Dal titolo No a Facebook si comprende subito che ho deciso di abbandonare i Social Network. Il motivo principale è che l’emergenza Covid ha mostrato tutti i limiti della popolazione.
Il sito albanesi.it è attivo da oltre 20 anni; quando iniziò la sua avventura si reggeva solo su tre sezioni, corsa, psicologia e alimentazione. Grazie soprattutto all’attenzione allo sport (e ovviamente alla corsa in particolare) raggiunse presto un notevole traffico, espandendosi anche in altri settori, salute in primis. Tutto ciò che riguardava la qualità della vita.
Poi arrivò il primo esperimento con i social (Ning, 2009), poi sono arrivati Facebook e Twitter; nel frattempo cresceva la concorrenza e l’offerta in Rete.
La vita virtuale
La gente incominciava a navigare con la consapevolezza o l’illusione di contare qualcosa se diceva la propria: sono su Facebook (Instagram ecc.) quindi esisto! Non a caso, sui social sono postati gli eventi più significativi della propria vita e praticamente mai tutto ciò che di negativo accade (a meno che non sia così negativo da generare in chi legge simpatia, comprensione, appoggio morale ecc.).
Come si ottiene una vita virtuale? Semplice. Facendo credere agli altri (e a sé stessi) di essere sempre al top. Pubblico le immagini di un mio week-end al lago (sono sempre in vacanza, come nella canzone del gruppo Lo Stato Sociale) o di una cena al ristorante (guarda che tavolata di amici!) o in un locale di lusso (me lo posso permettere!) ecc. Oggi, persino lo stato di WhatsApp serve per avere una vita virtuale: nello stato non metto un’immagine di una magari squallida o noiosa giornata lavorativa, ma il punto (magari unico) che ha risollevato la giornata!
I social distruggono le critiche che vengono fatte alla definizione di felicità del Personalismo perché, sotto sotto, per tutti la felicità consiste nell’avere pochi momenti negativi e ciò che conta è il bilancio fra stati emotivi positivi e quelli negativi.
Il delirio di onnipotenza
Poi c’è chi usa i Social Network per cercare di dire al mondo la sua su questo o su quello, illudendosi che con 100 follower (o magari 1.000 ottenuti con classiche politiche di scambio) possa avere un’audience galattica. In queste dinamiche si inseriscono tutti quelli che vogliono avere un palcoscenico più ampio del loro, succhiando visibilità ad account di medie dimensioni (in quelli enormi le loro considerazioni si perderebbero nelle centinaia di post).
Gli account social di albanesi.it sono sempre stati l’ideale per foraggiare la voglia di dialogo di persone che volevano salire in cattedra. Le posizioni spesso controcorrente di albanesi.it in materia di
- politica (non essendo né di destra né di sinistra, sono terreno fertile per i destrorsi o i sinistrorsi)
- religione (ogni tweet di critica alla Chiesa e al papa costava follower)
- ambiente (la sostenibilità è un valore concreto solo se si accetta la riduzione della popolazione)
- lavoro (il lavoro è una condanna sociale che comunque si deve svolgere al meglio per avere i massimi benefici e uscirne il prima possibile: concetti invisi sia ai fannulloni, sia a chi fa dell’economia e del denaro lo scopo della vita sia a chi applica la strategia del carcerato)
- vita privata (basta pensare all’affermazione “in media, i figli peggiorano la vita delle persone perché pochi sanno e possono essere buoni genitori”) ecc.
non sono certo un fattore di grande popolarità, anzi sono l’ideale per chi vuole dire la sua.
No a Facebook: come rispondere ai social-dipendenti?
Io ho capito tutto della vita! Come rispondere a queste persone se non ricordando loro che, se fosse vero, avrebbero una vita da leggenda e non darebbero la colpa alla normalità (“tutti hanno qualche problema”), agli altri, alla società o alla sfortuna? Un po’ come chi ha un matrimonio disastroso e dà tutta la colpa al coniuge, dimenticandosi che è stato lui a sceglierselo!

No a Facebook!
Cosa il Covid ha evidenziato
Il Covid poi ha peggiorato la situazione perché ha fatto esplodere le personalità critiche di tantissime persone: irrazionali, fobici, patosensibili, deboli, mistici, sopravviventi ecc. Tutti hanno preso posizioni coerenti con la loro personalità, ma con il grave difetto di non comprendere la realtà, ma con la presunzione dell’io ho capito tutto della vita! Nella stragrande maggioranza dei casi questa incomprensione nasce dall’incapacità di gestire i numeri (e di voler lavorare solo logicamente), ma soprattutto dall’ignoranza di una visione probabilistica della vita.
Da chi nella prima ondata usava il semplicismo dell’andrà tutto bene o viceversa era terrorizzato (quando era chiaro che il Covid per chi è “realmente” sano e ha un ottimo stile di vita non è che una forte influenza) a chi nelle ondate successive esprimeva perplessità o dubbi sui vaccini.
La stupidità della gente è emersa in modo arrogante perché sale in cattedra senza sapere nulla di statistica, di medicina o, semplicemente, dimostra di non avere buon senso; del resto Einstein diceva: due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma non sono sicuro dell’universo; secondo alcuni la frase non sarebbe di Einstein, ma non importa, certo nella quotidianità è forse più importante della relatività generale!
Un articolo che avevo scritto valutando le Olimpiadi di Tokio è stato illuminante: mi sono divertito a leggere le stronzate di chi lo contestava, persone che della vita proprio non hanno capito nulla e che vivono dei condizionamenti ricevuti e che continuano a ricevere: sono gli irrecuperabili (nota: le critiche sono state molto maggiori in Facebook che non in Twitter a riprova che Facebook è l’Inferno della società, mentre Twitter solo il purgatorio).
Assembramenti sulle spiagge, per gli europei di calcio, per i rave o i concerti, per fare shopping ecc.; persone che sui social vogliono parlare di Covid senza saper maneggiare numeri solo per darsi ragione (e non sto parlando solo dei novax). Comico come ognuno condanni ciò che gli è estraneo e assolva ciò a cui partecipa (logica di comodo). Checché ne dicano le istituzioni, il Covid ha messo in mostra tutti i limiti del buonismo. Morale:
per arrivare alla felicità è necessario liberarsi dei condizionamenti, ma soprattutto capire che la prima cosa da fare è amare noi stessi e chi è vicino a noi nel nostro mondo dell’amore, chi dà, poco o tanto, alla qualità della nostra vita. Chi “ama tutto il mondo” è un ipocrita o uno che vive di utopie, mentre chi ama solo sé stesso e non sa dare a chi ha vicino ciò che riceve (non ciò che dovrebbe dare secondo le leggi dei condizionamenti sociali) è un egoista.
I follower
Ovviamente fra i miei follower ci sono persone anche molto valide ed equilibrate; purtroppo, anche da parte di chi mi segue non c’è stato grande proselitismo; addirittura, dopo che la loro scheda di testimonial era comparsa nelle prime posizioni di Google digitando il proprio nome, molti si vergognavano di mostrarla al pubblico perché, visibile a tutti, evidenziava aspetti controcorrente e poteva urtate la sensibilità di loro presunti amici, conoscenti, clienti ecc. (a costoro ricordo che se uno non può mostrarsi come è non è certo libero!). Per questo motivo saranno eliminate anche tutte le schede dei testimonial.
Invito chi apprezza il sito a seguirmi nelle sezioni verticali, tutte accessibili da albanesi.it che continuerà a vivere a, speriamo, a prosperare anche senza social e senza quella parte della popolazione che preferisce una vita virtuale a una vita reale. Su albanesi.it continueranno a essere presentati giornalmente miei brevi commenti, in sostanza tweet senza il fastidioso vincolo dei 280 caratteri).
I siti verticali
- corsa-e-sport.it
- dieta-italiana.it
- psicologia-e-benessere.it
- salute-nella-scienza.it
- scuola-e-cultura.it
- cane-e-gatto.it
- orto-e-giardino.it
- corso-di-scacchi.it
Potete accedere a essi direttamente o da albanesi.it (ritornando poi ad albanesi.it scegliendo nel menu verticale Qualità della vita). Ogni giorno in albanesi troverete un articolo “verticale” nuovo o aggiornato; analogamente nei siti verticali ogni settimana la home page sarà aggiornata. Ovviamente non tutti gli articoli nuovi saranno presentati su albanesi.it per cui chi è interessato a una particolare sezione dovrebbe visitare almeno una volta alla settimana il sito verticale.