La coltivazione della vite è molto diffusa perché la vita è una pianta che, dal punto di vista climatico, è estremamente adattabile. La vite comune (Vitis vinifera), nota anche come vite euroasiatica o più semplicemente come vite, è una pianta arbustiva rampicante appartenente alla famiglia delle Vitacee. La vite è una pianta diffusissima ed è coltivata in molti parti del mondo. Nel nostro continente la coltivazione viene effettuata nelle aree centrali e in quelle meridionali. Coltivazioni più o meno estese sono presenti anche in Asia, in Africa, nell’America del Nord, in quella del Sud, in Australia e in Nuova Zelanda.
Della Vitis vinifera esistono due sottospecie, la Vitis vinifera sativa (le viti coltivate) e la Vitis vinifera sylvestris (le viti selvatiche).
Il fusto di questa pianta (noto anche come ceppo), piuttosto esile e irregolare, ha un portamento rampicante che lo rende adatto a vari tipi di coltivazione. I rami della vite vengono chiamati tralci; se non ancora lignificati vengono detti anche germogli oppure sarmenti se sono secchi e staccati dalle piante. Sono costituiti da vari internodi che risultano ingrossati ai nodi.
Le foglie della vite vengono dette pampini (tranne che in Toscana dove vengono chiamati pampani); la vite è anche dotata di viticci, detti cirri, degli organi erbacei di sostegno che nel corso della stagione estiva tendono ad avvolgersi ai sostegni per poi lignificare nel corso della stagione autunnale.
I fiori della vite formano delle infiorescenze note come racemi composti (o pannocchie) inseriti sul tralcio in posizione opposta a quella delle foglie. Le infiorescenze hanno un numero di fiori decisamente variabile che può arrivare a superare le cento unità.
I frutti della vite, gli acini, sono riuniti in infruttescenze note come grappoli d’uva. La forma, le dimensioni, il colore e il sapore degli acini varia in base alle cultivar.
La coltivazione della vite può essere fatta sia per ricavare uve da tavola sia per la produzione di vino.
Vite – Coltivazione
Come detto, la vite si adatta facilmente a molte condizioni climatiche; l’importante è assicurarle una posizione in pieno sole; l’esposizione al sole, infatti, gioca un ruolo fondamentale sul periodo di maturazione dell’uva e sul suo grado zuccherino.
Le piantagioni possono essere fortemente danneggiate nel caso di temperature inferiori ai -15 °C; nel caso di gelate tardive può essere fatale anche una temperatura inferiore a -5 °C. Questo è uno dei motivi per cui è praticamente impossibile coltivare con successo le viti oltre i 1.000 metri di altitudine.
Per quanto riguarda il suolo di coltivazione, la vita ama i terreni a medio impasto con un pH variabile tra 6,5 e 7,5; si dovrebbe evitare di coltivare la vite nei terreni argillosi e in quelli sabbiosi; sono invece adatti alla coltivazione i terreni sassosi, particolarmente indicati nel caso si voglia produrre uva da tavola.
La piantagione della vite dovrebbe essere effettuata nel corso della stagione autunnale e comunque, al più tardi, entro il mese di marzo; l’impianto viene fatto mettendo a dimora le barbatelle innestate di due anni di età; le barbatelle sono delle piccole viti innestate su portainnesti americani (fra i vari portainnesti disponibili si ricordano il Kober 5BB, ideale per i terreni fertili, il 420A, utilizzato nelle zone collinari, il 140 Ruggeri e il 1103 Paulsen, adatti per le coltivazioni in terreni aridi e calcarei); la scelta di portainnesti americani è dovuta al fatto che, al contrario delle viti europee, quelle americane sono resistenti alla fillossera della vite, un insetto particolarmente dannoso appartenente alla famiglia delle Phylloxeridae che attacca le radici delle specie europee.

Il periodo di massima produttività di un vigneto è di 25-30 anni
Le piccole piante di vite devono essere protetti dalle gelate con delle coperture di plastica oppure di terra.
Le tipologie di coltivazione delle viti sono molto numerose; fra le più note vi sono quella ad alberello, quella a spalliera (nota anche come Guyot), quella a pergola, quella a cordone speronato e quella a tendone. Tutti i sistemi di coltivazione scelti a seconda dello scopo che ci si prefigge e dell’utilizzo finale, hanno come scopi fondamentali quelli di sorreggere la pianta, fare in modo che questa abbia la massima esposizione solare, aumentare l’arieggiamento dei grappoli e facilitare il più possibile gli interventi di potatura e di raccolta.
Per quanto riguarda le cure colturali, si ricorda che il terreno che accoglie le vite deve essere sempre tenuto libero dalle infestanti attraverso periodici interventi; le irrigazioni sono necessarie qualora la siccità sia particolarmente intensa e prolungata. Precipitazioni frequenti possono essere pericolose per la vite in quanto favoriscono le malattie fungine quali la peronospora e la botrite.
Gli interventi di concimazioni rivestono un’importanza fondamentale nella coltivazione della vite; devono essere effettuati sia nel periodo di ripresa vegetativa sia nel periodo post-raccolta; deve essere utilizzato un concime organico-minerale che deve essere lievemente interrato dopodiché si procederà con un’irrigazione leggera. Al momento del trapianto, oltre a utilizzare lo stesso di concime citato in precedenza, si dovrà ricorrere anche a del letame. Un buon concime per la vite è il sovescio di leguminose.
Un’altra operazione che ha la sua importanza nella coltivazione della vite è quella di cimatura, ovvero l’eliminazione degli apici, il cui scopo fondamentale è quello di aumentare l’afflusso di zuccheri verso i grappoli d’uva; deve essere effettuato o alla fine di giugno e comunque entro il mese di agosto.
La raccolta dell’uva deve essere effettuata quando gli acini maturi; si esegue tagliando il grappolo d’uva al peduncolo oppure con 15-20 cm di tralcio. La raccolta delle uve da vino viene detta vendemmia.
Vite – Le avversità
Le avversità che possono riguardare la vite sono numerose, fra le virosi si ricordano la degenerazione infettiva, il legno riccio, l’accartocciamento fogliare e la flavescenza dorata; un’altra avversità molto seria è una batteriosi causata dall’Agrobacterium tumefaciens.
Fra le avversità più insidiose vi sono però quelle causate da funghi; fra le micosi più temibili vi sono la peronospora, la botrite, l’oidio, l’escoriosi della vite (più propriamente Phomopsis viticola), l’eutipiosi e il mal d’esca.
Danni possono derivare anche da parassiti quali, per esempio, la tignola dell’uva, la tignoletta dell’uva (anche tignoletta della vite), la fillossera, il ragno rosso, il ragnetto giallo e quello rosso.
Per approfondire alcuni aspetti della coltivazione:
Uva: le varietà
Come detto esistono varietà di uva da vino e varietà di uva da tavola; fra le uve da vino rosse si ricordano Barbera, Cabernet-sauvignon, Dolcetto, Lambrusco, Marzemino, Merlot, Nebbiolo, Pinot e Sangiovese, tra quelle bianche possiamo citare Albana, Moscato, Pinot, Prosecco, Riesling, Tocai, Trebbiano e Vernaccia.
Per quanto riguarda le uve da tavola si possono ricordare l’Italia, la Regina, la Red Globe, la Pizzutella Bianca e la Baresana. Per aapprofondire, L’uva.