Il chinotto (Citrus × myrtifolia) è un agrume coltivato nelle zone litoranee del Mediterraneo della famiglia botanica delle Rutacee. Le sue origini non sono state ben accertate: secondo alcuni, deriverebbe dalla una mutazione spontanea dell’arancio amaro o selvatico, altrimenti detto melangolo, originario della Cina e diffuso in Europa ad opera degli Arabi. Proprio dalla probabile provenienza cinese deriverebbe il nome comune della pianta. Visto il suo alto contenuto di vitamina C, in passato sulle navi veniva usato per combattere lo scorbuto.
In Italia è coltivato a scopo produttivo essenzialmente solo in Liguria, nella riviera di ponente.
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I frutti del chinotto sono simili a piccole arance
Il chinotto in giardino
La pianta di chinotto è sempreverde e ha uno sviluppo contenuto, non superando i tre metri d’altezza, anche se in molti casi, o perché coltivata in vaso o in ambienti poco favorevoli dal punto di vista climatico, l’altezza massima che riesce a raggiungere è di gran lunga inferiore. A differenza di altri agrumi, come il limone, è privo di spine e quindi più facile da mantenere e adatto anche alla presenza di bambini o animali domestici in giardino. Le sue dimensioni contenute e la lentezza della crescita ne fanno una scelta ottimale per la coltivazione in vaso, molto opportuna nelle zone più fredde, dove la pianta va ricoverata nei mesi invernali. La coltivazione in vaso prevede però annaffiature più regolari e un rinvaso periodico, ogni circa due anni. Visto che l’apparato radicale è molto profondo e sviluppato, il vaso dev’essere di dimensioni abbondanti: al primo rinvaso dev’essere grande il doppio del pane di terra.
Non sopporta molto bene le temperature inferiori allo zero e nelle zone a inverno freddo dev’essere ricoperto con un telo apposito o ricoverato in una serra d’inverno.
Il nome specifico (myrtifolia) ci ricorda che le foglie, piccole e lucide, assomigliano a quelle del mirto. I fiori sono bianchi, di piccole dimensioni e molto profumati. Possono nascere alle estremità dei rami o nelle ascelle delle foglie.
La pianta di chinotto, al pari di molti altri agrumi, può essere trovata in vivai o negozi specializzati e generalmente ha un costo non indifferente, soprattutto se paragonata ad altri alberi da frutta: il prezzo supera facilmente i 50 euro per una pianta di altezza di circa 120 centimetri. La pianta è commercializzata generalmente in vaso ed è adatta per essere trapiantata in vaso più grande o in piena terra. Gli esemplari in commercio generalmente sono innestati sull’arancio amaro. Esistono diverse cultivar del chinotto: il Chinotto Grande, il Chinotto piccolo, il Chinotto crespifoglia e quello a foglie di bosso.
In un giardino familiare, per la bellezza delle sue foglie, il profumo intenso dei suoi fiori e il portamento compatto ed elegante, il chinotto è coltivabile non tanto per la raccolta dei suoi frutti, che non sono commestibili perché eccessivamente amari e aciduli, ma anche e soprattutto a scopo ornamentale.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole, al riparo dai venti forti che possono danneggiare i fiori delicati. Non sopporta temperature inferiori allo zero e la temperatura ottimale di crescita è compresa tra i 18 e i 30 gradi centigradi.
Terreno – Per la coltivazione del chinotto occorrono terreni ben drenati, leggermente acidi. Se allevato in vaso, è bene utilizzare i terricci specifici per agrumi. Il vaso dovrà essere grande il doppio del pane di terra dell’esemplare acquistato e profondo, in quanto l’apparato radicale si sviluppa notevolmente. Il rinvaso andrà effettuato ogni due anni circa.
Moltiplicazione e impianto – Le piante di chinotto si acquistano già dopo l’innesto, in esemplari di circa tre anni d’età. Nonostante le dimensioni contenute della pianta, si consiglia di rispettare la distanza di tre metri da un esemplare e l’altro, per facilitare la circolazione dell’aria d evitare malattie fungine. L’impianto può essere fatto a inizio primavera o in autunno.
Annaffiatura – La pianta si accontenta dell’acqua piovana: solo nel primo anno di vita e durante l’ingrossamento dei frutti si può irrigare regolarmente ma senza esagerare. I ristagni idrici infatti sono mal sopportati dal chinotto.
Concimazione – Sono necessari anche interventi periodici di concimazione, in genere due all’anno, a inizio primavera e in autunno, con concime organico ricco.
Potatura – La potatura del chinotto va fatta dopo la raccolta dei frutti o in generale a inizio autunno o fine inverno. Si tratta di una potatura per dare una forma armoniosa alla pianta, eliminare i rami secchi o quelli diretti verso l’interno.
Malattie – Tra le avversità, si ricorda l’assalto di parassiti come la cocciniglia e il ragnetto rosso. Il pericolo maggiore, comune agli altri agrumi, è il mal secco, un attacco fungino che colpisce la pianta entrando dalle ferite della potatura. Si contrasta con l’irrorazione con preparati a base di sali di rame.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.

Il chinotto si presta molto bene alla coltivazione in vaso oppure, come in figura, a quella con la tecnica bonsai
Il chinotto in cucina
Il frutto è simile a una piccola arancia, con un caratteristico sapore amarognolo. Il colore è arancio acceso a completa maturazione. La pianta produce frutti a partire dal quarto anno d’età. Il frutto non è commestibile a crudo, ma è usato per preparare succhi e bevande o per realizzare canditi. Si può usare anche per realizzare liquori o confetture.
I frutti si raccolgono a piena maturazione a fine dicembre oppure, se si vogliono frutti non completamente maturi, nel periodo da giugno a novembre.
I fiori e le foglie sono usati anche per fare infusi e nell’industria della cosmesi, per preparare saponi o profumi.
Come fare un chinotto
Con il chinotto si preparano bevande analcoliche, gassate, colorate in genere con caramello (da cui il colore scuro). In genere si tratta di bevande inutilmente caloriche a causa della non trascurabile quantità di zucchero. Non volendo acquistare il chinotto preparato industrialmente, è possibile realizzarne uno artigianalmente in cucina.
Ingredienti:
- acqua minerale gassata 800 ml
- caffè caldo 100 ml
- succo o sciroppo di chinotto estratto dai frutti 60 g
- zucchero 60 g
- il succo di un’arancia
- il succo di un limone
Si unisce lo zucchero al caffè ben caldo facendolo sciogliere bene, quindi si aggiungo a poco a poco tutti i succhi. Il succo o sciroppo di chinotto può essere acquistato oppure sostituito da estratto di chinotto. Il succo così ottenuto si mette in frigorifero per almeno un’ora e si serve ben freddo. Il gusto è molto particolare e non apprezzato da tutti, visto la contemporanea presenza del sapore degli agrumi e del caffè, non gradita a molti.
Volendo invece realizzare il liquore, le dosi sono circa 600 ml di alcol alimentare a novanta gradi per 600 g di chinotti ben maturi e 600 ml di acqua. Per queste quantità è necessario un kg di zucchero. Il liquore si ottiene lasciando in infusione il succo e le scorze dei frutti. Il tutto va fatto bollire e riposare al buio più volte nel giro di un mese. Al termine si filtra e si ottiene un liquore amaro, adatto come digestivo.