizzata è quindi quella di infuso delle foglie o tisana di fiori e foglie. Sono sufficienti 30 g di foglie di dragoncello per un litro di acqua. L’infusione nell’acqua bollente dovrà durare per almeno 15 minuti. Un’altra forma è l’olio essenziale, che può essere assunto sciogliendolo in un cucchiaio di miele; in questo caso occorre accertarsi di acquistare l’olio di dragoncello per uso alimentare.
Controindicazioni
L’assunzione di prodotti erboristici o della spezia fresca o essiccata è controindicata a chi è sensibile all’estragolo; il suo utilizzo in questo caso può essere irritante, soprattutto per la cute (nei pediluvi, cataplasmi o applicazioni esterne). L’uso del dragoncello è sconsigliato alle donne in gravidanza per la presenza di tujone che, in linea di principio, può provocare l’aborto.