Sia io che mia moglie decidemmo la data delle nozze e poi la comunicammo ai nostri genitori. Con sorpresa dopo tanti anni vedo che serie tv e programmi di intrattenimento mostrano la classica benedizione alle nozze che l’uomo chiede al padre della sposa. Capisco Il padre della sposa (1950), un film osannato oltre 70 anni fa; posso capire il remake del 1991, oltre 30 anni fa, ma sembra che ancora oggi le cose non siano cambiate.
Puro Medioevo, una situazione in cui il padre resta almeno in parte padrone della vita della figlia. Nonostante dovrebbero capirlo tutti che è una pratica preistorica, molti genitori sono ancora contenti che ciò avvenga, in fondo, anche se si dicono moderni, un minimo di controllo sulla figlia resta. Poi naturalmente sono i primi ad indignarsi quando, in altre culture, sentono di matrimoni combinati, di padri che ritengono che la figlia li abbia disonorati sposando qualcuno non gradito alla famiglia ecc.

Matrimonio deriva dal latino matrimonium da mater (“madre”) + munus (“compito”); nel diritto romano, il matrimonio era un “compito della madre”, un legame che rendeva legittimi i figli nati dall’unione.
Certo, ogni genitore può valutare le scelte dei propri figli, può anche disapprovarle decisamente fino a troncare i rapporti con la nuova famiglia, ma un conto è giudicare o consigliare e un conto cercare di agire per cambiare le cose od ostacolare le unioni con un manzoniano “questo matrimonio non s’ha da fare”.
Se poi anche per i due innamorati è tutto “normale” (cioè praticamente non c’è mai stato il distacco dai genitori, sono ancora allo stadio adolescenziale) è la fine, con i suoceri (da entrambe le parti) che continueranno a “controllare” la vita degli sposi. Inutile poi fare battute sulla suocera, se si è i primi responsabili della propria condizione da adulto castrato.