I media hanno dato grande spazio al giuramento della futura regina di Spagna, oggi diciottenne, Leonor. Incredibilmente, nessuno ha sottolineato che nel ventunesimo secolo parlare di re e regine vuol dire parlare di sudditi, cioè di cittadini di serie B rispetto ai nobili.
In fondo è una prova di intelligenza: per esempio, di fronte alle vicende reali della famiglia inglese chi è incuriosito, prende le parti di uno o dell’altro, ma di fatto non condanna le loro ridicole usanze, si dà del fesso perché si mette automaticamente un gradino sotto a chi ha un titolo nobiliare.
Provate a dire quali di queste nazioni non è una monarchia: Svezia, Canada, Australia. Se ne avete trovata uno o più di una, avete sbagliato. Sono tutte monarchie, anche il Canada e l’Australia che sono reami del Regno Unito. Nel XXI sec. incredibile, ma vero.
I reami del Commonwealth sono 15 dei 56 Stati del Commonwealth delle nazioni il cui Capo di Stato coincide con la persona che detiene il titolo di sovrano del Regno Unito. Attualmente, la carica di Capo di Stato dei reami è esercitata da re Carlo III, il quale è sovrano di ogni singolo Paese; per esempio, in Australia ha il titolo di Sua Maestà Carlo III, re d’Australia. Patetico, ma vero.
Nel 2021 l’ultimo Paese a lasciare la Gran Bretagna sono state le Barbados. La Giamaica vorrebbe fare lo stesso e forse nel 2023 ci riuscirà se l’opposizione interna (motivata ovviamente da interessi economici) sarà sconfitta. Anche Australia e Nuova Zelanda ci stanno pensando.
Certo che chiunque plauda alla monarchia (e parlo degli italiani che hanno assistito all’incoronazione di Carlo III in tv) oppure ne parla come un normale argomento di gossip e magari è paladino delle lotte contro il razzismo dovrebbe fare un accurato check-up cerebrale. Come è possibile che non generi disgusto la forma di governo di una nazione dove esiste ancora la nobiltà e i cittadini sono sudditi?