L’OMS considera l’ipertensione arteriosa (nota comunemente come pressione alta) uno dei principali problemi di salute pubblica (sono circa un miliardo i soggetti interessati) tant’è vero che causa circa 9 milioni di vittime ogni anno. Alla pressione alta vengono attribuiti circa la metà dei decessi per patologie cardio-cerebrovascolari. Fra i principali fattori di rischio per l’insorgenza della pressione alta sono tradizionalmente indicati i seguenti: età, alcolismo, sovrappeso, fumo, stress, sedentarietà, alimentazione ricca di sale.
Adesso, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Microbiome inserisce anche la disbiosi intestinale fra i possibili fattori di rischio; con “disbiosi intestinale” si fa riferimento a una situazione di scompenso della flora batterica; per inciso, tale scompenso è considerato uno dei fattori causali di varie patologie, fra cui alcune malattie autoimmuni.
Gli autori dello studio hanno analizzato la flora batterica intestinale di 41 persone con ottimali livelli di pressione sanguigna nonché i batteri intestinali di 99 soggetti con ipertensione e quelli di 56 soggetti con pre-ipertensione (persone che hanno un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa).
Nei soggetti ipertesi e in quelli in condizione di pre-ipertensione i ricercatori hanno osservato una riduzione della diversità di batteri intestinali; alcune specie (per esempio, Klebsiella e Prevotella) erano presenti in quantità decisamente superiore al normale.
In seguito, i ricercatori hanno trapiantato la materia fecale dei partecipanti allo studio in topi privi di batteri intestinali; quelli che hanno ricevuto il materiale fecale dalle persone con ipertensione hanno a loro volta sviluppato pressione alta.
Vale la pena ricordare che in un altro studio pubblicato sempre nel 2019 (in Frontiers in Physiology), era stato effettuato un trapianto di materiale fecale di topi normotesi in topi ipertesi; ciò determinò una riduzione dei livelli di pressione arteriosa nei secondi. Un risultato che secondo gli autori dimostrerebbe che, in effetti, il microbioma intestinale può influenzare la pressione arteriosa.
Saranno necessarie ulteriori conferme perché è ancora presto per poter affermare con certezza se sono i batteri intestinali ad avere un ruolo sull’innalzamento della pressione del sangue oppure se sia l’ipertensione a causare disbiosi intestinale.
La correlazione fra disbiosi intestinale e pressione alta però sembra essere un dato di fatto; del resto, varie sostanze che aumentano il rischio di pressione alta (cibi salati, alcolici) entrano nell’organismo attraverso l’apparato digestivo.