Il no alla caccia è una delle contestazioni che vengono fatte più frequentemente a questo sito che invece sostiene una caccia sostenibile.
Si legge in Rete un decalogo ragionevole a prima vista, ma irrazionale nella sostanza e dopo un’attenta lettura. Giusto rispondere alle osservazioni dei “no alla caccia”.
1 – Non è eticamente accettabile uccidere per divertimento.
Non tutti i cacciatori uccidono per divertimento. Per me la caccia è stata una religione che mi ha insegnato a essere una persona semplice. Inoltre, dà uno scopo al mio amato cane. Oggi anche la maggior parte delle persone che ama veramente il proprio cane (e sono comunque poche) lo confina per gran parte della giornata in appartamento o in mini-giardini, vere e proprie carceri. Per forza il cane alla sera quando il padrone torna dal lavoro è felice, perché sa che potrà avere qualche momento di libertà (spesso la passeggiata al guinzaglio di una ventina di minuti). Il mio cane è felice quando lo porto per tutto il giorno a caccia e penso mi ami anche per questo. Si può essere contro quei cacciatori che trattano male i loro cani, quelli che sparano a selvaggina protetta, quelli che, seppur legalmente, sparano a selvaggina che non nasce in cattività, magari di specie non molto comuni ecc., ma essere contro la caccia in toto è come essere contro l’umanità perché ci sono assassini, rapinatori, truffatori, pedofili, evasori fiscali, chi tradisce il coniuge o lo picchia, corruttori ecc. Personalmente:
- caccio solo selvaggina allevata dai cacciatori (fagiani o lepri) e liberata da essi; non sparo ad animali che nascono liberi in natura;
- non compro carne perché rispetto il principio che mangio ciò che uccido e uccido ciò che mangio.
Che differenza c’è con chi compra la carne al supermercato? I soldi con cui paga la bistecca sono il suo fucile.
Può essere contro la caccia senza contraddire sé stesso solo:
- chi è vegetariano;
- chi non è cristiano (islamico o ebreo) perché in queste religioni l’uccisione degli animali è permessa;
- chi non ha cani e/o gatti, animali carnivori per loro natura e che si cibano di prodotti che hanno comportato l’uccisione di animali.
In sostanza, dal mix dei tre sopraccitati solo l’1% della popolazione può essere “razionalmente” (e non per logica di comodo) contro la caccia.
2 – Chi è contro la caccia sostiene che i contrari sono la maggioranza del Paese e che quindi la caccia va abolita.
Questa è un’argomentazione decisamente fascista perché, anche se fosse vero che i contrari sono la maggioranza, negare un comportamento di una minoranza adducendo che la maggioranza non lo condivide è democraticamente molto pericoloso.
3 – La crisi ambientale è fortissima, quindi andrebbe vietato ogni turbamento.
Peccato che molti anticaccia si siano costruiti una casa dove prima c’era il verde, di fatto contribuendo al consumo di suolo, né si sono mai opposti significativamente alle tante inutili strade che sono state costruite.
4 – Il declino di tante specie è grave.
Ciò è vero, anche se altre sono in deciso aumento, ma questo non è un argomento contro la caccia, ma contro la “caccia a specie a rischio”, cioè alla caccia non sostenibile.
5 – La caccia avvelena la vita con il piombo delle cartucce.
Se fosse vero, tanta gente (i cacciatori in primis) morirebbe avvelenata dai pallini da caccia semplicemente perché, mangiando la selvaggina, si introducono eventualmente nell’organismo anche i pallini (è usuale facendo una radiografia all’intestino vedere i pallini dopo aver per esempio mangiato un fagiano) che vengono però poi espulsi.
6 – Viola il diritto alla proprietà privata grazie all’art. 842 del Codice civile, che permette l’ingresso dei cacciatori nei fondi privati.
Peccato che la stessa proprietà privata sia violata da chi porta a spasso in campagna il cane, spesso libero e senza controllo, da chi fa jogging (come il sottoscritto!), da chi raccoglie funghi o da chi semplicemente passeggia. Questi comportamenti, pur illegali, oggi non danno adito a sanzioni, ma i primi che violano la proprietà privata sono spesso degli anticaccia che su quella proprietà si “divertono” con altre occupazioni.
7 – I cacciatori sono anziani e provocano tanti incidenti.
Certo, se fra gli incidenti si contano anche quelli dove il soggetto si rompe una gamba o si sloga una caviglia o fra i morti quelli che muoiono d’infarto mentre vanno a caccia ecc., si arriva presto a 50-100 incidenti all’anno. Quelli mortali, di cui i media danno prontamente notizia, sono al massimo cinque all’anno e non coinvolgono “non cacciatori”. E allora che facciamo, vietiamo tutte le discipline pericolose? Che dire dell’alpinismo che ogni anno miete decine di vittime?
Il no alla caccia fatto in forma di crociata, spesso distorcendo i numeri, con acredine, è il motivo per cui gli anticaccia non hanno mai ottenuto granché. Con un comportamento più saggio e collaborativo con quei cacciatori che comunque amano la natura sicuramente sarebbero arrivati ad altri risultati.
Vegani e animalisti anticaccia? No grazie!
Premesso che si può essere a favore di molte proposte degli animalisti, questi cadono nella parte del torto quando indicono rabbiose azioni contro i cacciatori (l’odio e la rabbia non sono mai comportamenti equilibrati, tipici del giustiziere della notte che vuole farsi giustizia da sé, invece di cambiare le leggi), ecco perché vegani e animalisti anticaccia sono discutibili sul piano razionale.
Partiamo con il dire che attualmente i vegetariani sono circa il 6-7% della popolazione, mentre il 2% si dichiara vegano. I vegani normalmente sono molto “osservanti”, ma fra i vegetariani sono tanti coloro che, per motivi vari, si concedono degli strappi. Prendiamo per buoni questi dati e cominciamo con il dire che il 93-94% della popolazione non dovrebbe essere contro la caccia, al più può essere contro diverse forme di caccia, ma non contro tutte, perché, non essendo vegetariano, chi va al supermercato e compra polli, bistecche o prosciutti usa i propri soldi come se fossero un fucile (il cliente è il mandante, il macellaio è l’esecutore!): chi vuole approfondire questa situazione legga l’articolo sulla logica di comodo.
Consideriamo quindi il 6-7% della popolazione. Sono contraddittori tutti i vegetariani (vegani) che:
sono credenti (cristiani, islamici, ebrei ecc.) di una religione rivelata. Gesù (si ricordi la moltiplicazione dei pani e dei pesci) non era affatto vegetariano, quindi…
sono possessori di animali carnivori come cani e gatti e li nutrono con crocchette a base di carne (del resto, nutrire da vegetariano un animale carnivoro è assurdo e non si può certo dire di amarlo!)
Quanti ne restano? L’1, il 2%? Non si sa, ma ora si arriva al punto critico. Gran parte dei vegetali che consumano sono ottenuti in modo non biologico, nei comuni si compiono disinfestazioni contro le zanzare ecc. Perché gli anticaccia non mettono al bando anche tutte le operazioni ostili contro gli insetti? perché, oltre a bloccare rabbiosamente i cacciatori, non bloccano anche gli agricoltori che spandono fitofarmaci per uccidere insetti o comuni che voglio uccidere ifantrie o zanzare? Se una zanzara vale meno di un pollo perché la vita di un fagiano dovrebbe contare come quella di un uomo.
Alla fine, quanti restano i coerenti?