Correva l’anno 2016 quando il governo, per contrastare l’evasione fiscale, decise di inserire l’importo della tassa relativa al possesso di un apparecchio dedicato alla ricezione delle trasmissioni televisive nella bolletta dell’energia elettrica.
L’imposta deve essere corrisposta da chiunque sia in possesso di un televisore, eccezion fatta per i casi in cui si chiede l’esenzione.
Erroneamente, quando si parla di canone TV in bolletta si pensa che si debba pagare per i servizi offerti dalla rete pubblica, ma non è così. Il canone in questione riguarda, infatti, il possesso della televisione o di altri apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei canali televisivi.
Cosa accadrà dal 2023?
Come è noto, il canone TV è incluso ed indicato nella bolletta energetica; si versa in 10 rate mensili distribuite tra gennaio e ottobre, raggiungendo e coprendo così l’importo della tassa pari a euro 90.
Prima di spiegare cosa accadrà a partire dal 2023, è opportuno sottolineare che l’Unione Europea sostiene fermamente che non si può chiedere ai fornitori di energia elettrica di riscuotere degli oneri che non sono di loro competenza e che, tra l’altro, hanno poco o nulla a che vedere con il servizio erogato.
Si rende necessario chiarire che tra i rincari in bolletta e il canone TV non vi è alcun legame, nonostante la presenza della seconda voce possa contribuire a diffondere un’idea e una correlazione infondata ed errata.
Dal 2023, quindi, il canone TV tornerà a essere un’imposta gestita in totale autonomia e la voce non comparirà e non sarà più addebitata in bolletta.
Con molte probabilità, il pagamento della tassa dovuta avverrà tramite bollettino con causale specifica che dovrà, come accade per qualsiasi altra imposta, essere corrisposto entro e non oltre i termini previsti.
Questa decisione è stata stabilita dal Piano Nazionale di Risanamento e Resilienza (PNRRR) che risponde a una richiesta espressa dalla Commissione europea.
Per quali dispositivi si deve pagare il canone TV?
Un altro importante punto da chiarire è il seguente, ossia indicare per quali dispositivi tecnologici è richiesto il pagamento della tassa in questione.
Alla base di questa legittima curiosità, vi sono un’osservazione e una constatazione molto importanti: il termine televisione, con il passare del tempo, ha inglobato in sé anche molte altre apparecchiature tecnologiche.
A oggi, limitarsi a considerare il televisore come unica e valida opzione per guardare le trasmissioni televisive è errato e fuori tempo. Infatti, è possibile guardare i programmi offerti dalle varie reti anche su altri tipi di dispositivi, quali lo smartphone, il tablet e il computer.
Questi dispositivi, pur facendo parte della quotidianità, non rientrano nella definizione stretta e circoscritta perché non possono ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare.
Quindi, anche per il 2022 non vi saranno particolari novità; non ci resta che aspettare il 2023 e vedere cosa accadrà.
In quali casi è prevista l’esenzione?
Il canone TV è, al pari del bollo auto, una tassa che si deve pagare per il solo fatto di possedere un bene e non per l’utilizzo che se ne fa. Non può essere richiesta l’esenzione se, per esempio, si è in possesso di un televisore, ma i programmi proposti si guardano raramente.
La legge, a tal proposito, prevede delle esenzioni a patto che vi siano particolari condizioni e si rispettino alcuni requisiti.
Tra questi rientrano le specifiche legate all’età, al reddito e all’appartenenza a particolari categorie, come i militari, i diplomatici e gli indigenti.
Naturalmente, è indispensabile dimostrare di essere in possesso dei requisiti per poter ottenere l’esenzione.