Da diversi anni nel sito è presente il test Misura la tua felicità. In esso, sinteticamente, si indica che la massima felicità (100) si può raggiungere fino a 70 anni. Si può dire che il test abbia anticipato le conclusioni della SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) che ha rimodulato il concetto di vecchiaia portandolo a 75 anni. In sostanza la SIGG vuole rispondere alla domanda “quando si diventa vecchi?”.
Occorre subito dire che dietro le posizioni della SIGG ci possono essere interessi politici non marginali: se un soggetto diventa vecchio a 75 anni, può lavorare fino a 75 anni! Senza malignità, la conclusione della SIGG appare un po’ ottimistica. Se è vero che la speranza di vita si è molto allungata e non sono rari i centenari, occorre considerare la speranza di vita in buona salute. Anche questa è migliorata, ma di quanto?
Secondo la SIGG “un 65enne di oggi avrebbe la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa e un 75enne quella di un individuo che aveva 55 anni nel 1980”. Sempre secondo SIGG “larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie”.
Le conclusioni possono valere solo per chi ha un buon stile di vita (il video: Il buon stile di vita), cosa che negli over 60 è ancora una condizione minoritaria. Come si può considerare in ottima forma chi deve prendere ogni giorno una pillola per la pressione, un’altra per il colesterolo e magari una per dormire bene? Sentirsi bene non vuol dire stare bene.

In Italia (2020) la speranza di vita in buona salute è di 67,2 anni per gli uomini e 68,7 per le donne. In Svezia tali valori sono maggiori di circa 6 anni, mentre in Lettonia sono inferiori di ben 13 anni!
I più “intelligenti” avranno notato che le conclusioni della SIGG sono razionalmente sballate. Provate a rileggere “un 65enne di oggi avrebbe la forma fisica e cognitiva di un 40-enne di 30 anni fa”. Il nostro 65enne 30 anni fa aveva 35 anni, quindi vuol dire che in 30 anni la sua forma fisica e cognitiva è invecchiata solo di 5 anni! Cosa che una qualunque prova fisica smentisce senza pietà.
Appare evidente quindi il tentativo di far lavorare la gente fino a che schiattano sul posto di lavoro. Non a caso, lo studio condotto dal Silver Economy Network con la collaborazione di Assolombarda e Lattanzio KIBS, ci dice che, se si considera la popolazione over 50 il reddito complessivamente generato è pari a 461,8 miliardi di euro, con un’incidenza sul PIL nazionale del 27,5%. In sintesi, anche chi dovrebbe pensare alla pensione può produrre ancora.
In realtà, come detto sopra, le conclusioni della SIGG possono valere per chi ha avuto e ha un buon stile di vita. Anche il limite a 70 anni è una media sulla popolazione che deriva dal fatto che, se il soggetto perde (per vari motivi) i propri oggetti d’amore, oltre i 70 anni è molto difficile costruirsene altri (per questo io amo gli scacchi, un oggetto d’amore che resta, a meno di patologie gravi come la demenza senile!).