L’arancio (Citrus sinensis) è una pianta sempreverde appartenente al genere Citrus (lo stesso di piante molto note come cedro, chinotto, limone, mandarino, melangolo, pompelmo ecc.) e alla famiglia delle Rutacee. L’arancio è originario della Cina e del sud-est asiatico. L’arancio è un antico ibrido fra pomelo e mandarino, ma da centinaia di anni ormai costituisce una specie a sé stante che può essere propagata sia tramite talea, sia tramite innesto. In tutto il mondo se ne coltivano centinaia di varietà. Gli alberi di arancio possono raggiungere un’altezza di circa 12 metri; lo caratterizzano foglie carnose, lucide, di colore verde scuro e dalla forma allungata. I fiori, particolarmente belli e profumati, sono di colore bianco e hanno cinque petali. Il frutto dell’arancio viene detto arancia ed è probabilmente l’agrume più diffuso al mondo.
Indice

Arance da cultivar ‘Sanguinello’
Cultivar
Dell’arancio esistono diverse cultivar che si distinguono essenzialmente per il colore della polpa dei frutti (giallo-arancio – arance bionde – e rossasstre – arance rosse -) e per l’epoca in cui questi giungono a maturazione. Le cultivar con frutti dalla polpa sanguigna (per esempio Tarocco, Moro e Sanguinello) sono coltivate soprattutto in Sicilia.
Tra le più note cultivar di arancio da cui si ottengono arance bionde si ricordano:
- la Washington navel (è un’arancia da tavola dal colore arancio intenso con un ombelico, il “navel”, alla base; ha forma rotonda ed è leggermente schiacciata ai poli; particolarmente nota è la Washington navel di Ribera),
- la Navelina (arancia dalla buccia di grana medio-fine e un colore che, a seconda del suo grado di maturazione, varia dal giallo tenue all’arancio intenso),
- la Navelate (ha forma ovoidale ed è schiacciata ai poli; la buccia è color arancio tenue, un po’ “noiosa” da togliere, la polpa è di color arancio, tenera e dolceamara e particolarmente succosa e del tutto priva di semi; può essere consumata fresca, ma è adatta anche alla preparazione di succo),
- la Newhall (arancia con forma ovoidale o sferoidale; il colore della buccia varia dal giallo tenue all’arancio intenso; la polpa è di colore arancio, piuttosto tenera, dolceamara e meno succosa della Navelate; anche questa varietà è priva di semi e può essere utilizzata per essere consumata fresca o come spremuta),
- la Thompson (è un’arancia da tavola dal colore giallo intenso; ha forma oblunga verso i poli tanto da apparire quasi ovale; ha una polpa molto succosa che, nel periodo di maturazione, ha un sapore particolarmente dolce e delicato),
- la Belladonna (ha forma ovoidale e buccia dal colore giallo intenso, piuttosto spessa e ben aderente alla polpa, quest’ultima è di colore arancio, tenera e succosa; è molto gradevole e ha pochi semi. Può essere consumata fresca o utilizzata per confezionare succhi),
- la Valencia (è la varietà di arancia dolce a polpa bionda più diffusa nel mondo; ha forma sferica e ha una buccia di medio spessore e dal colore arancio chiaro; la polpa è di colore arancio-biondo, è particolarmente succosa e non ha semi. Si presta a essere conservata in frigo anche per periodi piuttosto lunghi),
- l’Ovale (è considerata una varietà particolarmente pregiata di arancia; il nome gli deriva dalla forma; ha una buccia molto sottile che è di colore giallo-arancio se il frutto viene raccolto a giusta maturazione; se la raccolta viene effettuata in ritardo la buccia tende a rinverdire; la polpa, priva di semi, è di colore arancio biondo ed è molto succosa).
Tra le principali cultivar da cui si ottengono arance rosse ricordiamo invece:
- la Tarocco (ha forma sferica, un po’ schiattata nella parte apicale, la buccia è di medio spessore, piuttosto tenue; la polpa presenta striature rosse e non ha semi. È un tipico frutto da tavola, molto gustoso e anche facile da sbucciare),
- la Moro (arancia dalla forma ovoidale; la buccia è di un colore arancio piuttosto intenso con alcune aree rosso-violacee quando la maturazione è avanzata; la polpa è rossa e presenta pochissimi semi),
- la Sanguinello e la Sanguigno (hanno forma oblunga sono arance poco zuccherine e contengono una notevole quantità di acido citrico; maturano tardivamente).
Coltivazione dell’arancio
La coltivazione dell’arancio può essere fatta sia in piena terra che in vaso.
L’arancio, similmente al limone, è una pianta che ama i climi temperato-caldi e non eccessivamente piovosi nelle stagioni autunnale e invernale. Il range ideale di temperatura è quello che va dai 13 ai 30 °C circa e teme molto le temperature che scendono sotto i 3 °C. Possono recare diversi danni alle piante i venti forti di lunga durata perché possono provocare il disseccamento delle foglie e dei giovani germogli nonché la rottura dei rami più sottili.
Come nel caso di tutti gli agrumi, anche le piante di arancio hanno come suolo ideale un terreno sciolto o a medio impasto, ben drenante, profondo, fertile e concimato a dovere. Il pH ideale del terreno dovrebbe oscillare tra 6,5 e 7,5. I terreni argillosi, quelli calcarei e quelli caratterizzati da un’elevata alcalinità mal si prestano alla coltivazione dell’arancio.

La raccolta delle arance dipende dalla varietà
La messa a dimora della pianta dovrebbe essere effettuata nel periodo primaverile, tra la fine del mese di marzo e quella del mese di maggio (a seconda delle zone), quando il rischio di dannose gelate tardive è ormai scongiurato.
La preparazione del terreno destinato ad accogliere le piante di arancio deve però cominciare con qualche mese di anticipo, quando si procederà con le varie lavorazioni e la concimazione. Arrivato il momento di impiantare l’arancio si procederà scassando ed erpicando in profondità il terreno, si prepareranno le buche e poi si potranno mettere a dimora le piantine, disponibili anche in fitocelle ovvero in buste preforate nelle quali vengono messi semi o piantine giovani che si trovano nelle fasi iniziali della loro crescita. Una volta che le piante sono state messe a dimora, si può procedere con un’abbondante irrigazione.
Per quanto concerne i portainnesti, vi sono diverse possibilità di scelta; quelli più utilizzati sono l’arancio amaro, il citrange e l’arancio trifogliato. L’arancio amaro è il portainnesto che ha la maggiore diffusione nel bacino del Mediterraneo; è in grado di adattarsi a vari tipi di terreno a patto che non siano eccessivamente compatti; è un portainnesto che garantisce una buona longevità alla pianta, è in grado di resistere piuttosto bene alle basse temperature e tollera bene alcuni parassiti (per esempio la gommosi del colletto); ha però una certa sensibilità al mal secco e al CTV (Citrus Tristeza Virus, il virus della tristezza degli agrumi).
Il citrange è un portainnesto dalle radici abbastanza profonde che non ama i terreni eccessivamente compatti; viene solitamente utilizzato quando si devono effettuare i reimpianti degli agrumeti in quanto ha un’ottima resistenza ai nematodi, induce una buona vigoria alla pianta e le dona anche una discreta produttività e una qualità eccelsa.
Il portainnesto di arancio trifogliato è utilizzato soprattutto in Cina e in Giappone; non tollera i terreni calcarei, ma al contrario dei precedenti è in grado di vegetare bene nei terreni compatti; è inoltre in grado di resistere bene alle temperature fredde e ha una buona resistenza a molti parassiti; non tollera però il virus dell’Exocortite. Induce nella pianta una buona vigoria, una buona produttività e una qualità eccelsa.
La potatura degli alberi di arancio può avvenire un paio di volte l’anno; una volta in estate (fine giugno-inizio luglio) e una volta in inverno, durante il riposo vegetativo. Si procederà alleggerendo la chioma della pianta eliminando i rami rotti, quelli secchi, quelli che hanno già fiorito e quelli piegati verso il basso. È importante ricordare di asportare sempre i cosiddetti succhioni nel caso in cui provengano dalla base dei rami più grandi; se invece si trovano nell’area periferica della chioma sarà sufficiente spuntarli. La potatura dell’arancio (e questo vale in linea di principio anche per le altre tipologie di agrumi) non deve essere troppo drastica, per far sì che sia mantenuto un corretto equilibrio fra la produzione del frutto e la vegetazione. Potature più aggressive si effettuano soltanto nel caso di attacchi parassitari o se la pianta è divenuta eccessivamente alta.
Nel periodo autunnale e in quello invernale, le piante di arancio non hanno particolari necessità per quanto concerne l’irrigazione; le cose cambiano nei periodi più caldi quando si dovrà procedere con regolari annaffiature (senza mai eccedere però).
La raccolta delle arance viene effettuata in periodi diversi a seconda delle varietà; in ogni caso è concentrata nel periodo che va dalla metà del mese di ottobre alla fine del mese di maggio. È consigliabile effettuare la raccolta in una giornata non piovosa e nelle ore più tarde del mattino. Al fine di non recare danni alle arance è opportuno staccarle dai rametti utilizzando apposite forbici. Una volta raccolte, le arance vanno asciugate e riposte in cassette di legno o di plastica che andranno riposte in un luogo fresco e asciutto.
Dopo la raccolta si provvederà a concimare la pianta di arancio utilizzando un concime organico-minerale.
Un ultimo cenno alle avversità; quelle che possono interessare le piante di arancio sono diverse; si ricordano l’afide nero e l’afide verde, l’acaro delle meraviglie, l’acaro rugginoso, la cimicetta verde, vari tipi di cocciniglia, la fetola, la mosca bianca, il cotonello degli agrumi, il ragno rosso, la tripide ecc.
Coltivazione dell’arancio in vaso
Le piante di arancio, come le altre tipologie di agrumi, si prestano bene anche alla coltivazione in vaso (che dovrebbe essere abbastanza capiente), indicata particolarmente in quelle zone in cui l’inverno è caratterizzato da un clima troppo rigido. Le piante, nei mesi più critici, andranno messe al riparo in serra fredda.
Il terriccio deve essere ben sciolto e ben drenante. Sul fondo del vaso è opportuno sistemare uno strato di perlite.
I vasi vanno posizionati in luoghi riparati dal vento e particolarmente luminosi ove siano garantite almeno 5-6 ore di luce diretta. Durante i mesi estivi è opportuno, nelle ore più calde della giornata, ombreggiare leggermente le piante.
La concimazione andrà effettuata al momento del rinvaso mescolando terriccio e concime.
Il frutto: l’arancia
L’arancia (talvolta, nell’uso comune, chiamata anche arancio, riprendendo il nome della pianta), insieme a cedro, limone, mandarancio, mandarino e pompelmo è uno degli agrumi più apprezzati e probabilmente, nella versione dolce, il più diffuso al mondo.
L’arancia presenta esternamente una scorza detta pericarpo che inizialmente è di colore verde e poi, nel frutto maturo diventa gialla, arancione o rossastra. La parte interna, detta endocarpo, è polposa e commestibile ed è divisa in logge detti spicchi (da 8 a 12) che contengono alcuni semi e il succo di colore giallo, arancione o rosso. Fra pericarpo ed endocarpo troviamo il mesocarpo (albedo) dal colore biancastro, dalla consistenza spugnosa e dal sapore amarognolo.
L’arancia contiene acido citrico, zuccheri, vitamine (soprattutto vitamina C) e sali minerali e viene usata per marmellate, gelatine, succhi ed essenze da profumi. Le varietà rosse con semi stanno scomparendo a vantaggio di quelle senza semi. La varietà amara (per la presenza di aurantiamarina) è usata per liquori, canditi e marmellate. La variante dolce dell’arancia si differenza dalla variante amara sia per il sapore, per le foglie prive di picciolo alato e per l’assenza di spine verdi caulinari.
La raccolta delle arance viene effettuata in periodi diversi a seconda delle varietà; in ogni caso è concentrata nel periodo che va dalla metà del mese di ottobre alla fine del mese di maggio.
L’arancia in cucina – L’arancia è un frutto che può essere consumato sia fresco sia sotto forma di spremute; molti la usano per guarnire alcuni piatti e come ingrediente delle insalate; viene inoltre utilizzata per la preparazione di prodotti dolciari, marmellate, gelatine, frutta candita, bevande e liquori. Numerosissimi sono i dolci all’arancia, ma anche i piatti di carne in cui viene usato questo agrume, come la nota anatra all’arancia.
Anche candita, entra nella composizione di celebri ricette, come plumcake, cassata siciliana, pastiera napoletana ecc. o viene consumata da sola ricoperta di cioccolato.
Proprietà fitoterapiche – L’arancia viene utilizzata anche in ambito fitoterapico; le vengono infatti attribuite proprietà antispasmodiche (allevia le contrazioni improvvise e involontarie dei muscoli) e stomachiche (stimola la digestione); comunemente vengono consigliate per combattere gli stati di inappetenza.
Altri indicazioni fitoterapiche dell’arancia sono il trattamento della fragilità capillare; le foglie essiccate sono utilizzate come diuretico, sedativo e stomachico; il decotto di foglie essiccate di arancia dolce viene spesso consigliato per combattere la tosse.
I fiori essiccati vengono invece raccomandati per trattare lievi forme di insonnia.
L’essenza estratta dall’arancia (l’olio essenziale), nota anche come essenza di Portogallo, viene usata in profumeria per la realizzazione di vari prodotti (acqua profumata, bagnoschiuma e shampoo), ma anche in liquoreria e per la preparazione di marmellate e gelatine di frutta.
In ambito cosmetico l’olio essenziale di arancia viene utilizzato come ingrediente di creme anti-età, depigmentanti e lozioni doposole.
La buccia dell’arancia – Secondo alcuni la parte bianca della buccia dell’arancia, andrebbe mangiato (magari sbucciando solo la scorza) perché contiene biovaflonoidi. Il vero problema della risposta è puramente numerico. Infatti OGNI alimento ha delle proprietà, si tratta di quantificarle. In particolare moltissimi vegetali contengono fibre e bioflavonoidi, ma in che quantità? Leggiamo per esempio queste righe che si trovano in Rete: La fibra contenuta nel callo bianco sotto la buccia, regola l’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine evitando il diabete, l’arteriosclerosi, e favorisce il transito intestinale riducendo i fenomeni putrefattivi.
Qui non si parla di bioflavonoidi, ma di fibra. Si attribuiscono alla fibra contenuta nella buccia dell’arancia proprietà attribuibili a tutte le fibre, esagerandole anche (quando si pretende di essere immuni da malattie gravissime con soluzioni semplicistiche si sta sempre esagerando!). Però non si dice che la quantità di fibre consigliabile giornalmente si ottiene più facilmente da altre fonti che non mangiando l’insipida parte bianca della buccia dell’arancia.
Idem per i bioflavonoidi. Nella parte bianca dell’arancia ci sono molte fibre, ma una bassa quantità di bioflavonoidi, la cui azione antiradicali liberi è paragonabile a quella di uno spicchio della stessa arancia.

Un modo molto semplice per profumare tutta la casa è mettere le bucce di arancia sui termosifoni
Calorie e valori nutrizionali
Dal database del Ministero americano dell’agricoltura
Scarto: 32% (buccia e ombelico)
Nutrienti | Unità | Valore per 100 g | Numero di campioni | Errore std. |
---|---|---|---|---|
Principali | ||||
Acqua | g | 85.97 | 10 | 0.848 |
Calorie | Kcal | 49 | 0 | 0 |
Calorie | kJ | 207 | 0 | 0 |
Proteine | g | 0.91 | 8 | 0.031 |
Lipidi | g | 0.15 | 8 | 0.032 |
Ceneri | g | 0.43 | 8 | 0.02 |
Carboidrati (per differenza) | g | 12.54 | 0 | 0 |
Fibre | g | 2.2 | 5 | 0.182 |
Zuccheri, totali | g | 8.50 | 9 | 0.388 |
Saccarosio | g | 4.28 | 9 | 0.307 |
Glucosio (destrosio) | g | 1.97 | 9 | 0.101 |
Fruttosio | g | 2.25 | 9 | 0.109 |
Lattosio | g | 0.00 | 9 | 0 |
Maltosio | g | 0.00 | 9 | 0 |
Galattosio | g | 0.00 | 8 | 0 |
Amido | g | 0.00 | 1 | 0 |