Streaming è un termine inglese che, a seconda del contesto, può assumere vari significati; in qualità di aggettivo può essere utilizzato con diverse accezioni come per esempio fluente, ondeggiante, sfolgorante, mentre come sostantivo è utilizzato soprattutto nell’ambito delle telecomunicazioni e può essere tradotto come “flusso audiovisivo”, “flusso multimediale”.
Con esso quindi si indica un flusso di dati audio e/o video trasmessi attraverso una rete telematica e la cui riproduzione avviene man mano che essi arrivano a una determinata destinazione.
Questa tecnologia, quindi, consente di ascoltare e/o visualizzare determinati contenuti senza che sia necessario attendere il termine di un download oppure senza averli scaricati in precedenza. Ciò permette un notevole risparmio di tempo e di spazio (il contenuto non deve essere archiviato su un supporto fisico come per esempio un hard disk).
I dati che vengono inviati da una sorgente sono in un formato “compresso” e vengono decompressi grazie a un apposito software di compressione e decompressione detto codec.
Va da sé che per usufruire di un contenuto streaming è necessario disporre di una connessione Internet che garantisca prestazioni di ottimo livello, onde evitare che vi siano fastidiose interruzioni nell’ascolto e/o nella visione.
Streaming live e streaming on demand: cosa sono e qual è la differenza?
Parlando di streaming si devono distinguerne due tipologie: lo streaming live e lo streaming on demand.
Quando parliamo di streaming live facciamo riferimento al fatto di usufruire di un determinato contenuto multimediale in diretta; questo tipo di streaming contempla un breve ritardo iniziale rispetto al momento preciso di invio dei contenuti (il cosiddetto detto buffer).
Si ricorre allo streaming live in moltissime occasioni, per esempio per guardare una partita di calcio o di basket in diretta tramite un personal computer, uno smartphone o un tablet collegandosi a determinate piattaforme di streaming (come per esempio la piattaforma RaiPlay che peraltro offre anche contenuti on demand) oppure per giocare online sui siti di roulette live, un’opportunità offerta praticamente da tutti i siti di scommesse. Nell’ambito del gambling, infatti, si può giocare online alle slot machine, alla roulette, a poker con versioni digitalizzate e di fatto “automatizzate” (in pratica senza l’intervento di un croupier o di un dealer) oppure live, con la partecipazione di professionisti in carne e ossa.
Lo streaming live viene utilizzato anche in ambito professionale (per esempio per la partecipazione a riunioni o ad assemblee), ma anche in ambito scolastico (il classico esempio sono le cosiddette “lezioni a distanza”).
Quello dello streaming on demand (ovvero “su richiesta” dell’utente) è un concetto leggermente diverso. È per esempio il caso dell’utente che fruisce di un determinato contenuto multimediale (un film, una serie tv, una trasmissione già terminata ecc.) che è presente sul database delle varie piattaforme di streaming.
I classici esempi di streaming on demand sono i contenuti presenti su note piattaforme di streaming quali Netflix, Prime Video, Disney Plus, Paramount Plus, ma anche Spotify, Amazon Music, Apple Music e via discorrendo.
Va precisato che un contenuto streaming live può essere caricato su una determinata piattaforma trasformandosi poi in un contenuto on demand.
Breve storia dello streaming live
Per quanto alcuni facciano risalire i primi tentativi di streaming live agli anni Cinquanta del secolo scorso, la tecnologia streaming per trasmettere eventi dal vivo (soprattutto musicali) risale agli anni Novanta del secolo scorso grazie a piattaforme come RealNetworks.
Uno dei primi eventi a essere trasmessi con la tecnologia streaming live, e che aprì la strada a questo tipo di trasmissioni, fu un concerto trasmesso su Internet a metà degli anni Novanta da una stazione radio statunitense, la WXYC, gestita da studenti dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.
Da quel momento si è assistito a un progressivo sviluppo del settore dello streaming live, sviluppo che è stato in gran parte determinato dal fatto che le connessioni Internet sono diventate sempre più performanti e, ovviamente, anche dalla diffusione di dispositivi di telefonia mobile.
Nel 2007 nacque Ustream, ora IBM Cloud Video, un sito consistente in una rete di vari canali per la trasmissione di video in diretta via web. Il sito fu utilizzato nel 2008 da tutti i maggiori candidati alla presidenza americana durante la loro campagna elettorale. Nel 2016 Ustream è stato acquistato dal colosso IBM.
Nel 2007 nacque anche Livestream (noto anche come Mogulus), sito ancora oggi operativo che consente ai suoi utenti di vedere e di trasmettere contenuti video in diretta streaming.
In Italia nel 2014 nacque la piattaforma Streamago che però non è riuscita a tenere il passo della concorrenza.
Oggi il leader del mercato streaming live è YouTube.