La concimazione è un’operazione che riveste una notevole importanza nella massimizzazione della produttività del proprio orto. Essa è quindi da ritenersi un’operazione indispensabile se si vuole sfruttare al meglio le potenzialità del terreno destinato alla produzione dei propri ortaggi.
In un passato recente, la concimazione organica era passata in secondo piano rispetto alla cosiddetta concimazione chimica; quest’ultimo tipo di concimazione è basato essenzialmente su quella che alcuni addetti ai lavori definiscono come “teoria della restituzione degli elementi nutritivi sottratti al terreno dalla coltura”. In base a questa teoria il terreno è considerato alla stregua di un mero supporto per le radici degli ortaggi o di altre piante e non come un substrato attivo.
La concimazione chimica è parsa funzionare fino al momento in cui la fertilità, accumulatasi negli anni nei terreni grazie alle precedenti concimazioni organiche, non è venuta a esaurirsi. Si è quindi osservato che, nonostante l’apporto non minimale di concimi organici, la fertilità del terreno non accennava ad aumentare, anzi, molto spesso addirittura si riduceva. Ciò ha convinto molti a ripensare all’utilità della concimazione organica, alla quale, eventualmente, poteva essere affiancata quella chimica. Di fatto si è realizzato che la restituzione degli elementi nutritivi (ci riferiamo in particolar modo ad azoto, fosforo e potassio) ha senso soltanto nel caso in cui l’attività microbica del terreno mantenga una certa vivacità grazie alla concimazione di tipo organico.
Tra l’altro, se un terreno viene concimato in modo adeguato tramite concimi organici, può non essere necessario il ricorso a concimi chimici. Paragonando, un po’ pittorescamente, l’orto a un essere umano, si può dire che se ci alimentiamo in modo corretto, sia quantitativamente che qualitativamente, è pressoché inutile il ricorso all’integrazione.
Concimazione con il letame
Uno dei migliori concimi di origine organica è senz’altro il letame, un concime formato da erba secca, paglia e dagli escrementi degli animali che fermentano e vanno in decomposizione.
Esistono vari tipi di letame; i migliori sono quello bovino, quello equino e quello dei polli (anche pollina), talvolta si utilizzano anche il letame di coniglio e quello di suino.
Il letame deve essere fatto maturare per almeno sei mesi in concimaia (il luogo dove viene raccolto il letame; di norma ha pianta rettangolare e deve essere posto a una certa distanza da abitazioni, acquedotti, pozzi e serbatoi d’acqua potabile); qui si provvederà a bagnarlo di quando in quando con il liquido che proviene dalla massa che man mano viene accumulata.
Il letame bovino, molto comune, è un tipo di letame che viene spesso utilizzato per la concimazione di orti e giardini ed è particolarmente adatto ai terreni sabbiosi. La fermentazione di questo tipo di letame richiede mediamente circa sei mesi, ma è necessario almeno un anno di stagionatura perché dal letame fresco si ottenga un prodotto pronto per essere utilizzato al meglio. Il letame bovino contiene mediamente il 35 per mille di azoto, l’1,5 per mille di acido fosforico e il 3,5 per mille di potassio.
Il letame equino è in assoluto uno dei migliori letami; è reperibile meno facilmente del letame bovino, ma contiene principi nutritivi in quantità doppia rispetto a quest’ultimo. È un letame poco acquoso che necessita di un periodo di almeno 6-8 mesi prima di giungere a maturazione; tra l’altro questo tipo di letame non dovrebbe mai essere utilizzato quando è ancora fresco. Essendo più raro del letame bovino, il letame equino reperibile in commercio è molto più costoso.
Il letame dei polli è un altro tipo di letame che può essere efficacemente impiegato per la concimazione del proprio orto. La pollina, come il letame equino, non dovrebbe mai essere utilizzata quando è ancora fresca; va infatti messa sul terreno dopo averla fatta asciugare e accuratamente sminuzzata. Occorrono circa 6-8 mesi per una completa maturazione di questo tipo di letame.
Anche il letame di suino viene talvolta utilizzato per la concimazione; non è però un buon tipo di letame perché è molto acquoso e non particolarmente ricco di sostanze nutrienti.
Altri tipi di letame utilizzati nella concimazione dei terreni sono la cornunghia (un concime ricchissimo in azoto ottenuto essiccando e sottoponendo a torrefazione le corna e le unghie che vengono scartate durante il processo di lavorazione industriale delle carni), il sangue secco (un sottoprodotto della macellazione che risulta essere molto ricco in azoto) e la farina di pesce (un prodotto granulare che viene ricavato dalla lavorazione del pesce e che contiene buone percentuali di azoto e di fosforo).
Il letame non è soltanto utile al nutrimento organico del terreno; la concimazione infatti svolge altri importanti ruoli fra i quali ricordiamo il mantenimento delle proprietà fisico-chimiche del terreno, senza contare che svolge funzioni ammendanti migliorando la struttura di terreni che di per sé sarebbero meno validi di altri per la coltivazione degli ortaggi. Inoltre, con il suo pH lievemente tendente all’acidità, il letame contribuisce a ridurre l’alcalinità che caratterizza i terreni calcarei.

Concimazione con il letame – Esistono vari tipi di letame; i migliori sono quello bovino, quello equino e quello dei polli (anche pollina), talvolta si utilizzano anche il letame di coniglio e quello di suino.
Come concimare
Per la concimazione dell’orto, oltre ovviamente al concime, sono necessari alcuni attrezzi che, a seconda dei casi possono essere il badile, la vanga, il rastrello ecc.
La prima concimazione che viene fatta nell’orto è una concimazione preparatoria che ha lo scopo di migliorare la fertilità del terreno orticolo.
In linea generale, il momento migliore per effettuare questa concimazione preparatoria è la fine della stagione invernale (o al limite la fine dell’autunno). Si procede innanzitutto vangando il terreno fino a circa 40 cm di profondità (l’operazione può essere compiuta a seconda del tipo di terreno e della sua grandezza con l’aiuto di una motozappa, di un badile o di un piccone); si distribuirà poi il concime lungo i solchi effettuati e lo si ricoprirà rompendo le zolle di terra più grandi; con l’aiuto di un rastrello poi si provvederà a rompere le zolle più grandi rimaste e a livellare il tutto con cura. Il terreno poi andrà fatto riposare fino a quando non sarà il momento di seminare o interrare le piante.
Nel corso dell’anno si provvederà a effettuare qualche intervento di concimazione utilizzando concimi abbastanza liquidi (organici o chimici) che verranno diluiti nell’acqua che verrà utilizzata per irrigare; tali interventi andrebbero eseguiti almeno una volta al mese, fatta eccezione per i periodi più caldi dell’anno. Giunti di nuovo all’inverno si può, se lo si ritiene opportuno, intervenire con una nuova concimazione utilizzando il concime organico che oltre ad assolvere alla sua primaria funzione di nutrimento del terreno, servirà a proteggere dal freddo le radici ancora presenti, a mo’ di pacciamatura.