Sull’innalzamento del tetto al contante* l’opposizione ha dato un’altra dimostrazione di retorica ideologica completamente staccata dalla realtà (il vecchio difetto del comunismo). Non solo Piercarlo Padoan, ministro dell’economia dei governi PD di Renzi e Gentiloni, affermava che “ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima”, ma molti studi dimostrano la stessa cosa. Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa la soglia più alta del tetto al contante, 5.000 euro (2010), coincide con il livello più basso di evasione fiscale mai registrata in 10 anni, pari a 83 mld.
Per chi non lo sapesse, l’evasione ha due facce: quella del contribuente noto e quella del grande evasore, che non paga nulla perché di fatto non dichiara nulla, è “invisibile”. Il contribuente noto non può permettersi una grande evasione perché l’Agenzia delle Entrate effettua controlli di coerenza e congruità delle dichiarazioni e fa partire accertamenti ed emette cartelle esattoriali (anche senza accertamento, purché motivate) che il contribuente può “contestare”. In tale materia la normativa e la giurisprudenza variano continuamente, ma è chiaro che un contribuente noto non può evadere grandi somme, a meno di non essere così bravo nei suoi affari da essere ben sopra la media del suo settore. Oggi la Guardia di finanza tende soprattutto a scoprire il grande evasore, anche perché, come vedremo colpire i piccoli evasori vuol dare un colpo ai più poveri, proprio quello che l’opposizione non ha compreso. Lasciamo perdere chi pagando le tasse fino all’ultimo centesimo alla fine deve chiudere finendo nell’insieme dei più poveri a carico totale degli altri cittadini. Concentriamoci su Tizio, pensionato da 1.000 euro al mese. Deve fare delle infiltrazioni di acido ialuronico per il suo ginocchio, tempo d’attesa un mese (se va bene); preferisce non tenersi il dolore e pagare in nero il medico privato che, invece di 80 euro, gliene chiede 50. Deve anche pagare la riparazione della sua vecchia auto: 400 euro in nero oppure 600 euro con fattura. Tizio è un cittadino modello e chiede sempre la fattura: morale, la sua pensione si alleggerisce di 230 euro e lui annaspa per arrivare a fine mese.

L’evasione fiscale delle grandi aziende è 16 volte maggiore di quella delle piccole e dei lavoratori autonomi (Cgia di Mestre, 2019)
Caio è un extracomunitario malpagato nell’edilizia, ma ha una gran voglia di lavorare. Nei week-end va in giro a fare lavoretti nelle case di chi lo chiama per il passaparola. Una giornata piena di lavoro: 80 euro. Il perbenista di sinistra che fa? Gli chiede la fattura, vuole pagare con carta di credito. O non lo chiama e lascio Caio con il suo misero stipendio mensile?
Contante zero? Molti più poveri e denaro recuperato dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti noti (che comunque “devono” fatturare almeno l’80% dei loro ricavi per evitare accertamenti e cartelle esattoriali) irrisorio rispetto all’evasione globale.
Non ancora convinti? Supponiamo che il tetto sia 1.000 euro (ricordiamo che anche Draghi lo aveva portato a 2.000 euro); una famiglia, anche benestante, con tre figli a carico che dà una paghetta di 300 euro a ciascuno di loro (10 euro al giorno) che fa con i 100 euro che rimangono? Pretende di pagare tutto con carta? I più furbi (in realtà ingenui, visto che si danno la zappa sui piedi da soli) sosterranno che “durante il mese basta andare in banca e ritirare altri 1.000 euro”. Perché la soluzione è un boomerang? Consideriamo Sempronio che deve fare dei lavori di ristrutturazione nella sua casa: il preventivo è 3.000 euro in nero e 4.000 con fattura. Sempronio che fa? Va in banca 3 volte e ritira 1.000 euro per volta. Nessuno può condannarlo perché Sempronio può sempre affermare che lui è un vizioso e quei soldi gli servono per la droga o per le prostitute, per attività probabilmente illegali che però la stessa opposizione che critica un tetto al contante troppo alto spinge per la depenalizzazione per chi le compie.
Qual è la vera soluzione per bloccare il “piccolo nero” (quello degli esempi citati): permettere che tutto sia deducibile o positivamente detraibile; oggi, per esempio, la detrazione delle spese mediche è ridicola: è possibile portare in detrazione dall’Irpef il 19% delle spese sanitarie per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro. Con tale situazione è ovvio che si ottenga uno sconto maggiore pagando in nero il medico. Diverso se non ci fosse franchigia e se la detrazione fosse del 25-30%.
*Il limite al contante riguarda solo lo scambio tra privati, non attiene al rapporto cliente – banca. Non essite una legge che fissi un tetto ai prelievi dalla banca. Teoricamente, ognuno di noi può prelevare tutto il proprio deposito in un’unica soluzione, a prescindere ddall’ammontare. Il dipendente di banca o il funzionario non potranno porre dei limiti o divieti, salvo chiedere spiegazioni. Ma tale richiesta non costituisce un’indagine o una forma di controllo.