Il coriandolo (Coriandrum sativum), noto anche come erba cimicina, è una pianta appartenente alla famiglia delle Apiacee (o Ombrellifere); si tratta di una pianta annuale aromatica coltivata nell’orto per i suoi utilizzi in cucina, originaria dell’area mediterranea occidentale. Il nome del genere botanico deriva dal greco koris che significa cimice, alludendo all’odore che per molti è sgradito in quanto ricorderebbe quello delle cimici.
La pianta non supera i 50 cm di altezza: ha foglie portate su lunghi piccioli e a partire dall’estate e per tutto l’autunno porta fiori bianchi o rosati su ombrelle larghe.
I fiori sono seguiti da frutti sterici con nervature, di colore dapprima verde, poi marrone chiaro a maturazione. Il coriandolo è una pianta già conosciuta ai tempi degli antichi romani, citata da Plauto e Varrone per i suoi molteplici utilizzi.
Indice

Del coriandolo si possono consumare sia le foglie sia i semi
Coriandolo – Coltivazione
Esposizione – Il coriandolo predilige l’esposizione in pieno sole, ove la produzione di fiori e semi sarà più abbondante; tollera anche l’ombra parziale, ma molto luminosa. In genere è coltivato nell’orto o anche in un giardino rustico ove sia presente un’aiuola di aromatiche (si ricordi però che a differenze di molte aromatiche usate in giardino, il coriandolo è annuale e non perenne).
Terreno – Per quanto riguarda il terreno, il coriandolo di adatta a qualsiasi tipo di terreno da orto ben concimato in precedenza. Durante la crescita e la produzione di fiori e frutti, come molte piante aromatiche, la concimazione non è necessaria.
annaffiatura – Le irrigazioni devono essere regolari durante tutta la stagione vegetativa ma non eccessivamente abbondanti.

Il coriandolo cresce anche allo stato spontaneo in Italia fino a 1000 metri sul livello del mare
Moltiplicazione e impianto – Vista la sua grande capacità di propagazione per seme, in genere non si acquistano le piantine già formate, ma si coltiva seminando a primavera direttamente a dimora (in situ), usando la tecnica di semina a file o a spaglio, in modo molto simile al prezzemolo. La pianta di coriandolo è anche auto disseminante.
Visto le sue dimensioni contenute, il coriandolo può essere piantato anche in vaso.
Malattie – Il coriandolo è una pianta molto resistente, ma può essere soggetto a infezioni fungine (trachiomicosi).
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
Il coriandolo in cucina
Gli impieghi del coriandolo sia culinari che erboristici risalgono ai tempi più antichi; è citato da Apicio che lo usava per un condimento noto come Coriandratum, e anche da Plinio che lo riteneva un buon rimedio per la cefalea e la prevenzione della febbre.
Pur essendo una pianta originaria dei Paesi mediterranei viene usata soprattutto nelle cucine indiana e latino-americana; in Europa questa spezia è tornata di moda in tempi recenti, probabilmente grazie a queste tradizioni culinarie.
Il coriandolo cresce bene nei terreni soleggiati; le ombrelle devono essere raccolte la mattina quando sono ancora umide di rugiada; si deve poi riunirle in mazzi e farle essiccare appendendole in luoghi al riparo della luce del sole; al termine dell’essiccatura devono essere messe in un sacchetto e battute; così facendo si separeranno i fiori dai peduncoli che li sostengono.
La conservazione dei frutti interi deve essere fatta utilizzando contenitori in vetro ben chiusi e tenuti al riparo della luce.
Gli impieghi culinari sono numerosi; nel nostro Paese viene soprattutto utilizzato come ingrediente di alcuni insaccati e come aromatizzante di liquori; è uno degli ingredienti principali del curry e di una nota mistura di spezie molto usata nella cucina indiana e in quella pakistana, il garam masala che contiene anche cannella, semi di cumino, baccelli di cardamomo, chiodi di garofano, pepe nero e curcuma.
Il coriandolo viene anche utilizzato per aromatizzare la cacciagione, le preparazioni in salamoia, funghi, verdure, biscotti, pampepato ecc. Nella cucina orientale viene utilizzato come sostituto del comune prezzemolo. Assieme ad aglio e pepe, il coriandolo costituisce uno degli ingredienti di base di un condimento tipico della cucina thailandese.
Il coriandolo in fitoterapia
La pianta di coriandolo (Coriandrum sativum), è utilizzata, oltre che in cucina, anche in fitoterapia, fin dai tempi antichi: era infatti conosciuta dai Romani sia come condimento sia come erba medicinale. La droga viene ricavata dai frutti maturi (chiamati, anche se in modo improprio, semi di coriandolo). Il frutto di coriandolo ha una forma globosa (costituito da due acheni) di 3-6 mm di diametro., di colore inizialmente verde e poi marrone-bruno a maturazione. I frutti vengono usati secchi per realizzare polveri ed estratti. I costituenti principali sono un olio essenziale (costituito soprattutto da linalolo), flavonoidi, tannini e steroli.
Proprietà del coriandolo
La fitoterapia attribuisce alla pianta molte proprietà:
- stomachiche, con un’azione tonica sullo stomaco, in grado di stimolare la digestione e favorire l’appetito.
- carminative, per eliminare i gas da stomaco e intestino
- antispasmodiche
- antisettiche e battericide
- aromatizzanti
- vulnerarie (favorisce la cicatrizzazione)
- toniche ed eccitanti (stimola il sistema nervoso e contrasta l’apatia e la stanchezza)
Popolarmente viene considerato un ottimo vermifugo e costituisce uno dei componenti di pomate e cataplasmi utilizzati per trattare reumatismi e dolori articolari.
Fresco o essiccato: come si usa?
Sotto forma di infuso o estratto liquido viene consigliato per la dispepsia, gli spasmi intestinali, l’aerofagia, la stipsi, la cefalea, la nausea e le vertigini. L’infuso, unito all’acqua di bagni o pediluvi, viene consigliato come stimolante, tonificante e aromatizzante.
L’utilizzo dei prodotti a base di coriandolo richiede una certa cautela; la sua essenza infatti, ad alte dosi, può provocare disturbi nervosi e renali. È controindicato in quei soggetti che soffrono di gastroenterite e patologie renali.
In fitoterapia, non si usa il coriandolo fresco, ma solo il frutto maturo essiccato: infatti, le parti verdi non vanno mai utilizzate perché sono tossiche.
Il coriandolo infine interagisce, esaltandone gli effetti, con i farmaci ad azione neurostimolante.